Sviluppi

Presunto abuso edilizio a Caprino: «Nessun favoritismo»

Il Municipio di Lugano difende l’operato dei suoi servizi in base ai risultati dell’audit interno: «I collaboratori si sono attenuti alle procedure rispetto alla prassi adottata per tutti i casi analoghi» - Intanto il Cantone ha revocato le licenze edilizie, ma la Città si è opposta: «Non ci sono i presupposti»
©CDT/CHIARA ZOCCHETTI
Federico Storni
25.07.2020 06:00

Si torna a parlare del presunto abuso edilizio commesso a Caprino nel 2018 da un noto imprenditore ticinese, il quale aveva creato una spiaggetta abusiva in gran parte sul demanio, senza chiedere autorizzazione, salvo poi smantellarla, anche in questo caso senza avvertire le autorità. Si torna a parlarne perché il Municipio di Lugano ha preso nuovamente posizione sulla vicenda rispondendo a un’interrogazione del settembre 2019 (primo firmatario l’UDC Tiziano Galeazzi). Così facendo, l’Esecutivo è tornato a difendere il proprio operato a spada tratta, per quanto di sua competenza.

I due filoni

Come noto, i filoni sono due: la spiaggetta abusiva e il modo in cui è stata gestita la concessione di due licenze edilizie per i lavori nell’adiacente villa. Concessione che ha dato adito al sospetto che vi potessero essere stati favoritismi nei confronti dell’imprenditore (su tale ambito sta indagando anche la Procura, in seguito a una denuncia contro ignoti per sospetto abuso di autorità).

Partiamo dalla spiaggia, dove di grandi novità non ve ne sono. Il problema principale era che nessuno si fosse accorto che era comparsa (la prima segnalazione giungerà a lavori già conclusi). Il Municipio giustifica questa mancanza affermando che la zona era discosta e che il Comune non effettua un monitoraggio sistematico del territorio, in quanto i costi sarebbero problematici. Inoltre, viene sottolineato, il compito di controllare l’area demaniale dovrebbe essere del suo proprietario, cioè del Cantone, «al quale spetta in prima linea di sorvegliare e tutelare il proprio territorio». In ogni caso vi è una carenza di personale in città, e la Divisione edilizia privata è stata recentemente dotata di una nuova unità dedita proprio al controllo dei cantieri.

Il «sano pragmatismo»

Veniamo alla villa e ai presunti favoreggiamenti. Questi sono respinti in modo categorico dal Municipio, il quale - richiamando l’audit effettuato dalla Revisione interna - afferma che «non sono emersi elementi che giustifichino l’avvio di procedure disciplinari nei confronti di collaboratori della Città. È stato in particolare accertato che non sono state messe in atto procedure di favore: i servizi della Città si sono attenuti alle procedure rispetto della prassi adottata per tutti i casi analoghi». Che sono tanti.

Il caso della villa, infatti, ha messo sotto esame tutta la prassi adottata dal Municipio nel 2015: quella delle licenze edilizie con procedura di notifica anzinché ordinaria. 1.100 (di cui 700 senza pubblicazione) su 1.400. La questione è se questo modo di procedere non travalichi la Legge edilizia. L’Esecutivo parla di «prassi basata sul sano pragmatismo senza incorrere in violazioni materiali della legge e senza ledere interessi cantonali o di terzi». «Per una realtà come Lugano, dove soprattutto nel centro cittadino vi sono ogni anno centinaia di modifiche della destinazione degli spazi, l’adozione di procedure snelle e semplificate gioca un ruolo fondamentale nel sostegno dell’economia e dei commerci». Viene inoltre sottolineato come anche la revisione totale in corso della legge edilizia cantonale vada in questa direzione.

Risposte potrebbero giungere dall’inchiesta aperta dal Ministero pubblico, ma anche da un contenzioso nato fra Cantone e Città. Il primo ha revocato le due licenze edilizie rilasciate dalla seconda all’imprenditore per la messa posto della villa, ma Lugano ritiene non vi siano i presupposti: deciderà il Tribunale cantonale amministrativo, in quello che potrebbe essere una sorta di referendum sul modo di procedere adottato in toto dalla Città.

Spunta anche un idromassaggio

Oltre alla procedura penale e a quella che riguarda le licenze edilizie, ci sono altri tre punti sospesi in tutta la vicenda: contro il proprietario è aperta una procedura contravvenzionale da parte di Lugano per la parte d’abuso che riguarda la Città, e una amministrativa/penale di competenza del Cantone per l’abuso relativo al demanio. La seconda è stata estesa anche a presunte violazioni della legislazione sulla protezione delle acque. Infine, la Città ha chiesto una «domanda di costruzione a posteriori per un idromassaggio realizzato nella zona edificabile senza la necessaria autorizzazione».