Giudiziaria

Prime condanne per una raffinata truffa ai danni del Casinò di Lugano

Diciotto mesi sospesi a due georgiani membri di un gruppo che è riuscito a uscire dalla casa da gioco con quasi 75.000 franchi grazie a un piano piuttosto sofisticato che prevedeva il sabotaggio di una roulette elettronica
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Federico Storni
11.07.2025 12:58

Le truffe ai danni dei casinò evidentemente affascinano, altrimenti non sarebbero il soggetto di così tanti film. E anche quella andata in scena al Casinò di Lugano nella notte fra il 29 e il 30 novembre del 2024, di cui si è appreso oggi in aula penale, ha un che di cinematografico. A metterla in atto è stato un gruppo di georgiani dotato di un piano piuttosto raffinato. E, sì, sono riusciti a scappare col malloppo, quasi 75.000 franchi. Per alcuni di loro è poi però scattato il carcere. I due a processo oggi, un 38.enne e un 42.enne sono stati catturati a febbraio in Ungheria e poi estradati. Un loro presunto correo è in Francia a scontare una pena per fatti analoghi e poi verrà estradato. Di altri due si conoscono le generalità, ma non dove siano attualmente. E i soldi non sono stati recuperati.

Saranno espulsi

Si tratta insomma di un gruppo all’apparenza bene attrezzato e con esperienza. Gruppo in cui i due uomini apparsi alla sbarra oggi, difesi dagli avvocati d’ufficio Raffaele Caronna e Matteo Poretti, avrebbero avuto un ruolo più marginale, e per i loro servizi sarebbero stati ricompensati con 2.800 euro a testa. Entrambi incensurati, sono stati condannati a 18 mesi interamente sospesi e all’espulsione dalla Svizzera per cinque anni per i reati di truffa e danneggiamento, al termine di un processo breve, dato che accusa (il sostituto procuratore generale Moreno Capella) e difese hanno trovato all’ultimo un accordo sulla pena, poi accettato dal presidente delle Assise correzionali, giudice Amos Pagnamenta.

Come funzionava il piano

Il piano, dicevamo, era piuttosto raffinato, tant’è che nell’immediato non è scattato nessun meccanismo d’allarme, e presume un’ottima conoscenza del funzionamento dei casinò e della macchina bersaglio, vale a dire una roulette elettronica sita al primo piano della casa da gioco. Il gruppo di cinque persone è giunto a Lugano la sera da Strasburgo su due distinte auto targate Germania. Due di loro sono entrati per primi al casinò dove  - citiamo dall’atto d’accusa – “operando con discrezione e verosimilmente con l’ausilio di un cacciavite (od oggetto dalle analoghe sembianze) hanno prodotto un foro al cilindro in plexiglas posto attorno alla roulette”. Tale roulette è sì elettronica, ma la pallina rotola per davvero, ed è su questo meccanismo che il membro del gruppo (la persona detenuta in Francia) è intervenuto, per pilotarlo a loro vantaggio.

Fatta passare qualche ora, la persona detenuta in Francia si è seduta a una slot vicina al foro e ha manipolato con un filo di ferro che si era portata appresso la pallina, bloccandola sul settore desiderato “dopo il quinto giro”. La cosa veniva poi comunicata a tre complici (fra cui i due a processo) che venivano istruiti su quando e quanto puntare. Il tutto si è protratto per oltre due ore, fra le 2.27 e le 4.32 del 30 novembre. Se la cosa non è stata notata è anche perché le slot per puntare sulla roulette elettronica non erano tutte adiacenti alla roulotte.

Con questo sistema, peraltro non infallibile (a volte la pallina non si fermava), i tre hanno vinto quasi 25.000 franchi cadauno variando di volta in volta le puntate (si è andati da 9 a 6.813 franchi). Vincite poi riscattate con successo fra le 4.40 e le 5.04. Risalito sulle due auto, il gruppo se n’è andato e alle 10.02 dello stesso giorno ha lasciato la Svizzera dal valico di Basilea.

Il Casinò si è accorto solo in seguito di quanto accaduto, probabilmente insospettiti dalle vincite simili alla stessa macchina e l’analisi della videosorveglianza ha permesso di ricostruire quanto accaduto, cosa che ha permesso di spiccare i mandati di cattura internazionali e arrivare in aula oggi per le prime condanne.