Politica

Prime modifiche per più efficienza in Gran Consiglio

Sì in Commissione Costituzione e leggi ad alcune semplificazioni delle procedure parlamentari - Alessandro Corti (Centro): «Un passo nella giusta direzione»
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
30.04.2025 06:00

Da diversi anni ormai si rimprovera al Gran Consiglio una certa verbosità e lentezza nel portare avanti i lavori parlamentari. Un tema, quello dell’inefficienza, che già sul finire della scorsa legislatura, a marzo 2023, aveva portato l’Ufficio presidenziale a presentare una serie di modifiche alla Legge sul Gran Consiglio volte a snellire e quindi velocizzare alcune procedure. Modifiche che ieri hanno ricevuto il via libera dalla Commissione Costituzione e leggi e che quindi giungeranno presto sui banchi del Legislativo.

Come ci spiega il presidente dell’organo parlamentare, nonché relatore del rapporto commissionale, Alessandro Corti (Centro), «si tratta di un primo passo nella giusta direzione per rendere più snelle alcune procedure. E quindi, in definitiva, rendere un po’ più efficiente il lavoro del Parlamento». Concretamente, le modifiche alla Legge che saranno ora al vaglio del Legislativo sono cinque.

La prima, spiega Corti, riguarda la tempistica per la presentazione delle interpellanze, che oggi vanno consegnate 10 giorni prima della seduta. La Commissione, ritenendo questo termine troppo breve, propone di spostarlo a 12 giorni. E questo, in sintesi, per lasciare al Consiglio di Stato il tempo necessario per rispondere in maniera esaustiva alle domande dei deputati, fornendo dunque informazioni di maggiore qualità.

La seconda modifica, poi, riguarda le mozioni. Oggi, questo genere di atti parlamentari viene inviato in prima battuta al Governo, il quale ha poi sei mesi di tempo per esprimersi. Dopodiché, la mozione passa alla Commissione, che elabora un rapporto il quale torna poi nuovamente al Governo per 30 giorni. Ebbene, su questo fronte la Commissione accetta di eliminare quest’ultimo passaggio dall’Esecutivo, dando dunque più «peso» al Gran Consiglio e, più in generale, semplificando la procedura.

La terza modifica riguarda poi la cosiddetta «procedura d’urgenza», che oggi permette ai gruppi parlamentari o all’Ufficio presidenziale di proporre al plenum di votare per inserire all’ordine del giorno un determinato oggetto che non era inizialmente previsto. In sintesi, con la modifica di legge si propone di estendere tale facoltà anche alle Commissioni che, spiega Corti, «sovente sono gli organi meglio posizionati per valutare l’urgenza o meno di una tematica».

La quarta modifica riguarda gli emendamenti, che oggi possono essere presentati non solo sui progetti di legge o sui decreti legislativi, bensì pure sui rapporti commissionali che riguardano mozioni o iniziative generiche. Una possibilità, quest’ultima, che la Commissione propone di eliminare.

Infine, l’ultima modifica riguarda i casi in cui una votazione finisce in esatta parità. Oggi, infatti, in quel caso la votazione viene rimandata alla seduta successiva, ossia al mese dopo. Ciò, però, per oggetti come il preventivo può risultare critico e portare a difficoltà operative per il Cantone. Motivo per cui la Commissione propone che, nelle votazioni su consuntivo e preventivo, in caso di parità il voto sia ripetuto immediatamente e, in caso di una seconda parità, l’oggetto venga considerato respinto.