Per il SAM un nuovo direttore e un futuro sempre più multiservizio

MENDRISIO - Il 2019 sarà un anno importante per il Servizio Autoambulanza del Mendrisiotto (SAM). L’ente sta puntando sul concetto di rete e l’anno che sta iniziando sarà decisivo ad esempio per l’unificazione con il Servizio Medico Dentario Regionale. Il 2019 sarà però anche contraddistinto da un cambio al vertice: Carlo Realini sarà il nuovo direttore generale (in sostituzione di Paolo Barro). Lo abbiamo incontrato per conoscere le sue strategie per la direzione di un ente che diventando sempre più una realtà multiservizio.
Da oggi è il nuovo direttore generale del SAM, una realtà che conosce bene visto che ricopre già il ruolo di direttore operativo. Quali sono i suoi obiettivi ed eventualmente i cambiamenti che vuole portare?
«Effettivamente il SAM lo conosco bene, sono qui da giugno 2009 a seguito di un concorso per la funzione di direttore operativo. Prima ero a Tre Valli Soccorso e questo mi ha permesso di arrivare qui già con un certo bagaglio conoscitivo anche del soccorso sanitario ticinese e di quanto vi ruota attorno. Riguardo ai cambiamenti, il primo riguarda proprio me stesso e il paradigma di riferimento. Poca operatività e poca gestione degli ambiti operativi e tanto ascolto e cura dei collaboratori, a tutti i livelli e nei vari ambiti di competenza, e di quanti col SAM hanno (o avranno) delle attività di rete. Prima di parlare di eventuali altri cambiamenti vorrei avere il tempo di consolidare il mio nuovo ruolo. La mia sarà sicuramente sarà una gestione aperta agli stimoli esterni, come ho cercato di fare finora anche nel ruolo di direttore operativo».
Lei ha una lunga esperienza sul campo, sia in ambito ospedaliero, sia nel primo soccorso. Come pensa influirà il suo curriculum “da soccorritore’’ nella gestione di un ente come il SAM?
«Il percorso che mi ha portato al SAM è lungo. Ho 53 anni e tra pochi mesi ne festeggerò 30 di lavoro, senza contare i precedenti 9 di volontariato. Pensi che quando ho iniziato a fare il volontario ero minorenne e ho avuto bisogno di un’autorizzazione firmata da mio papà. A quel tempo non uscivamo in ambulanza, avevamo altre attività, ma l’ambulanza era un traguardo ambito. Non mi sono però sempre e solo occupato di soccorso, in ambulanza e in elicottero, ma anche di molte altre attività sia in ambito gestionale, sia in ambito formativo. E questo bagaglio di esperienze da oggi lo metto a disposizione del SAM e del Servizio Medico Dentario Regionale. Avrò sicuramente sempre un occhio di riguardo per il soccorso, ma mi dedicherò con lo stesso entusiasmo e con la stessa proattività e dedizione anche a tutto il resto, ossia a tutti quei servizi, attivi o attivabili in futuro, che ci caratterizzano e che ci portano nella direzione di un ente multiservizio dalle caratteristiche sociosanitarie, in rete, in sinergia e in armonia con gli altri attori del territorio».
Coniugherà il lavoro da dietro la scrivania a quello sul campo oppure opterà per concentrarsi sul lavoro amministrativo?
«Il cambio di paradigma ci dovrà essere, ci sarà e per molti aspetti sta già avvenendo. Non potrò certo occuparmi dell’operatività che sarà delegata ma non sarò nemmeno un forzato della scrivania, anche se so già che mi ci dovrò sedere parecchie ore al giorno. Si tratta di trovare il giusto equilibrio fra lo stare dietro la scrivania, non solo da amministrativo ma mi piacerebbe soprattutto come metafora per indicare l’accoglienza in ufficio per ascoltare chi avrà bisogno o cose da dirmi, e il lavoro sul campo che non sarà più il campo operativo ma il quello fondamentale delle relazioni con Municipi, e più in generale i cittadini, le varie associazioni, istanze sociosanitarie, enti di primo intervento, Federazione Cantonale Servizi Autoambulanza e Dipartimento della sanità e della socialità. Un piccolo spazio operativo però lo manterrò e sarà legato alla mia attività di capo intervento cantonale in seno agli eventi maggiori».
Il SAM negli ultimi anni si è confermato sempre più come una realtà solida, strutturata e multiservizio. Nel bilancio del 2017 si sottolineava ad esempio comel’anno sia stato di crescita in tutti gli ambiti che vi vedono impegnati. L’aumento degli impegni non è difficile da gestire per una realtà che si basa molto sul volontariato?
«Sia il volontariato in quanto tale, sia il concetto di volontariato che coinvolge anche i professionisti sono parte integrante del SAM e vogliamo mantenerli attivi e sani. Non è una sfida facile in quanto anche in questo caso le aspettative riguardo alle prestazioni dei volontari sono sempre più alte tanto che l’attività formativa è aumentata. L’orientarsi verso una società multiservizio può essere un’opportunità di sviluppo polifunzionale anche per il personale volontario che potrà in futuro essere impiegato in ulteriori attività».
In passato si è spesso parlato anche del difficile compito di tenere i conti del SAM in equilibrio. Quali sono le sue strategie in questo ambito?
«Conciliare la spesa con le crescenti aspettative della popolazione e con i sempre più pretenziosi vincoli di accreditamento richiede abilità e attenzione. Sicuramente una delle strade percorribili è anche in questo caso portare l’associazione sempre più verso una realtà multiservizio che possa agire su due fronti: l’aumento della quota di autofinanziamento e la possibilità di impiegare il proprio capitale umano in un concetto di bilancio sociale volto a fidelizzare il ’nostro personale, poterlo impiegare in diversi settori anche quando non più performante per le attività di urgenza ed emergenza che sono ad alto consumo della persona e non abbandonarlo o peggio lasciarlo in carico alla collettività con gli importanti costi sia dal profilo sociale che economico che ancora una volta peserebbero sul portamonete dei momò».