Postriboli e night club si oppongono alla chiusura

A diversi locali a luci rosse del Ticino non è andata giù la decisione cantonale di imporre - quale misura per contenere il diffondersi della pandemia - la chiusura dei postriboli almeno fino al 30 ottobre. «Confermo - ci ha fatto sapere un avvocato - che c’è l’intenzione di ricorrere. Il discorso è legato ai locali a luci rosse ma anche ai night club e ai pianobar».
L’avvocato sostiene di rilevare una contraddizione nel fatto che il 9 ottobre il Governo avesse ordinato la chiusura delle discoteche, non inserendo fino al 16 ottobre anche i locali a luci rosse nella «lista nera» delle attività da chiudere. «E in quel lasso di tempo non si sono registrati episodi rilevanti, tali da imporre la chiusura». «Si tratta - sostiene ancora il legale - di una violazione della libertà di commercio. Stiamo parlando di professioniste che non hanno alcuna voglia di prendere la COVID e locali che sottostanno a piani di protezione approvati a livello cantonale e nazionale». Per i locali a luci rosse si tratta però anche e soprattutto di un problema finanziario. «Non hanno entrate ma hanno uscite, anche perché le indennità di lavoro ridotto scattano solo a partire dal decimo giorno». Per l’avvocato inoltre, «per coerenza», andavano chiusi anche gli appartamenti del sesso. Stando a nostre informazioni sarebbero almeno 6 i locali a luci rosse che hanno espresso l’intenzione di chiedere al Governo una revisione della decisione.