Presunti abusi sulla figlia: a processo madre e patrigno

Violenza carnale, coazione sessuale, atti sessuali con fanciulli, violazione del dovere di assistenza e sottrazione di minore. Sono gravissimi gli addebiti penali a carico di un 45.enne cittadino svizzero del Luganese, comparso alla sbarra alle Assise criminali con l’accusa di aver molestato e violentato, in un’occasione, la figliastra. Imputata è anche la moglie, una 42.enne straniera, accusata di coazione, violazione del dovere di assistenza e sottrazione di minore in correità con il marito. Secondo l’accusa, rappresentata dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni (subentrata durante l’inchiesta al collega Pablo Fäh), la donna avrebbe in sostanza minacciato la figlia di non dire alcunché ad alcuno degli atti sessuali che avrebbe subito.
Addebiti respinti
Entrambi gli imputati (il 45.enne è difeso dagli avvocati Daniele Iuliucci e Simone Creazzo, la moglie dall’avvocato Pierluigi Pasi) respingono fermamente le accuse e il processo è dunque indiziario. La vittima - che avrebbe subito toccamenti in due occasioni, tra il febbraio/marzo 2017 e il gennaio 2019, e una violenza carnale a inizio 2019, avvenuta sul posto di lavoro dell’imputato quando lei era dodicenne - si è costituita accusatrice privata ed è rappresentata dall’avvocata Sandra Xavier.
Un lungo interrogatorio
Interrogati a lungo dalla presidente della Corte, Monica Sartori-Lombardi (a latere i giudici Werner Walser e Giovanna Canepa Meuli), gli imputati hanno negato gli addebiti. Prendendo posizione sulle dichiarazioni della vittima sul presunto stupro subito, il 45.enne ha parlato di «fantasie». La ragazza «ha vissuto con noi dal 2017 a 2020 e non ha mai dato segnali di disagio», ha affermato l’uomo.
«Quali motivi avrebbe per mentire?», lo ha incalzato Sartori-Lombardi. «Da una parte c’è la sua fragilità: quando si arrabbia inventa storie. È stata indotta a dire così, ma non sono arrabbiato con lei», ha replicato l’imputato.
Anche gli altri due episodi (due toccamenti e un bacio) sono stati contestati. Dopo questi due presunti episodi, a inizio 2018 la giovane ne aveva discusso con la madre.
«Io le ho detto che avevo dato un bacio sulla guancia della mia figliastra e mia moglie mi ha creduto», ha risposto il 45.enne. A suo dire, la giovane si sarebbe arrabbiata poiché le era stato ritirato il telefonino che le era stato regalato proprio dal patrigno. Una versione ribadita anche dalla moglie.
«Lei ha creduto a sua figlia quando le ha raccontato del bacio?», ha chiesto la presidente della Corte. «No, non le ho creduto. Spesso raccontava storie non vere», ha risposto la donna. La giudice ha però ricordato come agli atti risulti che la donna si sarebbe invece adirata con il marito per l’asserito bacio. «No, ero arrabbiata perché lui le aveva regalato un telefonino». La donna ha negato di aver voluto nascondere i fatti. Del presunto stupro, ha detto la 42.enne, la figlia non ne ha invece mai parlato. L’inchiesta è partita dopo che la giovane aveva parlato con le compagne di scuola, raccontando loro dei presunti abusi. I genitori di queste ultime hanno poi allertato la Polizia.
Questioni pregiudiziali respinte
Oltre alle accuse di natura sessuale e di coazione, entrambi gli imputati sono accusati di sottrazione di minore in quanto avrebbero, nell’estate del 2022, tentato di allontanare la presunta vittima dalla Svizzera, per farla vivere sotto la tutela della nonna materna nel Paese di origine. Inoltre, avrebbero tentato di costringere la ragazza a firmare un documento che confermava di non aver subito abusi. A questo proposito, in apertura di dibattimento, la Corte ha respinto alcune questioni pregiudiziali sollevate dalle difese, tra cui la richiesta di stralciare proprio le accuse di sottrazione di minore per carenza di querela. La stessa è stata infatti presentata dalla curatrice della giovane, mentre avrebbe dovuto essere inoltrata dall’Autorità regionale di protezione che stava seguendo la famiglia.
La Corte ha deciso di entrare nel merito e si esprimerà nella sentenza. I due coniugi si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere in merito a questa imputazione.
La 42.enne non ha risposto ad alcune domande della presidente che riguardavano anche i sentimenti nei confronti della figlia. Il dibattimento, che si svolge a porte chiuse, riprenderà questa mattina con la requisitoria della procuratrice pubblica.
