Ponte di Spada, c'è un ricorso

Solo poche settimane fa diversi granconsiglieri del Luganese, Fabio Schnellmann in primis, festeggiavano perché erano stati sbloccati tutti i fondi necessari per realizzare il Ponte di Spada, la passerella ciclopedonale che collegherà le due sponde del Cassarate all’altezza di Cagiallo e Dino. Ma tutto questo non accadrà. La delibera del 28 agosto con cui il Consiglio di Stato ha assegnato la commessa da oltre 9 milioni al Consorzio Ponte di Spada quale impresa generale di costruzioni è infatti oggetto di ricorso al Tribunale amministrativo cantonale (TRAM) da uno dei due altri consorzi offerenti (non siamo riusciti ad appurare quale): Ti-Gri e Spada. Il primo aveva presentato un’offerta finanziaria più contenuta di circa un milione, il secondo un’offerta equivalente (ma il criterio del prezzo, seppure preponderante, non è l’unico).
Lo sviluppo, che ha coinciso proprio con i giorni che erano sembrati sancire la fine del tribolato percorso d’avvicinamento alla realizzazione dell’opera, comporterà dunque ulteriori ritardi, non fosse altro che per evadere l’incombenza (si sarebbe alla fase dello scambio di osservazioni). Poi dipenderà da quel che deciderà il TRAM. Potrebbe finire lì, esserci ulteriori ricorsi, oppure una nuova delibera.
Sfortunata coincidenza
Quanto ai motivi del ricorso, spiega il capoarea operativa della Divisione delle costruzioni Fabiano Martini, "senza entrare nel merito della procedura possiamo anticipare che il ricorso verte su tematiche correlate alla valutazione dei criteri di aggiudicazione". Che esso abbia essenzialmente coinciso con lo sblocco dei fondi è stata una sfortunata coincidenza. Benché l'apertura delle offerte risalga a metà marzo, "per oggetti e procedure di questa particolarità la loro analisi si suddivide in diverse fasi (verifica completezza documentazione, analisi idoneità, analisi aggiudicazione) che necessitano di tempi relativamente lunghi coinvolgendo diversi servizi".
Nel messaggio governativo si parlava di inizio dei lavori già questo autunno "per motivi tecnici". Quali essi siano, e cosa comporti in questo senso il ricorso, l'abbiamo chiesto sempre a Martini: "Poter iniziare i lavori in autunno permetterebbe di completare i lavori preparatori e la realizzazione delle opere di sottostruttura e delle fondazioni entro la prossima primavera, questo per permettere di eseguire i lavori di posa della carpenteria metallica durante i mesi dell’anno più miti e con meno variazioni giornaliere della temperatura (indicativamente tra aprile e settembre). Queste condizioni riducono infatti le dilatazioni termiche dell’acciaio facilitandone l’assemblaggio. Iniziare in altri periodi dell’anno rimane comunque fattibile ma andranno presi degli ulteriori accorgimenti a livello di monitoraggio dei lavori".