Per Plastifil un solido filo fra creatività e tecnologia

LUGANO - Con il filo di acciaio inox quale protagonista, creatività e tecnologia possono produrre risultati di rilievo, come indica l’esperienza della Plastifil SA di Mendrisio, azienda di famiglia che sabato scorso ha festeggiato gli 85 anni dalla fondazione, avvenuta nel 1934 a Riva San Vitale, con il marchio Facta, e giunta oggi alla quarta generazione. Dagli articoli in fil di ferro plastificato per la cucina, le gabbie per uccelli e gli espositori per edicole e negozi, il tempo ha segnato un’evoluzione verso i cestelli per lavastoviglie negli anni ‘70, fino all’impegno in settori sempre più tecnici e, soprattutto, in un’attività progettuale flessibile e diversificata che ha sancito il successo della società e la fidelizzazione della clientela.
Il presidente Martino Piccioli, che insieme alle sorelle Elisa e Cristina rappresenta la quarta generazione, illustra questa evoluzione segnata da un approccio misto artigianale-industriale, sopravvisuto fino ad oggi, che ha permesso a Plastifil di svilupparsi in settori ove processi di lavaggio di precisione, sgrassatura ed automazione assumono una grande importanza nei processi produttivi. Si tratta del settore tecnico della micromeccanica, dell’automobile e dell’ottica, con cesti e vassoi per lavaggio e sgrassaggio di componenti; oppure di quello medicale, per lavaggio, sterilizzazione e stoccaggio per strumenti chirurgici e protesi. La diversificazione di Plastifil si allarga all’alimentare, con cesti e componenti per friggitrici, cooking equipment, lavastoviglie professionali, griglie per forni e macchine per il caffè. E non manca il ruolo del design nella produzione di tavoli, sedie per uffici, scuole, ospedali ed altre strutture, oltre ad un’unità di stampaggio a caldo di prodotti in rame, ottone ed alluminio.
«Ma - come sottolinea Piccioli - a caratterizzare la nostra azienda è soprattutto il fatto di avere tutto il know-how sotto uno stesso tetto. Con oltre il 90% dei processi in casa, siamo un centro di competenza per i nostri clienti, con l’ufficio tecnico di progettazione e sviluppo quale fulcro. Questo ci permette di offrire una grande flessibilità, oltre a ridurre tempi e costi, poiché il progettista si confronta già nella fase di sviluppo con la produzione, individuando subito eventuali ostacoli di fattibilità. La flessibilità è completata dai processi di supporto e di finitura, come la produzione di dime e attrezzature, particolari in lamiera, e quelli di galvanica, elettropulitura e termolaccatura. Grazie a questa struttura, siamo in grado di gestire ordini a partire da uno fino a diverse migliaia di pezzi, con gestione a kanban. In media eroghiamo 250 nuovi progetti ogni anno».
Plastifil opera con 160 collaboratori, cresciuti di 20 unità nel corso degli ultimi due anni, in un complesso che si sviluppa su 12.000 metri quadrati. Il 65% della sua produzione è rivolta al mercato svizzero, soprattutto costituito da aziende esportatrici, il 30% all’Europa ed il 5% ai mercati extra-europei, con il Canada in evidenza. Fra i suoi 6.000 clienti annovera molti grandi gruppi internazionali dell’automotive, del medtech, del food equipment, così come i marchi più prestigiosi dell’orologeria e del settore delle macchine per caffè.
«Attraverso i clienti - sottolinea - i nostri prodotti sono presenti in siti produttivi, sale operatorie e cucine di tutto il mondo. Per esempio, i nostri cesti industriali sono utilizzati anche in siti produttivi in Cina e Thailandia; ed entrando in una famosa catena di bar/café in giro per il mondo, si potrebbe scorgere una macchina del caffé con griglia prodotta in Ticino. L’evoluzione aziendale verso prodotti sempre più tecnici ci ha portato, oltre alla certificazione ISO 9001, ad ottenere quella della FDA-Food and Drug Administration, ente di certificazione statunitense del settore sanitario. Inoltre stiamo studiando per un’ulteriore certifcazione in ambito medicale».
Il rapporto di partnership con i clienti è al centro della cultura aziendale di Plastifil. «Ci teniamo - nota - che vengano a vedere come lavoriamo e tocchino con mano il nostro know-how a 360 gradi. Inoltre per noi è importante che il cliente ci consideri un vero partner, di cui potersi fidare. Perché nel nostro lavoro, le soluzioni migliori nascono incrociando il nostro know-how di progettazione e produzione con quello del cliente, dei suoi processi di produzione e del suo mercato. È così che si creano grandi ottimizzazioni».
I concorrenti variano a secondo dei settori: food, medicale o tecnico. Mentre Plastifil negli anni è riuscita a diventare un player di riferimento in tutti e tre i settori. E questo è un vantaggio, sia per proteggersi dalle crisi di settore, sia perché le lezioni imparate in un comparto possono spesso essere trasferite negli altri.
Quali le sfide per l’azienda di famiglia? «A parte l’indubbia penalizzazione fiscale, il rischio è quello di non professionalizzarsi - dice Piccioli -, ossia di essere restii ad importare manager esterni, laddove le competenze necessarie per far crescere l’azienda non siano presenti all’interno della famiglia. Nel nostro caso adottiamo una struttura mista a livello dirigenziale. La famiglia è presente, ma diverse posizioni chiave sono ricoperte da professionisti con competenze specifiche che permettono all’azienda di crescere. Operando in un settore di nicchia, non è facile trovare personale qualificato neppure a livello di produzione; spesso l’alternativa è formarlo internamente o trovarlo all’estero. Anche per questo, ci teniamo a formare apprendisti in ambito tecnico ogni anno. D’altra parte, abbiamo la fortuna di contare un’anzianità media in azienda di 18 anni, con diversi collaboratori che sono con noi da due o tre generazioni. Siamo una sorta di ‘famiglia allargata’ che si tramanda il know-how di generazione in generazione, adattandolo alle nuove tecnologie».