Meteo

Precipitazioni da record in alcune valli e venti fino a 181 km/h

Con Luca Nisi di Meteosvizzera analizziamo il weekend di maltempo, tra raffiche di Scirocco e piogge abbondanti in tutto il cantone - Il Verbano esonda, ma «la situazione è sotto controllo»
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Online
04.10.2020 13:15

Da nord a sud, il Ticino è stato sferzato dal maltempo durante tutto il fine settimana, con raffiche di vento e piogge abbondanti. Il peggio ora sembra essere passato, eppure, come conferma Luca Nisi di Meteosvizzera, il brutto tempo ci accompagnerà ancora per qualche giorno. «La depressione, anche se si sta indebolendo, continua a ruotare tra Regno Unito e Bretagna, quindi anche per i prossimi giorni ci attendono cielo coperto e qualche precipitazione. Da mercoledì assisteremo a un netto cambiamento, con sole e temperature miti (fino a 21 gradi). Nuove precipitazioni dovrebbero sopraggiungere nel prossimo fine settimana».

Record a Bosco Gurin e Piotta

Guardando a quanto accaduto nelle scorse ore, stando ai dati forniti da Meteosvizzera, sono stati superati i 400 millimetri nelle 24 ore nelle Centovalli, in Gambarogno e in Valle Bedretto sono stati registrati quantitativi che vanno dai 200 ai 350 millimetri, mentre nelle altre regioni sono scesi quantitativi minori, tra gli 80 e i 100. «Per alcune stazioni, come Bosco Gurin e Piotta, si tratta addirittura di un record», spiega Nisi. Insieme alla pioggia, il vento di Scirocco ha soffiato incessantemente da venerdì sera a sabato mattina, in particolare sul Ticino centro-meridionale e nelle vallate superiori. «In pianura le raffiche sono rimaste tra 90 e i 110 km/h, mentre in montagna si è arrivati ai 144 km/h a Cimetta, fino a toccare i 181 km/h del Matro, il valore più alto per la stazione dall’inizio delle misure».

«Tutto normale, visto il periodo autunnale»

Nonostante qualche record, l’evento atmosferico che ha caratterizzato le giornate di venerdì e sabato non ha nulla di anomalo, visto il periodo autunnale. Anzi, come spiega Luca Nisi, sono stati gli ultimi due anni a rappresentare una stranezza, con i mesi di settembre e ottobre caratterizzati da temperature ancora estive: «Negli ultimi anni le precipitazioni si erano spostate verso novembre e dicembre, mentre quest’anno siamo più in linea con la climatologia e con quanto accadeva in passato, con il maltempo arrivato già a fine agosto».

Tuttavia, prosegue Nisi, «se a agosto abbiamo assistito a precipitazioni di carattere temporalesco, con forti piogge concentrate in poche ore e su regioni limitate, tra venerdì e sabato le precipitazioni hanno interessato una fetta maggiore di territorio e la pioggia è caduta con minore intensità e con maggiore regolarità nell’arco delle 24 ore. Alla fine, in alcune località - soprattutto tra Gambarogno e Alta Vallemaggia - abbiamo registrato quantitativi di acqua superiori a quelli di agosto». Diversa, di riflesso, anche la conta dei danni: «I forti temporali di fine agosto avevano comportato danni maggiori, soprattutto nel Gambarogno e sul piano di Magadino. In questo caso, invece, i sorvegliati speciali sono i corsi d’acqua».

Il Verbano esonda, ma «è sotto controllo»

Il livello del Verbano ha continuato ad aumentare nel corso della notte e l’acqua ha preso possesso di alcune strade a ridosso del lago. Stando ai dati del Dipartimento del territorio, le acque hanno raggiunto un livello di 195.47 m, appena sotto la soglia di allarme di 195.5 m. Meteosvizzera ha da parte sua aumentato il grado di allerta, che è passato da 2 a 3 (su un massimo di 5). «Le precipitazioni non avranno effetti particolari e non dovrebbe verificarsi un ulteriore aumento del livello del Verbano», ha spiegato da noi contattato Laurent Filippini, a capo dell’Ufficio dei corsi d’acqua del Dipartimento del territorio. La situazione, insomma, «è sotto controllo». «Da mercoledì sapevamo che erano attese precipitazioni con vento forte da sud e che il maltempo era diffuso su tutto il cantone, in particolare sul bacino del Ticino e della Maggia. Le piene, dunque, le attendevamo sul corso d’acqua principale, e non sugli affluenti». A creare qualche problema sono stati proprio il Ticino e la Maggia. «Il Ticino, in particolare, è uscito dai suoi argini sommergibili a Gudo e a Magadino e a Osogna», spiega Filippini. Guardando al Sottoceneri, «abbiamo registrato piene nel Vedeggio, che ha raggiunto i 70 metri cubi, e nel Cassarate, con 40-50. Livelli comunque sotto controllo».