“Picasso? Non a Bellinzona”

BELLINZONA - Bellinzonesi, è ora di appropriarvi di Villa dei Cedri. Tranquilli, non è un invito alla rivoluzione. Ma un appello a scoprire un patrimonio della Turrita troppo spesso oscurato dai castelli e poco conosciuto non solo dai turisti ma addirittura dagli indigeni. «Sto facendo il possibile affinché la popolazione possa adottare questo magico posto», ci confida la direttrice dell'ente autonomo Bellinzona Musei e da cinque anni curatrice, conservatrice e responsabile della pinacoteca Carole Haensler Huguet. L'abbiamo incontrata negli scorsi giorni per una lunga chiacchierata che vuole fungere da preludio all'apertura della stagione prevista il 22 settembre con la mostra retrospettiva dedicata all'artista ticinese Fernando Bordoni, ma che ha anche lo scopo di capire come mai la struttura ed il parco non sono ancora riusciti ad entrare nel cuore degli abitanti e, secondariamente, di cercare di fornire una risposta alle critiche che sovente vengono mosse nelle sedute di Legislativo per l'esiguo numero di visitatori.
Con la curatrice abbiamo toccato diversi temi. Non poteva mancare un accenno alle critiche che ogni tanto vengono sollevate da alcuni consiglieri comunali per l'esiguo numero di visitatori a Villa dei Cedri. «La politica pretende dei risultati in tempi brevissimi non capendo che i musei sono macchine lente in un mondo che va velocissimo. Hanno una missione anche storica, poco visibile e men che meno accattivante, tuttavia indispensabile. Devono prendersi cura delle collezioni che continuano a crescere, lavorare sul presente e immaginare quale potrebbe essere il futuro. Occorre lungimiranza e vicinanza alla società, comprendere le tendenze. Vi sono dei cicli nell'arte. Per quanto ci riguarda, da una parte dobbiamo mantenere la linea adottata che è pagante, dall'altra è necessario essere attenti a quello che succede all'esterno. Va trovata la giusta forma di equilibrio, insomma».Ma c'è un altro punto sul quale Carole Haensler Huguet è categorica: «Ogni museo ha la sua dimensione. Villa dei Cedri non può pensare di ospitare opere di Picasso, degli impressionisti o di Cézanne. In primo luogo per motivi di sicurezza e, secondariamente, in quanto non potremmo accogliere decine di migliaia di visitatori. E poi, mi chiedo: che legame avrebbero questi artisti con Bellinzona? Fortunatamente in Ticino tra musei è in atto un cambiamento di visione: si può collaborare maggiormente. Si è capito che possiamo essere complementari. C'è spazio per tutti a sud delle Alpi».