Animali

«Piuttosto che per strada meglio qui nel rifugio»

Reportage da Casa Margherita, struttura per trovatelli che ogni anno, a settembre, apre le sue porte ai visitatori – Lilly Pasta: «A chi ha capito di non potersi prendere più cura dei loro animali e li ha portati da noi dico grazie» – Difficile trovare volontari: «Molti vanno via dopo poco tempo»
©Chiara Zocchetti
Martina Cucinotta
04.09.2023 06:00

Chi giunge a Casa Margherita per la prima volta ha la sensazione di entrare a far parte di una grande famiglia. Nel rifugio per trovatelli di Melano, che ogni anno ai primi di settembre apre le porte ai visitatori, è un continuo andirivieni, tra volontari, amici e gatti, immancabili protagonisti.

Lilly Pasta, attiva da quattro anni nella Protezione animali, ci accompagna tra i locali della villa e ci fa salutare la gatta Biancaneve, principessa non solo di nome ma anche di fatto: «Questo tira graffi è tutto suo. Nessuno riesce a spostarla da qua», ci spiega la volontaria. Come tutti coloro che operano a Casa Margherita, anche Lilly si è vista costretta a sacrificare il proprio quotidiano a favore del rifugio. «Sono dieci giorni che lavoro qui senza sosta, tralasciando anche i lavori di casa mia. C’è molto da fare, soprattutto pulizie. Molti volontari se ne vanno via dopo poco tempo», racconta e dopo poco si commuove: «A tutti coloro che hanno capito di non potersi prendere più cura dei loro animali e li hanno portati qui da noi dico grazie. Non vorrei mai che li abbandonino in strada».

Fondato nel 1978

Nonostante l’aspetto accogliente, Casa Margherita ha vissuto anche tempi molto difficili. Il rifugio è stato fondato nel 1978 per volontà della proprietaria, Helga Geiger, finita al centro di una polemica nel 2018 per le condizioni in cui versavano diversi trovatelli accolti nella struttura (che aveva difficoltà nel trovare volontari). Dopo la morte dell’anziana, nel 2019, una nuova gestione ha preso le redini del rifugio, riuscendo, in parte, a risollevarlo dai problemi economici. «Riceviamo sostegno da donazioni e lasciti, ma le spese veterinarie sono ingenti – ci spiega Susan Deagl, attualmente responsabile del rifugio –. Da qualche anno facciamo anche da pensione agli animali per chi va in vacanza».

Ad oggi Casa Margherita conta 80 gatti, 36 conigli, 2 uccellini, un cane, delle tartarughe e 20 degu, dei topolini del deserto. «In confronto ad altri periodi, in questo momento non ospitiamo molti animali – continua la volontaria –. Quest’anno siamo riusciti a dare in adozione 70 trovatelli, ma a molti che volevano adottare abbiamo anche detto di no, perché quando ci sono le intenzioni sbagliate si corre il rischio che gli animali vengano abbandonati. Ci dicono spesso che ne abbiamo troppi e che non dovremmo essere schizzinosi, ma darli via non è la soluzione. Piuttosto che farli finire sulle strade e nei boschi preferiamo tenerli nel rifugio».

«Non abbandonateli»

Quello dell’abbandono è un tema caldo per i volontari di Casa Margherita e Gianpio Aiani, presidente dell’Associazione Soccorso Animali del Mendrisiotto, tiene a rimarcarlo: abbandonare o maltrattare un animale è vietato dalla legge, così come i casi di negligenza possono essere puniti con una multa. «Quest’estate mi sono imbattuto in una macchina con all’interno due cani lasciati al caldo – ci spiega il presidente –. Sono quasi arrivati al collasso. Spesso si pensa di lasciare la macchina all’ombra e di sbrigare velocemente le faccende, ma cinque minuti diventano presto trenta».

Inoltre, in seguito alla pandemia, il numero di animali abbandonati è aumentato. Aiani ce lo conferma. «Molti hanno comprato conigli da compagnia, ma una volta finito il covid, il ritorno alla normalità ha spinto le persone ad abbandonarli nei boschi, dove poi finiscono per essere uccisi da altri animali. Quest’anno ho trovato 15 coniglietti morti, investiti o divorati», spiega il presidente, appellandosi poi a tutti i proprietari di animali da compagnia: «Se non volete più accudire i vostri amici a quattro zampe non esitate a portarli a Casa Margherita o nei rifugi sul territorio. Il servizio è gratuito».