Philipp Plein scherza con Berlusconi: «Lavoreremo di notte e nei weekend»

LUGANO – C’era grande attesa per l’arrivo dell’ex presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi quest’oggi a Lugano presso la sede di Cassarate dello stilista Philipp Plein. L’AC Monza, squadra di Serie C di cui l’eurodeputato è proprietario, e il noto brand di moda hanno infatti ufficializzato una «fashion partnership» per vestire i giocatori brianzoli. Tra volti noti del giornalismo sportivo della Penisola, come Monica Vanali, Carlo Pellegatti e Franco Ordine, Silvio Berlusconi si è presentato con il fratello Paolo, presidente del team lombardo, e l’amministratore delegato Adriano Galliani.
Preso subito d’assalto dai reporter, Berlusconi ha colto l’occasione per parlare del suo viaggio verso il Ticino: «Siamo partiti da Arcore. Un volo in linea retta verso l’aeroporto di Lugano, in cui abbiamo ammirato un panorama splendido. Abbiamo anche fatto delle considerazioni: ci mettiamo meno tempo da Arcore a Lugano che da Arcore a Milano. Quindi chissà che non abbia voglia di rifarlo altre volte». L’ex cavaliere si è poi detto un ammiratore della Confederazione e dei suoi abitanti «perché la Svizzera applica quella che è l’istituzione Stato nei suoi principali valori occidentali». Una volta raggiunta la sala stampa dell’edificio luganese, Philipp Plein ha preso la parola: «Quest’oggi annunciamo una grande collaborazione con Silvio Berlusconi e l’AC Monza. Noi forniremo al team tutte le uniformi e gli accessori per le occasioni ufficiali» , ha spiegato lo stilista tedesco, sottolineando che «ovviamente sarà esclusa dalla partnership la divisa con cui i giocatori scendono in campo».
«Crediamo molto in questa operazione - ha aggiunto - perché il Monza è una squadra speciale. I giocatori, come noi, sono tutti giovani affamati di successo. Il nostro sogno è quindi di portarli al successo che vogliono, fino alla Serie A. Non deve essere una questione di fortuna, ma di bravura». Identica la visione dell’ex premier, che ha speso parole di elogio per il «padrone di casa»: «Ho sempre guardato a Philipp Plein con molta ammirazione e interesse. Lui è partito dal nulla puntando ad un sogno difficilissimo da realizzare, in un mondo ostico come quello della moda». Una questione di simpatia, ma anche di empatia per Berlusconi: «Plein è un sognatore come me. Io ho avuto la fortuna di realizzare tutti i sogni che avevo. Anche i più difficili. E lui sta facendo lo stesso». Un compito non semplice per il leader di Forza Italia che, inconsapevolmente, ha toccato un tasto dolente per quanto riguarda il lavoro dello stilista in Ticino: «Bisognerà fare tanti sacrifici, lavorare di notte, il sabato e la domenica». A questo punto il creativo tedesco, riferendosi alla polemica scoppiata lo scorso anno dopo che alcuni dipendenti avevano lamentato condizioni di lavoro oltre agli orari consentiti, ha scherzato: «Lavoreremo giorno e notte, ma per questo siamo stati criticati e siamo finiti sui giornali, perché qui non va bene lavorare nei weekend. Però io sono uno stakanovista. Quindi nei fine settimana spegniamo la luce a Lugano e chiudiamo tutto. Ci portiamo il lavoro altrove».
Silvio Berlusconi si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, dopo l’addio al suo storico Milan, parlando della situazione del calcio italiano: «Ci sono troppi stranieri. Bisognerebbe mettere più vincoli per le squadre, in modo che possano davvero rappresentare il proprio paese o la propria regione. Io sono europeo ed europeista, ma sul calcio servono più regole». Nelle intenzioni del suo proprietario, la squadra «dovrà essere un modello per i giovani», tant’è che gli stessi giocatori dovranno seguire una sorta di codice etico: niente tatuaggi in mostra, capelli ordinati, dovranno sempre salutare l’arbitro, gli spettatori e gli avversari, con cui dovranno scusarsi dopo i falli. Berlusconi vuole che i giocatori siano «padroni del campo e del bel gioco, e che facciano innamorare i propri fan».
Dopo quelle con AS Roma e AS Monaco (e ovviamente con l’HC Lugano), Plein porta a casa dunque una nuova blasonata collaborazione, anche perché – come ha ricordato l’ex premier –: «Monza è una città che conoscono tutti. Non sarà una grande Capitale europea, ma il suo autodromo è famoso in tutto il mondo».
