Mendrisiotto

Processo aggregativo, il Distretto si divide

Da un lato l’auspicio del sindaco di Chiasso affinché ci si esprima alle urne sulla fusione del Basso Mendrisiotto entro fine 2023, dall’altro Mendrisio che punta a rafforzare il nord – Il Municipio: «Faremo, ancora nel corso dell’anno, un incontro con i sindaci dei Comuni confinanti»
Punti di vista. © CdT/ Chiara Zocchetti
Stefano Lippmann
22.04.2022 06:00

Tiene banco il tema delle aggregazioni comunali nel Mendrisiotto. C’è chi parla di un unico Comune da Mendrisio sino a Chiasso; chi si sta muovendo per la creazione di due poli – Alto e Basso Mendrisiotto – e chi, invece, di fusione non ne vuole sentire parlare. Realtà queste ultime, che godono di una buona (se non ottima) salute finanziaria e mantengono un alta qualità nei servizi offerti ai propri cittadini. Soltanto l’altro ieri, durante la conferenza stampa di presentazione dei conti consuntivi di Chiasso, il sindaco Bruno Arrigoni auspicava che i Comuni a sud del Distretto – sebbene ci sia già qualche defezione – si unissero al fine di creare un possibile polo da 20.000 abitanti.

Un progetto nel quali Arrigoni crede spera si possa andare alle urne e decidere il futuro dei Comuni interessati, già entro la fine del 2023 (vedi CdT di ieri). Ma anche a nord qualcosa si muove. E lo ha scritto nero su bianco l’Esecutivo di Mendrisio rispondendo a un’interrogazione interpartitica sul tema (primi firmatari Jacopo Scacchi per l’AlternativA e Vincenzo Crimaldi per il PLR).

«Il Municipio ha attivato dei primi contatti informali con i sindaci dei Comuni confinanti per valutare le reali possibilità di un prosieguo del processo aggregativo» si legge nella risposta. Di più, il Municipio ha l’intenzione di effettuare, ancora nel corso dell’anno, «un incontro fra sindaci ed eventuali rappresentanti degli Esecutivi per discutere del tema e in ogni caso valutare e consolidare collaborazione su tematiche puntuali».

Cartina geografica alla mano, dunque, Mendrisio apre la discussione a Stabio, Coldrerio, Riva San Vitale, Brusino Arsizio, Castel San Pietro. Difficile prevedere invece cosa farà Novazzano (confinante con il quartiere di Genestrerio).

Riordino istituzionale

Mendrisio, quindi, potrebbe provare a «cambiare marcia». D’altronde, nella revisione strategica denominata «Mendrisio 2035» il Municipio ha confermato il suo interesse «per una nuova fase di riordino istituzionale della nostra regione». Come? L’obiettivo – si legge ancora nella risposta all’interrogazione – sarà quello di esaminare se vi sono le opportunità e le visioni comuni per concludere, a medio-lungo termine, il progetto aggregativo Alto Mendrisiotto e, in ogni caso, proseguire sulla via delle collaborazioni su tematiche di interesse regionale.

La creazione di un comune unico, per contro, non sembra godere di particolare entusiasmo, soprattutto a nord. Mendrisio, in tal senso, è lapidario e «ribadisce che il principale interesse è legato al territorio dell’Alto Mendrisiotto e non si ritiene che – al momento – i tempi siano maturi per un’aggregazione dell’intero Distretto. Del resto – fa presente l’Esecutivo – alcuni Comuni hanno mostrato una certa prudenza».

A sud arriva il prestudio

A sud, invece, il prossimo passo sarà un workshop: un seminario, un tavolo di lavoro. Si terrà a inizio giugno a Mezzana e vedrà coinvolti i Comuni del Basso Mendrisiotto. In sostanza, si tratterà di un prestudio sulle opportunità aggregative. Una volta terminati i lavori, i singoli Municipi si prenderanno il loro tempo e decideranno se aderire a quello che sarà il vero e proprio studio aggregativo.

Con l’obiettivo di arrivare all’unione d’intenti e di forze. Magari, come auspicato dal sindaco della cittadina Bruno Arrigoni, arrivando a fare votare la popolazione entro la fine del 2023.