Protezione civile, un ruolo decisivo

LUGANO - Il ruolo della Protezione civile Lugano città nella recente emergenza maltempo è stato probabilmente decisivo. I militi hanno svolto un ruolo fondamentale durante la tragedia di Davesco (dove il cedimento di un muro di contenimento ha causato la morte di due giovani donne, Anna Gianini e Monique Ligorio-Houriet) e decisamente determinante nel combattere «l'allarme acqua», monitorando e arginando l'esondazione del Ceresio. Un ruolo fondamentale e decisivo anche perché il suo impiego massiccio ha permesso a pompieri, poliziotti e agli altri soccorritori professionisti di concentrarsi sulle zone di pericolo, potendo così mettere più uomini, mezzi e risorse a disposizione delle operazione di salvataggio.Il comandante Alfredo Belloni ha fornito alcuni dati che, da soli, ben spiegano l'impegno e l'enorme sforzo profuso nelle ultime settimane. «In due settimane abbiamo fatto praticamente due anni di lavoro». Durante l'emergenza sono stati accumulati 758 giorni lavorativi (con turni da 27 ore) mettendo in campo fino a 60 militi in contemporanea. La Protezione civile ha fornito 189 uomini, percorso 7.000 chilometri (essendo impegnata nel monitoraggio del territorio tra Morcote e la Val Colla) e riversato 23.000 metri cubi di acqua che, dal lago, invadevano le rive. «I militi sono contabili, ingegneri, dottori e muratori che - ha sottolineato Belloni - che improvvisamente si sono trovati sul luogo del disastro svolgedo compiti difficili e anche pericolosi. La formazione è dunque fondamentale ed è ciò su cui sempre puntiamo». La sede della Protezione Civile alla Stampa è tra l'altro stata - durante la tragedia di Davesco - una sorta di «centrale operativa» in cui sono anche stati accolti e confortati i parenti delle due vittime. «Non si può prendere una persona e buttarla allo sbaraglio - ha sottolineato il responsabile della formazione Aldo Facchini - ed è per questo che mettiamo al centro la formazione e il dialogo con le altre forze d'intervento».