Meteo

«Pioggia nel weekend di Pasqua, non vale la pena andare in Ticino»

Luca Nisi di MeteoSvizzera conferma i timori degli scorsi giorni: e dalla Svizzera interna, ancora una volta, sconsigliano di mettersi in viaggio verso sud – Da domani allerta neve per l'Alto Ticino
©Gabriele Putzu

Il weekend di Pasqua sarà molto probabilmente funestato dal maltempo. E dalla Svizzera interna oggi arriva un consiglio che gli addetti ai lavori del settore turistico ticinese non avrebbero voluto sentire: saranno giornate di pioggia, non andate in Ticino. Quest’oggi il Blick, che ha interpellato Roger Perret di Meteo News, titola: «Non vale la pena andare a sud», spiegando come il «coniglietto pasquale» nel cantone italofono dovrà «indossare l’impermeabile».

Le previsioni di Meteo News sono state confermate al CdT da Luca Nisi di MeteoSvizzera. Le precipitazioni a sud delle Alpi dovrebbero iniziare venerdì e dovrebbero durare fino a domenica (compresa), con una probabilità tra l’80 e il 90%. Non è ancora possibile stimare la quantità di acqua, ma ciò che è quasi certo è che saranno giornate uggiose, con cielo coperto e pioggia. Per tutto il fine settimana, in Ticino si prevedono temperature tra i 13 e i 14 gradi. Da lunedì di Pasquetta la situazione dovrebbe poi migliorare e nel resto delle vacanze pasquali il tempo sarà più stabile e soleggiato.  

Questa settimana sarà inoltre caratterizzata da nevicate nell’Alto Ticino: MeteoSvizzera ha diramato un'allerta di grado 3 (pericolo marcato) valida dalle 10 di martedì fino alle 18 di mercoledì. Il rischio nevicate è valido sopra 1.200 metri, ma il limite delle precipitazioni, mercoledì mattina, potrebbe scendere fino a 800 metri, imbiancando l’A2, in questi giorni molto battuta dai turisti: è dunque possibile che si verifichino disagi in autostrada, specialmente per chi ha già cambiato le gomme invernali. Forti nevicate potrebbero interessare anche l’autostrada A13: San Bernardino mercoledì potrebbe trovarsi ricoperta di neve, fino a 30 centimetri.

Non è la prima volta...

Non è la prima volta che, da oltre San Gottardo, giungono inviti a evitare le trasferte in Ticino. Lo stesso Blick, nel 2015, sparò a tutta pagina il titolo, forte (eufemismo): «Tristezza im Ticino». Un titolo storico. In quel caso, nell’articolo si sottolineavano le carenze sul piano dell’ospitalità. L’allora caporedattore delle cronache, Peter Röthlisberger, scrisse anche:  «Io porto in Ticino un servizio più grande rispetto a quello ricevuto da chi mi ospita». E poi ancora: «I soldi sono più benvenuti che l’ospite». Chiudendo con il seguente invito: «Ticino, datti da fare e non sprecare quanto di buono Dio ti ha dato! Ti daremmo volentieri un altro paio di possibilità». Se in quel caso si parlava di ospitalità, in altri i temi erano meteo, per l’appunto, e code. In merito a queste ultime, resta scolpita l’uscita di Moritz Leuenberger. L’allora consigliere federale - era il 2002 - disse: «Chi va a Pasqua al sud con l’auto, sa cosa lo aspetta. Chi lo fa comunque è colpa sua. E in questo caso non ho molta compassione». Non proprio uno spot al Ticino, per quanto il senso fosse in qualche modo comprensibile.

Meno comprensibili sono i confronti proposti, qua e là, sempre oltre San Gottardo tra il meteo dalle due parti del passo. Spesso il senso era il seguente: ma siete sicuri che in Ticino il tempo sia migliore? Nel 2013 ricordiamo un quesito sollevato da SRF: «È climatologicamente sensato recarsi in Ticino a Pasqua?». E poi il sottotitolo: «A Pasqua numerosi svizzeri di lingua tedesca si recano in Ticino. Dato che devi prenotare in anticipo, non puoi aspettare il bollettino meteorologico attuale, ma devi prendere una decisione in anticipo. Ma quanto è bello il tempo in Ticino a Pasqua?». E nel 2015, sempre SRF parlava di come il sole avesse premiato, in effetti, chi quell’anno aveva deciso di recarsi in Ticino. Ambiguo il titolo - da cartellino giallo -, anche in quel caso: «Dopo l’ingorgo, il sole aspetta». E da cartellino rosso il finale dell’articolo: «Pioggia al Nord e sole al Sud: tutto come al solito? Secondo SRF Meteo negli ultimi 55 anni a Lugano a Pasqua il tempo è stato completamente asciutto solo 17 volte».

Un’occasione molto particolare è quella legata alla pandemia. Era il 2020, e il coronavirus si stava facendo largo, nel nostro Paese, entrando proprio dal confine più a Sud. Il Ticino era diventato una sorta di laboratorio nazionale di gestione dell’epidemia, e le vacanze pasquali non furono vere vacanze. Il Consiglio federale aveva varato un motto: «Questa Pasqua è diversa: restate a casa». Lo stesso Ignazio Cassis aveva sottolineato: «Non venite quest’anno a trovarci in Ticino. Vi aspettiamo un’altra volta». Alain Berset, dal canto suo, aveva aggiunto, riferendosi anche al nostro cantone: «Aprile è iniziato, la Pasqua si avvicina e si ha voglia di uscire. Ebbene, evitiamo di farlo». Al portale Nord del San Gottardo, il blocco (poco) dissuasivo della polizia. Un momento tra i più tristi.