«Più autonomia ai Comuni nel fissare la tassa sul sacco»

Concedere ai Comuni maggiore autonomia nel determinare il costo del sacco colorato (andando oltre l’attuale forchetta imposta dal Consiglio di Stato), adeguando di conseguenza il costo della tassa base.
«Non vogliamo forzare nessuno. Entro certi termini, i Comuni saranno liberi di modulare queste due tasse nella maniera a loro più congeniale ed equa. Chi vorrà, potrà continuare a fare come ha sempre fatto», commenta Maddalena Ermotti Lepori (Il Centro). La proposta - contenuta in un’iniziativa generica presentata dalla deputata e sottoscritta da 14 granconsiglieri di tutti i partiti - si appresta a essere discussa in Gran Consiglio nella prossima seduta di febbraio. «Discuteremo il principio. Se il Parlamento dovesse accettarlo, spetterà poi al Governo elaborare una proposta di modifica di legge», aggiunge la relatrice del rapporto unico Daria Lepori (PS). In Commissione ambiente, territorio ed energia, l’atto parlamentare ha ottenuto il consenso unanime dei deputati. «Anche il Consiglio di Stato non ha sollevato particolari obiezioni», aggiunge Ermotti Lepori. La proposta, verosimilmente, verrà quindi approvata dal Gran Consiglio, anche se - aggiunge Daria Lepori - «per vedere concretizzata la modifica dovremo attendere qualche anno. Temo che non sia una priorità del Consiglio di Stato».
Perché i correttivi?
Ma perché questa modifica si rende necessaria? Va precisato, a questo punto, che si dovrà intervenire sulla Legge cantonale di applicazione della Legge federale sulla protezione dell’ambiente. Ma quali sarebbero i vantaggi di una modulazione più libera della tassa di base rispetto a quella sul sacco? «Il problema principale è dato dal fatto che la tassa sul sacco è fissata non dai Comuni, ma dal Consiglio di Stato, e attualmente per legge copre unicamente i costi di smaltimento, ossia quelli di fatturazione del termovalorizzatore», spiega Ermotti Lepori.
I Comuni - che per legge sono tenuti a coprire integralmente i costi di smaltimento - si vedono quindi costretti a riversare tutti i costi rimanenti (essenzialmente quelli del trasporto fino a Giubiasco) sulla tassa base. «Questi costi, se non modifichiamo la legge cantonale, sono forzatamente caricati sulla tassa base che in taluni casi è sproporzionata e, soprattutto, non tiene conto della produzione effettiva di rifiuti da parte dei cittadini», commenta Ermotti Lepori. «La tassa base oggi è misurata sui costi infrastrutturali dell’impianto di smaltimento ma non tiene in considerazione, come criterio, la quantità dei rifiuti prodotti», aggiunge Daria Lepori.
I Comuni discosti
Con l’attuale impostazione di legge, a essere penalizzati sono soprattutto i Comuni geograficamente lontani dal termovalorizzatore e che devono servire un territorio ampio, magari con pochi abitanti. «In questi casi, il Comune potrebbe trovare più vantaggioso far confluire parte dei costi del trasporto nella tassa base», spiega la deputata socialista. «Aumentare il prezzo del sacco avrebbe infatti un effetto incentivante nella separazione e nella riduzione dei rifiuti». Insomma, la nuova modulazione andrebbe a premiare chi utilizza meno sacchi. «Oggi la situazione è ingiusta per le persone che si sforzano di ridurre i rifiuti», aggiunge Ermotti Lepori. La tassa base (attualmente senza i costi di trasporto) serve infatti a coprire anche i costi di chi ha un comportamento meno virtuoso.
Ma non per tutti
La proposta, ribadisce però Ermotti Lepori, non vuole in alcun modo introdurre obblighi. Gli Enti locali saranno infatti liberi di decidere se travasare i costi del trasporto e della raccolta nella tassa sul sacco. «I Comuni con tante residenze secondarie, per esempio, difficilmente aumenteranno il prezzo del sacco», spiega Ermotti Lepori. «Per loro non sarebbe vantaggioso visto che le case secondarie generano costi di raccolta anche quando queste non producono rifiuti». Questi Comuni sono infatti tenuti a prevedere tutto l’anno giri di raccolta anche per le residenze secondarie. Sarà quindi interessante mantenere una tassa base che comprenda integralmente il trasporto, chiedendo uno sforzo economico maggiore ai proprietari.
Berna cosa dice?
La Legge federale sulla protezione dell’ambiente lascia margini di azione. «Ci sono alcuni principi che vanno rispettati, ma Berna non obbliga a caricare tutti i costi, che non siano quelli dell’inceneritore, sulla tassa base». Sentito su questo punto dalla Commissione, il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali si è detto «aperto alla soluzione che il Gran Consiglio vorrà adottare». Sarà tuttavia importante - sottolinea Zali nel rapporto commissionale- «che non si creino differenze troppo grandi nel costo del sacco tra un Comune e l’altro». Insomma, se ampliare la forchetta verso l’alto può essere utile a consentire di inserire parte dei costi di trasporto nella tassa di base, lo si può fare, «ma non devono instaurarsi disparità di trattamento fra i cittadini del Cantone», conclude Zali.