Professionisti dei media a lezione

Non c’era un posto libero questa mattina nell’aula al primo piano dell’Istituto universitario federale per la formazione professionale (IUFFP) in occasione dell’inizio della nuova edizione dei Corsi di giornalismo della Svizzera italiana. Soddisfatti e anche un po' emozionati il presidente Gianni Gaggini e il direttore Aldo Sofia, che ha confidato subito di «non aver mai avuto una partecipazione così intensa». Tante le novità. Una in particolare sulla quale verrà imbastito – anche - l’intero corso: allargare la formazione agli «operatori dei media», nuove figure professionali che sono sempre più presenti nelle redazioni e concorrono concretamente alla produzione giornalistica.
La formazione comprende un nuovo modulo di base riservato alle operatrici e agli operatori dei media, e un modulo esteso, l’unico a preparare all’esame per il conseguimento del Diploma cantonale di giornalista rilasciato dal Dipartimento educazione, cultura e sport (DECS). Il panorama dell’informazione della Svizzera italiana potrà quindi contare su una diversificazione della professione grazie a due tipologie di figure che lavorano concretamente in sinergia al prodotto giornalistico. Tutti con pari dignità e senza differenze. «Il 2019 è un anno particolare – spiega Gaggini – perché allargare la formazione a queste nuove figure professionali rappresenta un cambiamento radicale dell’impostazione originale del corso, quando negli anni ’70 un gruppo di “colleghi” si posero la domanda della formazione.
Da quel momento si sono susseguiti generazioni di giornalisti». La novità adottata dall’Associazione dei corsi di giornalismo è dovuta alla corsa frenetica dei tempi, all’avvento radicale dei social media e soprattutto ai cambiamenti in materia di stampa nel nostro cantone.
«I tempi non sono dei migliori - spiega Sofia ai nuovi partecipanti al corso – vogliamo offrirvi gli strumenti per navigare in queste acque agitate. Vi prepariamo ad affrontare un futuro che neanche noi sappiamo, ma sicuramente sarà multimediale». Le parole chiave di questa nuova sessione sono sicuramente consapevolezza dell’essere giornalisti, dei limiti della professione, responsabilità e contaminazione tra le diverse figure professionali. Durante tutta la durata del corso, infatti, si toccheranno diversi temi che spazieranno dai «doveri e diritti» del giornalista fino all’attenzione per il nostro territorio, alla Svizzera e all’estero, tutto coniugato con teoria e laboratori pratici.
Un contributo è arrivato anche dal consigliere di Stato Manuele Bertoli sul rapporto tra stampa e politica. «La ricerca della verità e il rigore sono le carte migliori da giocare e elementi centrali del giornalista», ha spiegato il direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport. «Sono grato a chi vuole fare questo lavoro – continua Bertoli - c’è un ruolo democratico intrinseco e deve essere un punto d’orgoglio. Ciò che io e i miei colleghi apprezziamo di più è il giornalista capace che racconta le cose come stanno, anche quelle che ti riguardano direttamente e possono essere anche problematiche».
Il corso di giornalismo si svolge a cadenza biennale, comprende una trentina di giornate di formazione tenute da specialisti in ambiti che vanno dal diritto al linguaggio giornalistico, dall’inchiesta all’intervista attraverso il web, fino ai workshop presso diverse testate. È rivolto a professioniste e professionisti che già operano in redazioni radio, tv, web e della stampa scritta. Inoltre, è organizzato e finanziato dagli editori e dalle organizzazioni professionali, con il sostegno del Cantone.