Protezione civile: un altro anno «sprint»

Neanche il 2022 è stato l’anno di ritorno alle normalità per la Protezione civile nel Luganese. I due enti attivi nel Distretto (la PCi Lugano Città agisce a Lugano e nei comuni della cintura, la Lugano Campagna in Capriasca, nel Malcantone e nel medio e alto Vedeggio) – come riferito nei rispettivi rapporti – hanno dovuto occuparsi, oltre che della normale amministrazione, della campagna vaccinale e delle conseguenze della guerra in Ucraina, ospitando prima a Breno e all’ex convento di Lugano poi i rifugiati in attesa di collocazione in appartamento. Compiti che un domani sarà ancora più difficile garantire, in quanto la nuova legge di riferimento nel 2026 dispiegherà tutti i suoi effetti e, senza misure di contenimento, porterà a una drastica riduzione del personale. «Rischiamo di perdere il 40% dei militi, cosa che ci causerebbe non pochi problemi - ha detto il comandante della PCi Campagna Claudio Hess. - Una possibilità per mitigare il colpo, ma se ne discuterà ancora fra qualche settimana a livello federale, è una collaborazione con il Servizio civile. Nei Cantoni che lo vorranno, questa l’ipotesi di lavoro, chi farà Servizio civile dovrà prima fare 80 giorni di Protezione civile. «Qualcuno l’ha definito l’Armageddon della Protezione civile - ha rincarato il sostituto comandante di Lugano Città Christian Albeverio. - Dovremo usare questi prossimi anni per capire quale sarà il nostro potenziale di intervento, ed evolverci di conseguenza».
Un altro compito per certi versi inaspettato all’orizzonte riguarda i rifugi, privati e non. «Allo scoppiare della guerra in Ucraina - ricorda Hess - abbiamo ricevuto innumerevoli chiamate di persone che volevano sapere dove si trova il loro posto protetto». È infatti la PCi l’ente responsabile in quest’ambito: «Il prossimo passo - dice il comandante dalla PCi Città Aldo Facchini - d’intesa con il Cantone, sarà lavorare sull’automazione: oggi le informazioni sono sparse tra varie banche dati che non si parlano. Un contenitore unico permetterà di ottimizzare le risorse e concentrarle sugli aspetti operativi». Ad esempio prendere nota di un trasloco da un Comune all’altro. O stabilire chi va in quale rifugio in ogni momento.
Quanto ai rifugi disponibili, la PCi Città ha posti protetti sufficienti per la «sua» popolazione e riesce a controllare 700 rifugi privati all’anno, mentre la PCi Lugano Campagna si situa all’85%, con buone prospettive di crescita nel corto medio termine. Sono previsti infatti rifugi nelle nuove scuole di Taverne-Torricella, Vernate e Magliaso, nonché nel futuro stand di tiro cantonale sul Ceneri. E anche il Comune di Tresa si sta muovendo in questo senso.
Tornando all’anno in scadenza, qualche cifra per concludere. La PCi Città ha contabilizzato 9.435 giorni di servizio per un totale di 2.220 partecipanti, la PCi Campagna, 5.240 giorni per 1.187 militi.