Bellinzona

Piano di salvataggio per il Teatro Sociale

Il Municipio propone un contributo straordinario di 317.000 per azzerare il disavanzo e l’aumento da 380.000 a 540.000 franchi del forfait annuale ricorrente
Restaurato negli anni Novanta del secolo scorso e dal 2021 gestito attraverso un ente autonomo, il Teatro Sociale si trova ora di fronte ad un terzo importante bivio: quello del risanamento finanziario. (Foto Archivio CdT)
Spartaco De Bernardi
10.05.2019 14:01

Dopo il restauro e il rilancio degli Anni Novanta del secolo scorso, la costituzione dell’ente autonomo che ne ha assunto la gestione, ora il Teatro Sociale di Bellinzona si trova davanti ad un terzo bivio: rilanciarsi una seconda volta dando stabilità ad una situazione finanziaria fragile oppure avviarsi verso un lento declino? Evidentemente il Municipio cittadino opta per la prima opzione e per condurla in porto ha allestito un piano di salvataggio. Nel messaggio sul consuntivo 2017/2018 dell’ente autonomo Bellinzona Teatro propone al Consiglio comunale di stanziare un contributo a fondo perso di 317.000 franchi per azzerare il disavanzo accumulato negli ultimi anni. Ma non solo: in considerazione del fatto che presto, grazie all’intervento di restauro dell’oratorio di Giubiasco, la Città avrà a disposizione una seconda sala teatrale, l’Esecutivo guidato da Mario Branda propone anche di aumentare il contributo annuale relativo al mandato di prestazione dagli attuali 380.000 a 520.000 franchi. Solo grazie a questo duplice intervento finanziario il Teatro Sociale potrà continuare a giocare un ruolo di primo piano nella scena teatrale e artistica ticinese e svizzera, pur confrontato con l’importante presenza del LAC, del quale, annota il Municipio, la struttura bellinzonese è diventata il polo alternativo e non subalterno. Ma cosa ha determinato i disavanzi accumulati dall’ente Bellinzona Teatro? Presto detto: a fronte dei contributi versati dalla Città che dal 2012 sono rimasti invariati, si è assistito ad una forte crescita dei costi per spettacoli extra cachet quali, ad esempio, i diritti d’autore, le imposte alla fonte, i costi tecnici, i trasporti o ancora l’ospitalità. «Tale evoluzione - si legge nel messaggio municipale - si fa particolarmente sentire su un teatro che programma in una sala storica di dimensioni relativamente ridotte (331 posti) come il Teatro Sociale». Altre realtà, annota ancora l’Esecutivo cittadino citando quelle di Locarno, Chiasso e Lugano, dispongono di strutture più funzionali e comode e soprattutto con una capienza maggiore. In questo senso programmare una sala come il Teatro Sociale è per molti versi un lusso in rapporto alle condizioni del mercato entro cui ci si trova ad operare. D’altro canto in questi anni è proseguita la professionalizzazione delle strutture operative di Bellinzona Teatro, ciò che ha comportato un incremento della massa salariale. L’organigramma non è però ancora completo: per far fronte adeguatamente alle esigenze poste oggi dall’attività di Bellinzona Teatro, e per poter assumere la gestione della nuova sala di Giubiasco, è necessaria l’integrazione di 0,5 unità lavorative nel settore tecnico. Per razionalizzare e professionalizzare la gestione amministrativa e contabile si è deciso di optare per una concentrazione dell’attività presso il Settore finanze e promozione Messaggio municipale n. 212 11 economica della Città, che con i propri collaboratori fungerà da centro di competenza a favore degli enti autonomi del Comune, con conseguente fatturazione dei costi. Insomma, i margini di manovra sono ormai esauriti e senza nuovi finanziamenti, un equilibrio dei conti sarebbe immaginabile soltanto a costo di un significativo ridimensionamento della programmazione. Da qui la decisione del Municipio di proporre al Consiglio comunale sia un contributo straordinario a fondo perso di 317.000 franchi per azzerare i disavanzi accumulati, sia l’aumento di 140.000 del contributo annuo ricorrente all’ente Bellinzona musei.