Piccaluga: «Sono estranea ai fatti e posso dimostrarlo»

Due ex sindaci di Campione d’Italia - è notizia di stamattina - sono sotto inchiesta a Como e accusati, in estrema sintesi, di aver favorito il casinò a scapito delle finanze del Comune, favorendone così il dissesto.
Oltre a Roberto Salmoiraghi e a Maria Paola Mangili Piccaluga sono sotto inchiesta altre 16 persone, tra cui un ex vicesindaco. Diversi i reati loro contestati, per esempio l’aver rinunciato a crediti liquidi - «certi ed esigibili» - vantati dal Comune di Campione d’Italia nei confronti della casa da gioco. E falsità ideologica in atti pubblici. Quetso per la modifica, svantaggiosa per il Comune, della convenzione siglata il 29 dicembre del 2014 tra Campione d’Italia e la società di gestione Casinò di Campione SPA. Situazione che per l’accusa ha ulteriormente aggravato il dissesto dell’enclave facendo ricorso ad anticipi di tesoreria.
In attesa di riuscire a contattare Salmoiraghi, si registra la presa di posizione di Piccaluga. «Sono estranea ai fatti - ci ha spiegato - e il mio avvocato, con la documentazione in suo possesso, potrà dimostrarlo. E sono fiduciosa sul fatto che la Procura, documenti alla mano, mi ritenga innocente».