Prof di tedesco, tra lezioni in italiano e frasi colorite

MENDRISIO - Sfioravano l’ottantina i presenti, tra mamme e papà, ieri sera alla serata organizzata dal Comitato genitori delle scuole medie di Mendrisio. Non tutti hanno i propri ragazzi iscritti all’istituto del borgo, alcuni sono genitori di Morbio Inferiore altri hanno i figli che frequentano classi dove non insegna la «docente nella bufera» ma che si sono comunque sentiti coinvolti in qualche modo. «Il problema è che, si sa, alcuni docenti si presentano in una certa maniera agli allievi e in maniera diversa ai genitori o ai supervisori del Cantone», ci confida una coppia prima di entrare all’incontro a porte chiuse. Dopo essere stata resa nota da questo giornale e trattata dagli uffici cantonali competenti, la vicenda dell’insegnante di tedesco delle Medie di Mendrisio e Morbio Inferiore è stata infatti al centro anche di un’assemblea straordinaria organizzata dal Comitato genitori di Mendrisio. La polemica, lo ricordiamo, gira intorno ad alcuni atteggiamenti dell’insegnante denunciati in due lettere di lamentele inviate da altrettanti gruppi di alunni, prima a Morbio, poi nel capoluogo. L’assemblea, hanno precisano alcuni esponenti del comitato prima di entrare, scinde le critiche all’insegnamento da quelle al libro. Detto ciò, tra i presenti, qualcuno che si dica infastidito dai contenuti del volume, tuttavia, lo si è trovato anche ieri sera. All’ordine del giorno c’era un solo punto: un «aggiornamento sulle comunicazioni del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport in relazione al caso della docente di tedesco» ritenute «del tutto insoddisfacente». Le critiche alla professoressa hanno due sfumature diverse: da una parte vengono contestati i metodi del suo insegnamento; dall’altra la critica si concentra anche sul libro che la donna ha scritto a quattro mani con un giornalista e in cui denigrerebbe colleghi e alunni, in particolare quelli che seguono i corsi di livello B. All’uscita dall’assemblea che sembrava essere stata animata, durata più di due ore, le bocche dei genitori presenti erano tuttavia prevalentemente cucite. In una presa di posizione congiunta scritta sul momento hanno rivelato che il DECS ha proposto loro un incontro che si terrà nelle prossime settimane. Una proposta accolta con favore dal momento che la risposta ottenuta dal Cantone è stata «ritenuta del tutto insoddisfacente». Nella sua risposta, una decina di giorni fa, il DECS aveva asserito che «nulla di quanto è stato riscontrato permette di dire che l’insegnante non sia adeguata o che le classi siano in ritardo sul programma». Ciò ha suscitato una certa delusione anche tra molti dei colleghi del corpo insegnanti. Quella del Governo, hanno spiegato alcuni professori, è letta come una difesa di ufficio, quasi scontata per non dover riconoscere anni di inerzia a fronte di lamentele reiterate nel tempo.
Nel mirino dei colleghi il libro che ne racconta pregi e difetti
Se a suscitare proteste e lamentele di allievi e genitori sono alcuni atteggiamenti in classe e la qualità dell’insegnamento della docente di tedesco delle Medie di Mendrisio e Morbio Inferiore, a infastidire i colleghi della 54.enne sono principalmente i contenuti del libro «Noi. Racconti a due voci tra Italia e Canton Ticino». Un’opera di cui la docente di origini toscane è coautrice e in cui, nonostante l’uso della terza persona singolare (la narratrice si chiama Giulia) e di nomi di fantasia, diversi professionisti dell’universo scolastico sono resi riconoscibili. Proprio i riferimenti su loro caratteristiche e comportamenti, collegati a fatti accaduti, hanno offeso e fatto infuriare i colleghi della professoressa italiana che si sono riconosciuti nel testo. Eccone una carrellata:
L’ex direttore
«Il preside invece, o meglio il direttore (come campeggia sulla porta dell’ufficio posto accanto alla segreteria), non riesce a concludere un discorso senza inserire una battuta in ticinese e senza passare dall’italiano al dialetto». Il riferimento è all’ex direttore delle Medie di Mendrisio Alberto Valsangiacomo.
I colleghi
Anonimo
«L’anno successivo, un collega single, cupo e sconsolato barattò la sua tristezza e la sua solitudine con la mia allegria, cedendole la stanza, una volta alla settimana e accettando di dormire su un vecchio divano. Forse avrebbe voluto condividere con lei il grande letto matrimoniale a due piazze, non solo per la scomodità del divano... ma tra loro ci fu solo e sempre una sincera e profonda amicizia».
Roberto
«Un uomo originale, davvero fuori dal comune che viaggiava su auto d’epoca per l’intero Ticino, cercando di attraversare in macchina anche il centro storico di Bellinzona, fino alle porte dei castelli, nella piazza del mercato, tra i portici, ovunque. Non voleva assolutamente passare inosservato».
Marco
«Marco e il vizio sono una cosa sola. Le osterie sono la sua seconda casa e le donne la sua prima passione». «Va dritto sparato con i suoi giudizi tranchant come con la sua moto che viaggia per le stradine di paese a duecento chilometri all’ora, incurante dei segnali, dei radar e degli stop».
Fabiana
«Benestante e di ottima famiglia, Fabiana aveva voluto abdicare al ruolo di brava figlia dell’alta borghesia svizzera, rifiutando un matrimonio d’interesse». «Fabiana era un’ottima padrona di casa, sicura di sé e abituata ad avere sempre un gran numero di ospiti nella sua grande casa alle pendici di un rigoglioso bosco di abeti, nei pressi di Meride».
Gli studenti
«I ragazzi arrivano a scuola su Porsche, Mercedes, Jaguar ed altre belle macchine scintillanti». «Gli scolari sanno di prato, di mucca, di vigna e di buon sapone; camminano a due a due attenti a non inciampare nei pantaloni troppo lunghi».
Livelli A e B
«I corsi di livello A sono quelli per studenti normodotati, i corsi di livello B sono corsi destinati a coloro che hanno diverse difficoltà: da quelle relazionali a quelle comunicative, da quelle cognitive di concentrazione, applicazione, studio a quelle affettive». «Gruppi piccoli, abbandonati alla loro triste sorte di studenti di serie B, demotivati, con un passato non facile alle spalle ed un presente incerto, senza l’appoggio della famiglia, senza progetti per il futuro. Ragazzi persi, un peso per quella società efficiente, competitiva e “perfetta” che non tollera devianze e relega i più deboli nel girone degli incapaci». «Insegnare tedesco in questo contesto era davvero l’ultimo dei problemi, Giulia avrebbe dovuto elaborare una strategia di sopravvivenza per arrivare incolume fino alla fine dell’anno scolastico».
TESTIMONIANZE
«Teneva le lezioni sempre in italiano» Le frasi colorite
«Le lezioni di tedesco con lei si sono sempre svolte in italiano, mentre con altri docenti di materia si tenevano principalmente in tedesco. Quando in classe erano presenti gli esperti di lingua o altri docenti, allora iniziava a parlare in tedesco»: a raccontare la sua esperienza con la 54.enne professoressa delle scuole medie di Mendrisio e Morbio Inferiore finita nella bufera nelle ultime settimane è un’ex allieva della donna. Analogamente a quanto lamentano oggi numerosi studenti, sono diversi gli aspetti che già in passato suscitavano interrogativi. «Nelle verifiche, per esempio, saltavano fuori temi che non erano stati trattati, ma che avevamo solo visto rapidamente, per cui non eravamo preparati» prosegue la giovane. Al termine delle Medie, al momento del passaggio ad altri ordini scolastici, ci si accorgeva «che il livello raggiunto in tedesco non è accettabile, con lei siamo rimasti parecchio indietro». Confrontandosi con i coetanei che seguivano i corsi di tedesco con una diversa insegnante, la nostra interlocutrice ricorda che «abbiamo imparato ben pochi vocaboli, mentre con l’altra docente se ne apprendevano tanti». Non mancavano le occasioni in cui gli alunni restavano spiazzati per le espressioni usate dalla 54.enne. Famosa è diventata la sua definizione delle preposizioni che reggono sia il caso dativo sia l’accusativo, ribattezzate «puttane» o «zoccole». Nonostante il tono scherzoso, osserva l’ex allieva, colpiva l’inadeguatezza del linguaggio utilizzato dalla docente.
La versione di Valsangiacomo
C’è chi, come l’ex direttore della scuola media di Mendrisio Alberto Valsangiacomo, con la docente 54.enne non solo ha lavorato, ma ne è anche stato fonte di ispirazione per la discussa fatica letteraria. Per quanto lo riguarda, «ho preso sul ridere i passaggi sulla mia persona». A non essergli piaciuto, però, è il capitolo dedicato ad una collega docente e alla madre all’epoca malata. Frasi che hanno resa riconoscibile l’insegnante e che hanno alimentato tensioni all’interno del corpo docenti. Tuttavia, «esiste la libertà di stampa e, a fronte del via libera alla pubblicazione dell’apposita Commissione del DECS, chi ero io per criticare? Ognuno è responsabile di quel che scrive». Per quanto concerne la qualità del lavoro in classe della 54.enne, Valsangiacomo dice di non ricordare particolari pecche. «Era una normalissima docente» conclude.