Quadri e Verda Chiocchetti, la destituzione è definitiva

La lunga e intricata vicenda del cosiddetto «caos al TPC» si avvia verso la conclusione. Il Tribunale federale ha infatti bocciato il ricorso contro il licenziamento presentato dai due ex giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. Come riferito da laRegione, le parti hanno ricevuto questa mattina la sentenza, datata 29 agosto. Il rappresentante legale degli ex magistrati, l’avvocato Marco Broggini, raggiunto dal CdT per un commento si è limitato a un «non ho nulla da dire». Il licenziamento di Quadri e Verda Chiocchetti è dunque definitivo. Fatto salvo eventuali diritti di opzione interni al Tribunale di appello, la decisione di Mon Repos permetterà alla Commissione giustizia e diritti di aprire il bando di concorso per la nomina di due giudici ordinari, e quindi di «regolarizzare» la situazione al TPC.
La vicenda
Il caos al TPC aveva raggiunto il suo apice lo scorso dicembre, quando il Consiglio della Magistratura aveva deciso all’unanimità la destituzione di Quadri e Verda Chiocchetti. L’organo di vigilanza aveva stabilito che i due magistrati dovevano lasciare «con effetto immediato» la loro carica. Questo, «per avere gravemente violato i loro doveri di magistrato denunciando per il reato di pornografia il presidente del Tribunale penale cantonale», Mauro Ermani, nel frattempo dimessosi dalla carica. La querela nei confronti del collega «per un reato che sapevano non sussistere è inaccettabile e inconciliabile con la funzione di magistrato», veniva sottolineato nel comunicato stampa dell’organo di vigilanza. Il Consiglio della Magistratura aveva applicato «la sanzione più pesante prevista dalla legge» ai due giudici «in ragione della gravità dell’atto compiuto, del contesto nel quale si è inserita la denuncia, delle conseguenze che essa ha avuto per l’immagine del Tribunale penale cantonale e della Magistratura intera nonché della colpa dei due magistrati accertata da questo Consiglio». Successivamente, in maggio, Quadri e Verda Chiocchetti avevano impugnato la decisione davanti alla Commissione di ricorso sulla magistratura. L’organo aveva però convalidato il provvedimento disciplinare del CdM. I due ex magistrati si erano dunque rivolti al Tribunale federale, che tuttavia - come visto - ha respinto il ricorso, rendendo definitiva la destituzione.
Il diritto d’opzione
A questo punto, si apre il processo di nomina. Lo scorso gennaio il Governo aveva scelto il giudice dei provvedimenti coercitivi Paolo Bordoli e la giudice a latere Monica Sartori-Lombardi quali giudici straordinari al TPC, ai quali, lo scorso luglio, si era aggiunto il cancelliere Curzio Guscetti. Bordoli aveva poi concorso per il posto lasciato libero dal dimissionario Ermani ed è stato nominato giudice ordinario dal Parlamento lunedì. Rimangono quindi da nominare due giudici per completare l’organico del TPC. Scaduti i termini per il diritto d’opzione interno al Tribunale d’appello, la Commissione potrà aprire il bando di concorso per le due posizioni vacanti.