Polo sportivo, degli eventi e della Giustizia

Il progetto di realizzare una «città della Giustizia» dove sorge lo stabile EFG in via Franscini a Lugano - ne scrivevamo il 27 aprile - ha subito una battuta d’arresto e potrebbe naufragare. La Commissione della gestione del Gran Consiglio non sembra propensa ad avallare gli 80 milioni di franchi richiesti per l’acquisto dell’immobile progettato da Mario Botta e i 224 milioni in totale che si stima siano necessari per l’intera operazione. Il «pacchetto» potrebbe quindi essere rispedito al Governo per ulteriori approfondimenti. E tutto ciò preoccupa la Città. Come mai? Il rischio è che il progetto venga realizzato altrove e che Lugano perda il suo ruolo di «capitale giudiziaria». Per questo il Municipio, come ci ha confermato il sindaco Marco Borradori, proprio in questi giorni ha inviato una lettera al Consiglio di Stato ribadendo l’importanza, per la Città, di continuare a ospitare sul suo territorio i principali settori della Giustizia.
Ritorno alle origini
E il Municipio di Lugano torna anche a battere sul chiodo chiamato Cornaredo. Già nel 2017 infatti la Città aveva sottoposto al Cantone la possibilità di trasferire Palazzo di Giustizia in una delle due torri che, referendum permettendo, verranno realizzate nell’ambito del nuovo Polo sportivo e degli eventi. L’idea, sottoposta alla Logistica e al Dipartimento delle Istituzioni, prevedeva che la Città occupasse una delle torri inserendoci parte dell’amministrazione comunale e che il Cantone trasferisse nell’altra le attività del settore giudiziario. Il Consiglio di Stato ha però preferito guardare altrove e puntare sullo stabile EFG. Ora però il Municipio è convinto che la soluzione Cornaredo sia tornata di strettissima attualità. Il Cantone potrebbe infatti trattare con i privati che realizzeranno il PSE e decidere come modellare gli spazi. E discutere il modello di finanziamento: se pagare cioè un affitto o negoziare l’acquisto dell’immobile. A Cornaredo, ci è inoltre stato spiegato, rientrerebbero in linea di conto anche i quattro edifici previsti lungo via Trevano che si vorrebbe destinare a scopo residenziale, come previsto nell’accordo con i privati recentemente avallato dal Consiglio comunale.
Difficile fare previsioni
Che succederà ora? Il Governo prenderà in considerazione l’ipotesi Cornaredo? Molto dipenderà da cosa deciderà di fare il Gran Consiglio e, appunto, la Gestione. Il 27 aprile il presidente della Commissione Matteo Quadranti aveva spiegato che le opzioni sul tavolo erano essenzialmente due. Una era «presentare due rapporti al Parlamento: uno di minoranza favorevole al messaggio governativo e l’altro di maggioranza, contrario all’acquisto». Con il rischio però di portare in Parlamento un messaggio che, con ogni probabilità, verrebbe bocciato. «La seconda possibilità è far capire al Consiglio di Stato che oggi non c’è una maggioranza che approverebbe il messaggio governativo così com’è, e chiedere dunque di valutare l’ipotesi di presentarne uno nuovo». Il consigliere di Stato Norman Gobbi, responsabile del Dipartimento delle Istituzioni, aveva fatto sapere che «un piano B» non esiste. «Quella a cui è arrivato il Governo - aveva sottolineato - è una soluzione ben studiata alla quale si è giunti dopo un lungo percorso di analisi che ha voluto confermare la presenza dei servizi in centro città, proprio per il ruolo istituzionale del terzo potere dello Stato. Una soluzione che è stata appoggiata da tutte le autorità giudiziarie coinvolte nel progetto». E secondo il consigliere di Stato uno stop comporterebbe non pochi problemi alle autorità giudiziarie che «da tempo necessitano di spazi adeguati e di una soluzione definitiva dal punto di vista logistico».
Quel che è previsto
All’interno dello stabile EFG è previsto il Tribunale d’appello (compresi il Tribunale penale cantonale e la CARP attualmente a Locarno), la Pretura penale (oggi a Bellinzona) e le Autorità regionali di protezione (ARP). Nell’attuale Palazzo di Giustizia di via Pretorio (a sua volta da ristrutturare) troverebbero invece posto il Ministero pubblico unificato con le attuali sedi di Lugano e Bellinzona, la Magistratura dei minorenni e la Polizia cantonale.