«Pescare meno per preservare l’ambiente»

«È con sorpresa che sento oggi i pescatori sostenere la necessità di mettere in discussione il limite massimo di catture. È un segnale molto bello, di consapevolezza delle difficoltà che sta incontrando l’ambiente». Così, sabato alle Scuole medie di Tesserete, si è espresso il capo del Dipartimento del Territorio Claudio Zali in merito alla proposta avanzata dall’assemblea della Società pescatori Ceresiana di introdurre dei correttivi nella gestione della pesca a livello cantonale in relazione ai cambiamenti climatici che stiamo vivendo e che potrebbero davvero mettere in serio pericolo il futuro del nostro ecosistema acquatico.
«Serve più protezione»
Nel corso della seduta, alla presenza di numerosi rappresentanti politici, il presidente Maurizio Costa della Ceresiana non ha nascosto che la scorsa estate i corsi d’acqua del Sottoceneri sono stati vicini al collasso e che ciò deve oggi spingere gioco forza ad individuare misure più concrete per la protezione delle specie più a rischio come la trota, che la Federazione svizzera pescatori ha eletto pesce dell’anno. Il condizionale resta comunque d’obbligo dal momento che l’ultima parola in proposito spetta al Cantone, che potrebbe ad esempio decidere di aumentare la misura minima di cattura o, appunto, diminuire il numero di esemplari pescabili giornalmente, allineandosi tra l’altro alla politica federale che ha visto l’introduzione di misure simili già in diversi Cantoni.
Si tratta di una proposta che nei prossimi mesi farà inevitabilmente discutere ma d’altra parte con il clima non si scherza, ha ribadito Costa, ricordando che le variazioni di temperatura che stiamo vivendo potrebbero rivoluzionare la vita in laghi e fiumi, come dimostra ad esempio l’arrivo nei nostri bacini lacustri di specie alloctone non sempre compatibili con l’ambiente, come il siluro.
Il presidente si è soffermato poi sulla questione relativa agli inquinamenti. Un problema – ha ricordato – che rispetto al più recente passato nel 2019 ha conosciuto nel distretto una diminuzione di episodi sebbene l’area di Agno resti sempre molto delicata come dimostrano i casi registrati tra l’estate e la fine dell’autunno. Un risultato nel complesso positivo dunque, a cui – ha aggiunto Costa - ha senz’altro contribuito il buon funzionamento dello speciale Gruppo Inquinamenti creato alcuni anni or sono dal Cantone.
Lotta ai microinquinanti
E sempre restando in tema, Costa ha espresso un parere positivo anche in materia di depurazione delle acque. «Finalmente, dopo le nostre continue lamentele nei confronti dell’impianto (IDA) di Bioggio, a cui si è spesso imputato di far poco o nulla per trattenere i cosiddetti microinquinanti nelle acque in uscita e dirette al lago, oggi si è aperto uno spiraglio importante con l’annuncio della realizzazione di un sistema di microfiltraggio che dovrebbe entrare ufficialmente in funzione entro il 2025. Un passo non trascurabile da parte del Consorzio depurazione acque di Lugano e dintorni (CDALED) che ci è stato confermato nel corso di un incontro ufficiale in ottobre a Bioggio».
Rinaturazione, buone notizie
Buone notizie anche sul fronte della rinaturazione delle rive lacustri. La Ceresiana e in particolare la Sezione pescatori Agno bacino sud, nel 2019 si sono impegnate a posare una serie di fascine lungo la passeggiata Bill Arigoni, allo scopo di creare un habitat ideale per la riproduzione del pesce persico e, più in generale, per la protezione di tutte le specie ittiche. Il successo che ha accompagnato l’operazione, ha rilevato Costa, ha spinto ora il Cantone a pianificare interventi del genere per i prossimi anni in altre zone del Ceresio e sul Verbano. Da notare che le recenti immissioni di alborella ad Agno vanno messe in relazione con questo progetto.
Sempre nell’ambito della difesa della fauna ittica, da segnalare che la Ceresiana è entrata a far parte del progetto Interreg “sharesalmo” che ha l’obiettivo di monitorare meglio i salmonidi nel lago di Lugano. Nel contempo si è adoperata per far decollare l’anno scorso il progetto di protezione della trota lacustre nel riale Vecchio Vedeggio divenuto bandita permanente e nel Vedeggio dove la pesca a questa particolare specie è stata vietata nei mesi di settembre e ottobre per favorirne la riproduzione naturale. E in materia di riproduzione, il presidente ha pure sottolineato l’ottimo funzionamento dello stabilimento di pescicoltura a Maglio di Colla, gestito dal sodalizio, che solo nel 2019 ha prodotto oltre 2 milioni di uova fecondate delle varie specie di salmonidi: un risultato record che andrà ovviamente a beneficio di corsi d’acqua e specchi lacustri di tutto il Sottoceneri.
Permesso speciale per il lago d’Origlio
Qualche preoccupazione è infine giunta a causa di una presenza più massiccia del Cormorano nel nostro lago come pure nei laghetti di Muzzano e di Origlio. A proposito di quest’ultimo, di proprietà del locale patriziato e gestito dalla Ceresiana, Costa ha annunciato l’introduzione di un permesso speciale di pesca a partire da quest’anno.