Prato Sornico, processo al via

PRATO SORNICO – In ogni conquista della tecnica, per quanto mirabile, resta un ingranaggio a rischio di cedimento: l?uomo. Una constatazione particolarmente adatta per descrivere quanto accaduto – ormai un anno e mezzo fa – a Prato Sornico, in valle Lavizzara, a valle della pista artificiale di ghiaccio. Perché a provocare la morte di un intero tratto di fiume – e di un numero imprecisato di pesci, stimato in circa 4'000 esemplari – non è stata semplicemente una perdita di ammoniaca, quanto piuttosto una incredibile combinazione di errori e gravi negligenze. Questo, perlomeno, è quanto emerso oggi in pretura a Bellinzona, nella prima giornata del processo a carico di due responsabili della catena di eventi che ha portato al disastro ecologico.
Il dibattimento di fronte al pretore Marco Kraushaar – che proseguirà domani, dopo il sopralluogo di oggi pomeriggio alla pista di ghiaccio San Martino – vede alla sbarra, per infrazione alla legge federale sulla protezione delle acque, un 69.enne idraulico in pensione e un 49.enne tecnico frigorista di una ditta italiana. Proprio quest?ultimo è stato sentito per primo, stamattina. Per fare luce più precisamente su quanto accaduto il 18 agosto 2008, giorno del catastrofico gran finale, sarà decisiva la testimonianza del 69.enne, attesa per la mattina di domani.
