«Preserviamo quel prezioso boulevard»

«Non siamo accanitamente contrari al nodo intermodale: la stazione di Locarno non dev’essere da meno di quelle degli altri centri del Cantone. Ma questo progetto è completamente sbagliato. Se realizzato andrebbe infatti a rovinare irreparabilmente un comparto commerciale turistico di gran pregio». Renza De Dea ribadisce la contrarietà del comitato «Salva viale Cattori» non tanto alla realizzazione della nuova pensilina allo scalo ferroviario cittadino, ma piuttosto a quello che dovrebbe essere la via d’accesso percorsa dai bus del trasporto pubblico: un tratto del lungolago tra Locarno e Muralto e, questo il motivo dell’opposizione al progetto, gli 80 metri di acciottolato che conducono allo scalo ferroviario cittadino che i promotori del referendum ritengono essere un prezioso «boulevard». Le alternative, secondo il comitato che con la domanda di referendum sottoscritta da quasi 10.000 cittadini chiama alle urne tutti gli iscritti a catalogo elettorale del Canton Ticino, la stazione ferroviaria di Locarno funziona bene così com’è senza bisogno di interventi di grande portata. «Necessita sicuramente di un ammodernamento ed eventualmente un ampliamento che però non richiedono assolutamente uno stravolgimento radicale nella percorrenza e stazionamento dei mezzi pubblici. Le criticità esistenti possono venir risolte facilmente, con una spesa contenuta. Lo spazio e le soluzioni non mancano.
«Le alternative non mancano»
L’alternativa che risolverebbe tutti i problemi, ha precisato Gian-Luigi Varini, si trova al di là della stazione, sul terreno di proprietà delle FFS oggi occupato dal Park & Rail. Terreno - ha aggiunto Varini nella conferenza stampa di ieri con la quale si è voluto replicare a quella della settimana scorsa indetta dai favorevoli al progetto riunitisi nel comitato «Sì alla porta d’accesso del Locarnese» - che si vuol rendere edificabile in modo da aumentarne il valore e consentendo alle Ferrovie di fare un ottimo affare in caso di vendita.
«Lunga lista di svantaggi»
Ma torniamo al progetto che ha ottenuto il via libera dal Gran Consiglio così come il credito di 7,1 milioni a carico del Cantone su un totale di quasi 17. Secondo il comitato «Salva viale Cattori», dei quattro giunti allo stadio finale è quello «più impattante e penalizzante per territorio, ambiente e sicurezza». La lista delle criticità, sempre secondo i contrari al progetto, è lunga. Innanzitutto è l’unico che utilizza una via alternativa - viale Cattori, appunto - per lo scorrimento e stazionamento dei bus; i 17 milioni richiesti ai contribuenti «risulteranno insufficienti vista la più volte dimostrata incapacità di fare i preventivi in Ticino». Sempre dal punto di vista finanziario, «la mancanza di fondi non permette di risolvere la principale problematica dell’attraversamento stradale da parte dei pedoni»: il sottopasso pedonale richiesto a gran voce dai referendisti non verrà infatti realizzato perché ritenuto eccessivamente costoso. Ma non è tutto: il progetto non comprende un autosilo che vedrà la luce solo fra 5 o 10 anni, crea una zona d’incontro sul piazzale della stazione che De Dea e Varini ritengono pericolosa in quanto attraversata da un groviglio di utenti. Detto in altri termini, l’incolumità di pedoni e mobilità lenta è posta in secondo piano anche perché la zona è inadatta alla manovrabilità dei grossi mezzi pubblici. Se dovesse essere messo in cantiere, il nuovo nodo di interscambio richiederebbe due anni e mezzo di lavori che metterebbe a rischio e decine di piccole e medie attività commerciali e centinaia di posti di lavoro. Senza dimenticare, infine, che gli ulteriori semafori previsti lungo via Stazione a Muralto creerebbero ulteriori ingorghi. Insomma, per il comitato «Salva viale Cattori» ci sono innumerevoli motivi per votare no il prossimo 15 giugno.
Tutto il Ticino alle urne
Perché su un tema locale, quale il nodo intermodale alla stazione ferroviaria di Locarno, alle urne sono chiamati tutti gli aventi di diritto di voto del Canton Ticino? Presto detto: il referendum è stato lanciato contro la decisione con la quale il Gran Consiglio nel settembre del 2024 ha approvato il progetto per la realizzazione del nodo intermodale ed il relativo credito di 7,1 milioni a carico del Cantone su una spesa complessiva di quasi 17 milioni. E contro una decisione presa dal Legislativo cantonale sono a chiamati ad esprimersi nel segreto dell’urna tutti i cittadini ticinesi con diritto di voto.