La polemica

Più che 50 franchi di tassa «servirebbe più collaborazione coi medici»

Il coordinatore dei pronto soccorso dell’Ente ospedaliero cantonale Mattia Lepori in merito alla proposta e alle sue conseguenze: «Dietro a un sintomo di lieve entità può nascondersi una brutta sorpresa»
© CdT/Archivio
Paolo Gianinazzi
16.12.2019 19:27

Far pagare 50 franchi ai pazienti che si recano senza una valida motivazione al pronto soccorso? L’idea, nata da un’iniziativa parlamentare già approvata al Nazionale e che nella prossima sessione sarà discussa anche agli Stati, sta sollevando diverse critiche in Svizzera e in Ticino. Ad esprimere diverse perplessità su questa misura, tramite una lettera, anche il co-ordinatore del pronto soccorso dell’Ente ospedaliero cantonale Mattia Lepori. Una lettera firmata anche dai medici e infermieri responsabili dei quattro pronto soccorso dell’EOC (Lugano, Bellinzona, Locarno e Mendrisio). E se la tassa da 50 franchi non fosse la strada da percorrere, abbiamo chiesto a Lepori quale soluzione sarebbe più praticabile per ridurre il fenomeno del sovraffollamento e dell’aumento dei costi della salute. Secondo il medico, da noi raggiunto al telefono, «bisogna quando possibile far tornare i pazienti da loro medico di base». Ad esempio, ci spiega Lepori, «in Svizzera tedesca e francese sono nate delle permanenze mediche aperte 24 ore su 24, dove i medici di base si alternano per rispondere a questo tipo di esigenze. In Ticino dobbiamo rafforzare la collaborazione con i medici sul territorio. Stanno nascendo le realtà dei centri medici che, a mio modo di vedere, sono il futuro della medicina di famiglia».

Circa il 20%
Ma quanti pazienti si recano al pronto soccorso per casi di lieve entità? Lepori ci spiega che «in Ticino l’EOC nei suoi pronto soccorso registra circa 90 mila accessi all’anno di persone adulte. Di questi, a dipendenza dell’ospedale, circa il 15-20% all’entrata viene registrato per un sintomo considerato di lieve entità». A questo proposito, però, Lepori tiene a precisare che «ogni tanto, dietro a quel sintomo, poi si nascondono delle brutte sorprese. Non saranno molti casi - precisa - ma uno che rinuncia per via della tassa sarebbe già uno di troppo».

Tentativo necessario
A giudicare invece questa misura un tentativo necessario per arginare il fenomeno del sovraffollamento nei pronto soccorso è il consigliere nazionale Alex Farinelli: «I fatti ci dicono che il sovraffollamento è dovuto in parte anche a persone che si recano al pronto soccorso quando potrebbero andare dal medico di base. E ciò va a discapito di chi ne ha veramente bisogno. Il punto centrale è poter fornire il miglior servizio possibile ai pazienti, ed è soprattutto una questione di qualità delle cure, non finanziaria. Qualcosa va fatto, e quella dei 50 franchi può essere una soluzione. Dire che la tassa diventa motivo di rinuncia quando una persona ha veramente necessità di andare al pronto soccorso mi sembra una forzatura».

La motivazione

L’iniziativa, nata da un’iniziativa parlamentare già approvata al Nazionale e che nella prossima sessione sarà discussa anche agli Stati, prevede una tassa di 50 franchi per chi si reca al pronto soccorso per problemi considerati lievi. Dal provvedimento sarebbero esclusi i bambini e i giovani (fino a 16 anni), i pazienti inviati da un medico e quelli che vengono successivamente ricoverati. La tassa, si legge nelle motivazioni che accompagnano l’atto parlamentare, «renderebbe i pazienti più consapevoli» e «contribuirebbe a sgravare i reparti di pronto soccorso e quindi anche a contenere l’evoluzione dei costi della salute».