Polo sportivo: siamo alla resa dei... conti

Nell’edizione di ieri abbiamo presentato il progetto del PSE - al centro, il 28 novembre, di una votazione popolare - nel suo complesso. Oggi ci concentreremo su uno degli aspetti che sta facendo maggiormente discutere: i costi dell’operazione e le sue modalità di finanziamento.
1) Lugano può permettersi questo investimento?
Il Municipio sostiene che stadio e palazzetto costeranno alla Città, «nella peggiore delle ipotesi», 229 milioni di franchi (167 milioni quale tetto massimo di costo per la costruzione e 62 milioni di interessi – 2,38% per l’arena sportiva e 3,08% per il palazzetto), da pagare sull’arco di 27 anni. Una forma di leasing dunque. L’Esecutivo sostiene che, senza pagamento rateale, non sarebbe in grado di sostenere un investimento di questa portata, soprattutto considerando che nei prossimi quattro anni la Città intende investire 210 milioni per altri progetti, che rischierebbero dunque di venir ritardati. L’obiettivo della Città è contenere il fabbisogno aggiuntivo annuale a circa 10 milioni grazie ai contributi, al contenimento delle spese di costruzione e all’indicizzazione dei diritti di superficie.
2) Perché la Città non chiede direttamente i soldi necessari alle banche?
Questa è una delle domande su cui fanno maggiormente leva i contrari, convinti che la Città - trattando direttamente con le banche - otterrebbe un tasso d’interesse inferiore al 2/3% stabilito nel contratto con i privati. L’Esecutivo sostiene però – e questo si ricollega con la domanda precedente – che un finanziamento diretto del PSE da parte Città avrebbe come conseguenza l’aumento dell’indebitamento strutturale e un peggioramento della solvibilità e dell’affidabilità finanziaria di Lugano (rating).
3) Cosa ci guadagnano i privati?
Ai privati, che anticiperanno i costi di realizzazione di stadio e palazzetto e che complessivamente (compresi i contenuti non sportivi) investiranno 374 milioni, verrà offerta la possibilità di realizzare le due torri (in cui la Città intende trasferire, pagando un affitto, una parte dell’amministrazione comunale), il blocco servizi (in cui entrerà la Polizia comunale) e poi in una terza fase i 4 palazzi residenziali. I privati incasseranno dunque affitti, ma pagheranno alla Città 920.000 franchi l’anno, per i prossimi 90 anni, per i diritti di superfice.
4) Di quanto aumenterà il moltiplicatore?
È prospettato un aumento massimo del moltiplicatore del 3% (indipendentemente dal fatto che si proceda con l’accordo pubblico-privato o in proprio).
5) Lo stadio, da solo, costerà 99,7 milioni: è tanto o poco?
È sempre molto complicato fare paragoni con gli altri progetti realizzati in Svizzera. I contrari al PSE sostengono che lo stadio avrà un costo di 10.000 franchi a posto a sedere e dunque sarà il più caro in Svizzera. Il Municipio parla di 6.000 franchi a posto a sedere, e dunque perfettamente in linea con le altre arene realizzate nella Confederazione negli ultimi anni. Come si può spiegare questa discrepanza tra le due posizioni? Costruire lo stadio di Lugano costerà 66 milioni più IVA, a cui però occorre aggiungere costi che per altri progetti non c’erano. Per esempio la demolizione del vecchio stadio e la costruzione (7 milioni di franchi) di uno stadio provvisorio. Spese accessorie e IVA incidono per circa 11 milioni.
6) A Lugano converrebbe riscattare in anticipo il nuovo stadio e il palazzetto?
Sì. Secondo l’accordo con i privati, la Città ha la possibilità di ridurre i costi di finanziamento versando degli ammortamenti straordinari (iniziali o successivi) oppure tramite il riscatto anticipato delle opere. Ci sarà la possibilità di riacquistare il nuovo stadio e il palazzetto dello sport alla consegna o dopo cinque anni. Da quel momento lo stadio sarà riscattabile ogni anno, mentre il palazzetto ogni cinque. Prima Lugano riscatta le strutture, più risparmia sugli interessi del leasing. Chiaramente la Città dev’essere nelle condizioni di farlo, e questo dipenderà da come evolverà la situazione finanziaria del Comune nei prossimi anni.
7) Per Lugano è l’investimento più importante di sempre?
Il LAC era costato circa 240 milioni di franchi. Per il nuovo stadio e il palazzetto dello sport il tetto massimo di spesa è fissato a 167 milioni di franchi, che sommati ai costi del leasing – nel caso in cui la Città non riscatti le strutture prima o proceda ad ammortamenti straordinari e se non dovessero esserci dei risparmi in fase costruttiva – porterebbero a una spesa per i contenuti sportivi di 229 milioni di franchi, esclusi i costi già sostenuti per la progettazione (14 milioni) e quelli del progetto del centro sportivo al Maglio (che costa 37 milioni ma non è oggetto del referendum). Una risposta precisa la si potrà quindi avere solo alla consegna degli impianti, ma si può dire che LAC e PSE, a livello di spesa per la Città, sono sullo stesso livello. Sono gli unici due progetti per cui Lugano ha investito o vuole investire così tanto. A livello di cifre assolute – un milione di trent’anni fa non vale come un milione di oggi – dietro queste due opere c’è il vuoto.
Alla cassa ci va Lugano, ma è meno sola di prima
«Lugano ha giocato da sola» titolavamo in febbraio analizzando la scarsa partecipazione finanziaria di altri enti pubblici al progetto del PSE. In nove mesi la situazione è migliorata: il Cantone ha aumentato il suo contributo – su cui comunque dovrà esprimersi il Parlamento: occhio a un possibile referendum bis – da 7 a 18 milioni, la Confederazione ne ha messi sul tavolo 5 e i Comuni del Luganese, pressati dal Consiglio di Stato, hanno almeno iniziato a parlarne. Quanto può attendersi Lugano dai «vicini di casa»? Difficile dirlo, ma probabilmente sarà una cifra che non sposterà gli equilibri finanziari del progetto. Anche a causa del momento in cui viene discussa: a giochi praticamente fatti. Come il LAC, il Polo sportivo è stato ideato e portato avanti dalla sola Lugano, per scelta o per mancanza di un reale interesse di altri attori istituzionali. Non è sempre stato così. All’inizio degli anni ‘90, Lugano aveva finanziato la costruzione della nuova pista di ghiaccio della Resega grazie anche al contributo dei Comuni del distretto, chiamati a coprire il 10% della spesa (2 milioni su 20) in base a una chiave di ripartizione che teneva conto della forza finanziaria, della popolazione e della distanza dalla città. Se oggi dai Comuni arrivasse un contributo di quelle proporzioni percentuali, Lugano non crederebbe ai suoi occhi. E i 18 milioni del Cantone? Sono tanti o pochi? Anche qui: difficile dirlo. Possiamo solo ricordare quanto hanno stanziato altri Cantoni per progetti simili, anche se per fare un confronto equilibrato bisognerebbe tenere conto dei diversi rapporti finanziari fra Cantoni e Comuni, dei contenuti , del ruolo dei privati e altro: troppe variabili. Comunque: il Sankt Jakob Park di Basilea è stato sostenuto con 9 milioni su 90 totali; lo Stade de Genève con 28 su 102; il Canton Zurigo ha partecipato con 30 milioni alla costruzione del Letzigrund, costato 110; il Canton Lucerna ha coperto 15 dei 100 milioni necessari per la Swissporarena; il Canton Berna, infine, ha concesso 11 milioni sui 77 necessari per la Tissot Arena e la pista di ghiaccio di Bienne.