Preservata e naturale: una perla chiamata Breggia

Parte dal Monte Orimento, taglia profondamente la valle fino a sfociare nella pianura di Chiasso. Infine scorre fino a buttarsi nel lago di Como. È il fiume Breggia. O meglio, è la Breggia e guai – alle nostre latitudini – chiamare questo particolare corso d’acqua al maschile. Un fiume che da anche il nome al Comune – appunto, Breggia – nato nel 2009 a seguito della fusione. Uno scorrere dell’acqua ricco di storia e che ha sostanzialmente resistito ai vari cambiamenti intercorsi nei secoli, mano dell’uomo compresa. Ed è proprio quest’ultimo punto ad essere finito al centro delle attenzioni: un lungo tratto del fiume – più precisamente dalle sorgenti sino alla presa d’acqua in località Rovagina – è infatti candidato ad ottenere il certificato «Perla d’acqua Plus». Il Comune di Breggia, quello di Castel San Pietro, il WWF e altri partner portatori d’interesse stanno preparando il dossier affinché si possa ottenere il certificato che, al giorno d’oggi, ricopre una certa importanza. «Nel 2015 il WWF ha condotto una complessa analisi sullo stato dei corsi d’acqua svizzeri» ha spiegato ieri, proprio a pochi passi dalla Breggia, Ruedi Bösiger dell’Associazione Perla d’acqua e del WWF. E il risultato, ammette, è preoccupante: «solo il 20% della rete fluviale svizzera soddisfa i requisiti della Legge sulla protezione delle acque e solo il 3,6% ha ancora un valore ecologico molto elevato». Il fiume momò, in tal senso, si distingue: «La Breggia è l’arteria blu vitale che alimenta i comuni della Valle di Muggio. Il suo percorso scorre all’interno di un paesaggio d’importanza nazionale» e, oltretutto, la Valle «ospita una grande varietà di specie vegetali e animali». Insomma, per Bösiger si tratta di «un fiume di cui andare fieri».
Il marchio
Non manca nulla, dunque, per far sì che si ottenga il pregiato marchio. Perla d’acqua Plus identifica e promuove i fiumi che sono rimasti relativamente inalterati dall’attività umana, nonché gli attori del bacino idrografico che si impegnano a preservarli, per il bene dell’uomo e della natura. Per ottenere il marchio – il quale viene assegnato per 5 anni – è necessario dimostrare la volontà di voler mantenere il corso d’acqua integro con particolare attenzione al mantenimento di un regime di flusso naturale.
Proteggere la biodiversità
Tra gli attori, come detto, v’è anche Castel San Pietro. «In Svizzera la biodiversità è diminuita drasticamente negli ultimi anni a causa della dispersione insediativa, dello sfruttamento e dell’inquinamento delle acque, suolo e diffusione di specie esotiche invasive – ha spiegato dal canto suo la sindaca Alessia Ponti –. Urge dunque il bisogno di preservarla poiché rappresenta un tassello importante per garantire le prestazioni vitali degli ecosistemi e costituisce un patrimonio naturale fondamentale per le generazioni future». Ed è in questo senso che si colloca l’adesione del Municipio: l’etichetta Perla d’acqua Plus «è un modo per sottolineare la resilienza al cambiamento climatico e la necessità che i corsi d’acqua restino accessibili e garantiti al fine di proteggere la biodiversità».
«Preservare il bello»
Sulla stessa lunghezza d’onda si situa anche il sindaco di Breggia Stefano Coduri: «In Svizzera, fiumi e torrenti selvaggi e vivaci sono diventati davvero rari. Oggi la maggior parte dei corsi d’acqua è rettificata, canalizzata o frammentata da dighe e sbarramenti. L’associazione Perle d’acqua richiama l’attenzione sul grande valore di questi ultimi corpi idrici naturali, che nel caso della Breggia, grazie a una conformazione naturale che ne rende difficile l’accesso nella parte alta, risulta a uno stato piuttosto naturale e per questo è nato il desiderio di preservarla». E pronti ad avere una perla nel nostro Distretto.