Perle nascoste del mendrisiotto

Pontegana e le streghe del castello

In questa puntata della nostra rubrica estiva vi raccontiamo di un’antica fortezza di Balerna e di rituali notturni dedicati al diavolo
© CdT/Chiara Zocchetti
Luca Bernasconi
13.07.2021 06:00

«Dove si trova il colle di Pontegana?» potrebbe essere la domanda di un maestro ai suoi allievi. Ma forse nemmeno molti adulti saprebbero rispondere. E chissà se qualcuno sa che un tempo sul colle troneggiava un castello, ormai ridotto a un cumulo di macerie.

I ruderi del castello di Pontegana si trovano a Balerna sul colle vicino all’uscita dell’autostrada a Chiasso. Rappresentano una delle poche testimonianze ancora visibili del sistema di difesa nel Basso Mendrisiotto sin dal periodo romano. Il maniero era uno degli anelli della linea di fortificazioni che comprendeva quelli di Castel San Pietro, di Morbio Inferiore, di Morbio Superiore e probabilmente quello che sorgeva in zona «al Caslasc» a Balerna, residenza nell’ottavo secolo del signore longobardo Guniataut Rotcoassi.

Il castello di Pontegana, che sorgeva a fianco dell’oratorio dell’Addolorata (che sorge a sua volta sulle fondamenta del precedente luogo di culto dedicato a Sant’Ilario, già cappella del complesso fortificato), viene citato per la prima volta in un documento redatto da Totone da Campione come proprietà di Ragiperto da Pontegano, figlio di Ragifrit, nel 789 dopo Cristo. La sua origine è però più antica: difficilmente collegabile alla presenza degli Insubri – una tribù gallica stanziata nella regione già qualche secolo prima di Cristo – ma più probabilmente bizantina e databile attorno al 400 dopo Cristo. La sua posizione strategica è evidente poiché sbarrava l’accesso alla Valle di Muggio e controllava i movimenti attraverso il Mendrisiotto in direzione di Como.

Tramontato il dominio longobardo, attorno all’anno mille la fortificazione passò sotto il controllo del vescovo di Como e, nel 1126, venne espugnata dai Milanesi che riuscirono a conquistarla solo grazie al tradimento del corrotto castellano Gisalberto Clerici. L’edificio non fu distrutto e restò abitato almeno sino al XIV secolo quando il vescovo di Como Bonifacio da Modena (a cui è pure legata la storia della Chiesa Rossa di Castel San Pietro) ordinò alcuni lavori di ristrutturazione. Altre testimonianze dell’attività del maniero risalgono al XVI secolo. Successivamente una parte dei suoi ruderi venne utilizzata per la costruzione della facciata della Collegiata a Balerna, mentre, nel 1962, un’altra parte fu abbattuta per far posto all’attuale caseggiato, riciclando parte delle mura nella costruzione della ferrovia e dell’autostrada sottostante il promontorio del castello.

Numerose sono le leggende legate a Pontegana e al suo promontorio, sulla sommità del quale sono ancora visibili non solo i ruderi del castello ma anche alcuni sarcofagi di pietra risalenti all’epoca romana. La tradizione popolare individua infatti a Pontegana uno dei numerosi «barlott» ovvero uno dei luoghi in cui nottetempo le streghe si riunivano per adorare il diavolo e ricevere da lui i poteri necessari per compiere il male. Nel loro studio sui processi per stregoneria nel Distretto del Mendrisiotto, Alberto Cairoli e Giovanni Chiaberto citano Pontegana nell’elenco dei luoghi visitati da un esorcista.

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