Bellinzona

«Per dar voce ai cittadini abbiamo le associazioni di quartiere»

Il Municipio ritiene di non approfondire per il momento lo strumento del «bilancio partecipativo» suggerito da una mozione: si punta a consolidare le entità già costituite negli ex Comuni dopo l’aggregazione - Ne mancano ancora quattro: a breve verrà comunicata la possibilità di candidarsi per gli over 18 residenti
Tra i quattro ex Comuni ancora sprovvisti dell’associazione di quartiere c’è Monte Carasso. ©CdT/Chiara Zocchetti
Simone Berti
16.09.2021 06:00

Un coinvolgimento diretto della popolazione nelle decisioni e nell’allestimento di progetti di interesse pubblico. È quanto si propone di raggiungere lo strumento del cosiddetto «bilancio partecipativo» sperimentato ad esempio da Losanna e Friburgo. Ed è ciò che la scorsa primavera aveva suggerito di introdurre a Bellinzona il consigliere comunale dell’Unità di sinistra Alessandro Lucchini tramite una mozione. Proposta che il Municipio invita però a non approfondire, almeno per il momento. Lo fa tramite le sue osservazioni preliminari, firmate negli scorsi giorni, in attesa che si esprima anche la Commissione incaricata e, infine, il plenum. L’Esecutivo cittadino premette che l’idea è senz’altro interessante ma aggiunge che i meccanismi della nuova amministrazione comunale e in particolare quelli relativi ai rapporti con i quartieri «sono ancora in fase di affinamento».

I diritti già oggi garantiti
Concretamente sostiene poi che la creazione delle associazioni di quartiere, avvenuta a tappe dopo l’aggregazione e finora realizzata in nove dei tredici ex Comuni, ha già in un certo modo cercato di andare nella direzione auspicata dalla mozione. Queste entità, spiega il Municipio, «hanno a disposizione un budget, seppur limitato, per organizzare attività sul territorio di riferimento e vengono consultate ogni qualvolta vi sono questioni e decisioni che riguardano il quartiere». Diverso sarebbe, ed è ciò che suggerisce la mozione, «inserire ogni anno a preventivo e/o nel piano delle opere un importo per ogni quartiere e permettere ai cittadini di quel quartiere di esprimersi sul suo impiego». L’Esecutivo ricorda poi che associazioni e commissioni di quartiere, laddove sono state istituite, e seppur con modalità diverse, possono farsi promotrici di nuove iniziative di interesse pubblico che l’Esecutivo decide poi se sostenere o no.

L’idea di Alessandro Lucchini
Sostanzialmente, tramite lo strumento del bilancio partecipativo il Comune finanzia progetti di valenza pubblica locale che sono stati proposti, discussi e approvati dalla cittadinanza, ovviamente dopo averli monitorati e valutati in maniera approfondita. «Sarebbe un’opportunità per creare delle nuove relazioni tra l’amministrazione e i suoi cittadini, intese a favorire una maggiore fiducia nelle istituzioni e responsabilità civica», sottolineava Alessandro Lucchini motivando la sua proposta. Più concretamente ai singoli cittadini, a gruppi di essi e alle commissioni/associazioni di quartiere verrebbe data la facoltà di presentare, per un determinato lasso di tempo, dei progetti compresi di una relativa descrizione. Una volta raccolte, le proposte vengono sottoposte a un esame di conformità ai criteri prestabiliti e di fattibilità da parte dei servizi comunali. Quelle dimostratesi conformi e fattibili vengono infine rese pubbliche e messe al voto, che può essere esercitato in formato elettronico o per iscritto da parte delle persone domiciliate nel Comune, non necessariamente aventi la cittadinanza o maggiorenni. I progetti che hanno ottenuto un finanziamento vengono realizzati dal Comune, che nel caso di Bellinzona avrebbe a disposizione un budget annuo di 100.000 franchi, sempre secondo quanto suggerito dall’esponente del Partito comunista.

Il Piano B sono le commissioni
Ma come detto il Municipio ritiene dapprima di continuare ad investire nelle associazioni di quartiere. A che punto siamo? Al momento delle elezioni lo scorso aprile ne erano state istituite nove, e da allora continuano a mancare quelle della vecchia Bellinzona, Monte Carasso, Sementina e Gudo. Come si proseguirà? «Se a breve non si concretizzeranno nuove associazioni il Municipio seguirà la strada delle commissioni di quartiere» spiega al CdT il Servizio quartieri della Città. Sarà pubblicata la possibilità di candidarsi per i cittadini del quartiere over 18 che non siano municipali o consiglieri comunali. A differenza dell’associazione, la commissione non ha autonomia nella gestione del credito a favore delle attività pubbliche organizzate (60.000 franchi annui totali). Entrambe vengono invece consultate per progetti importanti che concernono il quartiere stesso.

©CdT/Archivio
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