Territorio

Partenza in salita per i lidi

Un mese di maggio complicato per le piscine e i bagni pubblici di tutto il cantone, alle prese con un numero di ingressi molto più basso rispetto a quello dello scorso anno a causa del meteo instabile - Nonostante i rincari generalizzati, però, quasi nessuno ha ritoccato le tariffe
©Chiara Zocchetti
Martina Salvini
09.06.2023 21:30

Dai primati dello scorso anno, alla delusione di queste prime settimane di apertura. Per i lidi e i bagni pubblici ticinesi è stato un mese di maggio da dimenticare, con dati di affluenza a picco e una partenza di stagione resa complicata dalle cattive condizioni meteorologiche. A Lugano, dove il lido ha aperto come da tradizione il 1. maggio, il divario tra il 2022 e il 2023 è evidente, con un numero di ingressi più che dimezzato: 12.274 quelli del maggio di quest’anno, contro i 25.802 dello scorso anno. Numeri bassi, dunque, ma che si ridimensionano un po’ se si prendono in esame anche gli ingressi registrati nel 2021 (erano stati 10.268) e soprattutto nel 2019 (7.152). «L’affluenza è chiaramente molto condizionata dal tempo, quindi se lo scorso anno abbiamo avuto un inizio di stagione eccezionale, grazie a un mese di maggio caldissimo, quest’anno siamo partiti a rilento», commenta Gianfranco Salvati, responsabile degli stabilimenti balneari della Città di Lugano. Il tempo incerto non ha comunque scoraggiato i frequentatori abituali del lido: «Abbiamo notato un calo soprattutto per la spiaggia e il campo da beach volley, mentre c’è sempre una buona affluenza tra la clientela che sfrutta il lido per nuotare, così come tra le scuole. Con il ritorno del bel tempo e del caldo tipico della stagione estiva la situazione dovrebbe tornare alla normalità».

Mendrisio e Bellinzona

Anche la piscina di Mendrisio ha ospitato finora solo gli affezionatissimi del nuoto in vasca. «Basti pensare che il secondo giorno di apertura della stagione - partita il 20 maggio - c’erano due persone in vasca, nonostante i 12 gradi segnati dal termometro e la pioggia battente», dice Michela Caccia dell’Ufficio sport e tempo libero di Mendrisio. Il resto della clientela, invece, non è ancora arrivata. «Negli 11 giorni di maggio abbiamo contato 546 ingressi. Pochi, considerando che lo scorso anno, nel medesimo periodo, l’affluenza era stata quattro volte superiore, attorno alle 2 mila persone». Non va meglio a Bellinzona, dove le stime forniteci da Andrea Laffranchini, direttore di Bellinzona Sport, mettono in luce finora di un calo marcato per il bagno pubblico, «tra il 50 e il 60%». «È vero che l’anno scorso è stato eccezionale, con un maggio molto caldo e soleggiato, però effettivamente la partenza questa volta è stata un po’ sottotono». Il bagno pubblico della capitale rimane sempre aperto, anche in caso di brutto tempo. «Nel 2022 - ricorda Laffranchini - abbiamo dovuto chiudere solo in due occasioni, a causa del forte maltempo che aveva causato danni, altrimenti cerchiamo di aprire in qualunque condizione».

Chiasso e Locarno

La piscina di Chiasso è stata tra le ultime ad aprire, il 20 maggio, e «l’affluenza, in queste prime settimane è stata bassa», commenta Loris Codoni, responsabile dell’Ufficio sport e tempo libero di Chiasso. «Domenica scorsa, ad esempio, abbiamo registrato appena 50 persone e in totale, nei primi 12 giorni di apertura, abbiamo contato solo 1.490 ingressi». Pochi, specialmente se si pensa che nel 2022 le entrate (nei primi 11 giorni di apertura al pubblico) erano state 2.775. «Del resto - dice Codoni - considerando che non ha ancora fatto un giorno intero di bel tempo non poteva andare diversamente. Anche perché, al contrario, il maggio dello scorso anno era stato caldissimo». I dati del 2023, fa poi notare Codoni, sono in linea con quelli del 2021, quando gli ingressi registrati nei primi 10 giorni erano stati 1.308. «Dobbiamo sperare nel bel tempo, anche perché la vera stagione per noi partirà solo con la fine delle scuole». Vede il bicchiere mezzo pieno, invece, il direttore del lido di Locarno Christophe Pellandini: «Il mese di maggio non è andato male, perlomeno finché il tempo ha retto, poi abbiamo notato un calo dell’affluenza». Una diminuzione per nulla drammatica, sottolinea Pellandini. «Contiamo finora un 15% in meno rispetto al maggio dello scorso anno. Dobbiamo però anche ricordare che quello era stato un mese da record, con il numero di ingressi relativi al mese di maggio più alto mai registrato dal 2010». Se paragonato invece al maggio del 2019, «quello di quest’anno fa segnare addirittura un +15%, forse anche grazie al fatto che siamo sempre aperti e che, in caso di brutto tempo, si può ripiegare sulla piscina coperta».

Dove costa meno e dove di più

Detto del meteo, a penalizzare piscine e lidi non sarebbero invece i costi di ingresso che, malgrado i rincari generalizzati dell’ultimo anno, sono rimasti quasi ovunque invariati. A Locarno, dice Pellandini, «abbiamo deciso di non aumentare le tariffe: 9 franchi per i residenti e 13 per i non residenti». Anche perché, spiega il direttore, «durante l’inverno abbiamo cercato di risparmiare energia, chiudendo un’ora prima alla sera. Del resto, la nostra vuole essere una struttura aperta alla comunità, quindi è importante che il costo rimanga accessibile». A creare qualche polemica, invece, è stato negli ultimi giorni l’aumento deciso dalla Città di Lugano per l’ingresso ridotto in alcune fasce orarie (nella pausa pranzo, dalle 7 alle 8.30, e dopo le 16). Se infatti l’anno scorso si pagavano 3 franchi, quest’anno ne vengono chiesti 5, più un deposito di altri 5 che viene restituito se si rispetta l’orario di uscita. La decisione, ricordiamo, oltre a far storcere il naso a diversi utenti, è sfociata in un’interrogazione dei Verdi al Municipio. «In generale - osserva Roberto Mazza, direttore della Divisione sport - le nostre tariffe sono in linea con quelle delle strutture del resto del cantone. Quando si parla di costi, inoltre, spesso sfugge un particolare: Lugano apre il lido in anticipo, alle 7, e questo servizio ha un costo». Per quanto riguarda poi la decisione di ritoccare la tariffa dell’ingresso ridotto, Mazza precisa: «Non si tratta di un aumento, bensì di un ritorno ai costi pre-COVID. Durante la pandemia, infatti, avevamo deciso di andare incontro alle esigenze della popolazione e di abbassare il costo a 3 franchi. Ora che la situazione è tornata alla normalità abbiamo riadeguato i costi». Non solo, «siccome non possiamo controllare ogni singolo ingresso, può capitare che qualcuno faccia il furbo, non rispettando le fasce orarie. Introducendo un deposito di 5 franchi, invece, chi non esce entro l’orario stabilito finisce per pagare il biglietto intero».

Situazione tariffale inalterata, invece, negli altri centri del cantone. A Mendrisio, ad esempio, i residenti con l’apposita tessera di riconoscimento pagano 4 franchi e i non residenti 8, mentre l’entrata singola per i beneficiari di AVS/AI, per i ragazzi tra i 7 e i 15 anni, così come per gli studenti, costa 2 franchi. Due franchi - per residenti e non - è anche il costo dell’ingresso in pausa pranzo e dalle 17.30. «Rispetto allo scorso anno non è cambiato nulla a livello di costo», conferma anche Codoni per la piscina di Chiasso: 5 franchi per i residenti, 11 per i non residenti e tariffe agevolate per AVS/AI e ragazzi. Stesso discorso anche a Bellinzona, dove - grazie all’acqua prelevata dal sottosuolo e all’utilizzo del teleriscaldamento - la Città ha potuto contenere l’esplosione dei prezzi dell’energia e quindi mantenere inalterati i prezzi per l’utenza: 6 franchi per gli adulti domiciliati (10 per i non residenti), 4 per i ragazzi dai 7 ai 18 anni (6 per i non residenti) e 1 franco dai 4 ai 6 anni.