Giudiziaria

Per l’omicidio di Muralto scatta l’ora dell’Appello

Fra due settimane si aprirà il processo di secondo grado a carico del cittadino tedesco condannato a 18 anni di carcere per aver strangolato la giovane partner in una camera dell’Hotel La Palma au Lac nell’aprile 2019
Gli esperti della Scientifica al lavoro nelle ore seguenti l’accaduto. © CdT/Archivio
Spartaco De Bernardi
03.10.2022 06:00

Fu omicidio intenzionale oppure colposo? Quanto successo la notte del 9 aprile 2019 nella camera 501 dell’Hotel la Palma au Lac di Muralto torna ad occupare le cronache giudiziarie. Martedì 18 ottobre di fronte alla Corte di appello e di revisione penale di Locarno comparirà il 33.enne tedesco condannato in primo grado a 18 anni di carcere per aver strangolato la sua giovane compagna, una cittadina inglese di 22 anni, nel bagno dell’albergo. Nella sentenza emessa un anno fa, il presidente della Corte delle Assise criminali Mauro Ermani lo aveva ritenuto colpevole di omicidio intenzionale «di livello particolarmente elevato, prossimo all’assassinio».

Le argomentazioni delle parti

Un omicidio, aveva argomentato il giudice, avvenuto al culmine di una lite prolungata tra la coppia che stava trascorrendo un periodo di vacanza sulle rive del Verbano. Per la difesa, sostenuta dagli avvocati Yasar Ravi e Luisa Polli, si era invece trattato di un gioco erotico finito tragicamente. Il 33.enne cittadino germanico, avevano argomentato i suoi patrocinatori chiedendone l’immediata scarcerazione, non aveva alcuna intenzione di uccidere la donna. La tesi del gioco erotico finito tragicamente non è però stata seguita dalla Corte di primo grado che, come detto, aveva condannato l’uomo a 18 anni di carcere. Contro la sentenza il 33.enne tedesco ha presentato appello e fra poco più di due settimane tornerà, come detto, in tribunale. La Corte di appello e di revisione penale sarà presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will (giudici a latere Rosa Item e Chiarella Rei-Ferrari), mentre l’accusa sarà promossa dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis, la quale nel dibattimento di prima istanza aveva chiesto che l’imputato fosse condannato a 19 anni e 6 mesi di reclusione per il reato di assassinio. Reato commesso per meri fini economici, aveva sostenuto l’accusa: l’uomo uccise, strangolandola, la compagna per sistemare la propria disastrosa situazione debitoria.

«Uccisa per rabbia»

Il movente economico non era stato tuttavia ritenuto valido dalla Corte di primo grado. L’ipotesi più plausibile è che l’imputato abbia ucciso la sua giovane partner per rabbia, siccome lei lo voleva lasciare. E ciò dopo aver scoperto che quello che credeva fosse un manager in realtà non era altro che un bugiardo, uno sfruttatore che l’aveva ingannata. Prima di morire la donna avrebbe infatti esclamato You kidding me («Mi prendi in giro»). E che nella stanza 501 dell’Hotel la Palma la notte del 9 aprile 2019 vi sia stata una lite prolungata secondo la Corte di primo grado lo hanno testimoniato i vicini di camera: grida, rumori di bicchieri e bottiglie andati in frantumi che, unitamente al cavo telefonico strappato, sono compatibili con i rilievi della Polizia scientifica che confermano lo scenario di «un’accesa discussione», aveva affermato il giudice Ermani nel motivare il dispositivo della sentenza con la quale il 33.enne era stato ritenuto colpevole di omicidio intenzionale. Sentenza sulla quale ora è chiamata ad esprimersi la Corte di appello e di revisione penale.