«Posti barca? Attenti alle rive»

Riuscire a trovare un posto barca sul Ceresio è un’ardua impresa. Lo sa bene chi, in questi anni, ha provato ad ottenere uno stallo in uno dei porti comunali sulle rive del bacino. Una questione della quale ci siamo occupati alcune settimane or sono: interpellando i Comuni affacciati sul Ceresio siamo riusciti a censire più di 1.400 posti barca, ma di questi soltanto cinque erano disponibili. Gli altri, tutti affittati (vedi CdT del 15 agosto). Una domanda che ha sovrastato l’offerta e che ha creato numerose liste d’attesa. Due su tutte quelle di Lugano e Mendrisio: in Città, su oltre 750 parcheggi per natanti, c’è una lista di più di settanta persone. A Mendrisio sono tutti occupati i 44 posti al porto di Capolago e in attesa ci sono 57 domande. Troppi pochi posti o troppe persone che vogliono avere il proprio natante sul Ceresio?
Una domanda che abbiamo rivolto al direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali. «Per capire la reale entità del problema bisognerebbe sapere quanti dei posti recensiti sono effettivamente usati», ci risponde. Questo perché «dai regolari contatti che i servizi del Dipartimento intrattengono con le autorità comunali emerge che alcuni posti barca rimangono vuoti (sebbene l’affitto venga regolarmente pagato)». In più, aggiunge, v’è da capire «quanti natanti poi escono effettivamente dal porto o rimangono ‘ancorati’ per mesi». In sostanza, spiega, «prima di aumentare l’offerta di posti barca sarebbe utile capire se si può usare meglio quelli esistenti».
Un sottile equilibrio
Difficile, evidentemente, far andare tutti d’accordo. Chi fatica ad ottenere un posto si lamenta. Ma non sono gli unici: in effetti «non mancano neanche le lamentele in senso contrario, ovvero che vi è troppa attività nautica». Il consigliere di Stato si riferisce in particolare «ai periodi in cui il livello del lago è particolarmente alto e il moto ondoso causato dai natanti danneggia le proprietà sulle rive. In ogni caso – sottolinea –, i rapporti con le autorità locali sono continui e costruttivi e non vi sono preclusioni al dialogo».
D’altro canto, attorno ai bacini del Ticino, vi sono più interessi: «I laghi sono ambienti caratterizzati da molteplici attività legate allo svago, al turismo, al trasporto, alla pesca, e tutto ciò è «da coniugare con la tutela degli ambienti naturali delle rive e delle acque». Per il Cantone, dunque, è fondamentale «trovare un equilibrio fra queste esigenze, muovendosi nell’ottica dell’interesse pubblico e quindi della fruizione delle rive, della protezione e valorizzazione degli ambienti naturali e del paesaggio lacuale, a tutto vantaggio pure dell’attrattiva turistica. In questo senso – evidenzia Zali riferendosi anche alla protezione delle rive – si preferisce contenere la proliferazione di stazionamenti privati e campi boe sparsi lungo le rive, in favore della loro concentrazione in porti regionali e comunali».
Si pianifica a Melide e Paradiso
Già, i porti regionali e comunali. Proprio nell’ottica di una «concentrazione», alcuni progetti sono in cantiere. A Riva San Vitale, come avevamo già scritto il 25 marzo, c’è l’intenzione di realizzare un porto galleggiante che ospiti 75 barche. All’orizzonte ce ne sono però altri. «Le iniziative più concrete – conferma il nostro interlocutore – sono i porti a Melide e a Paradiso, entrambi in corso di pianificazione, di 80 e rispettivamente 100 posti». Ma non saranno posti «in più».
Infatti, «i nuovi porti sono destinati ad assorbire gli stazionamenti sparsi lungo le rive, quindi complessivamente il numero totale di natanti non dovrebbe cambiare di molto». Poi, rammenta, «un porto non può essere costruito a ogni angolo di lago, poiché si tratta di un’infrastruttura con importanti impatti che vanno coniugati con altri fattori: accessibilità dalla terra ferma, protezione delle rive e della fauna ittica, integrazione nel paesaggio, movimento delle correnti e dei venti, conformazione dei fondali».
L’esempio del Verbano
Altro aspetto in fase di studio è quello relativo agli attracchi temporanei. Qualcosa, sulle sponde del Verbano, si è già mosso. «Il Dipartimento – conferma il consigliere di Stato – ha collaborato ad uno studio per individuare le migliori posizioni per la creazione di cosiddetti posti turistici (attracchi temporanei e soste di breve durata), di cui si cominciano a vedere i risultati». Negli ultimi due anni, a questo proposito, «sono state sottoposte delle iniziative per realizzarne alcuni, avallati positivamente. Sul Ceresio non è mai emersa un’esigenza esplicita su questo tema, ma siamo aperti al dialogo con le autorità locali».
No alla sosta selvaggia
C’è, infine, un ultimo quesito. Nel formulario da compilare per ottenere la licenza di navigazione e la targa della barca è necessario indicare il «possesso di un luogo di stazionamento autorizzato». Ma in diversi Comuni – come nel caso di Mendrisio – i posti sono assegnati solo se la barca è immatricolata. Le due richieste non sono in conflitto? «Lo scopo del coordinamento interno tra l’Ufficio del demanio, competente per il rilascio delle autorizzazioni, e la Sezione della Circolazione servizio navigazione, è semplicemente quello di evitare l’immatricolazione di un numero di natanti superiore ai posti barca disponibili sulle rive del lago». Un problema «riscontrato negli scorsi anni, che portava al proliferare di singoli stazionamenti privati senza autorizzazione».