Il caso

Quali pompieri a Val Mara? Quando l’incendio è politico

Da circa due anni tiene banco la richiesta del Comune di affidarsi interamente al Corpo di Melide – Fino ad ora nulla si è mosso e l’Esecutivo guidato dal sindaco Jgor Zocchetti ha inviato una lettera al Consiglio di Stato chiedendo di arrivarne a una nel rispetto dell’autonomia comunale
© Ti-Press/Archivio
Nico Nonella
13.11.2024 06:00

Loro, di solito, gli incendi li spengono. Domare le fiamme, individuare e neutralizzare pericolosi focolai che covano sotto la cenere è il loro compito giornaliero o quasi e, probabilmente, i Pompieri mai si sarebbero aspettati di essere l’involontaria causa proprio di un rogo. Ovviamente non stiamo parlando di fiamme vere: l’incendio di cui parliamo è politico e se non è ancora divampato, poco ci manca.

Siamo a Val Mara, dove circa da due anni tiene banco una questione rivelatasi più spinosa del previsto: poco dopo l’aggregazione, il neonato Comune ha fatto formale richiesta di far confluire i (neo) quartieri di Melano e Rovio nel raggio d’azione del Corpo pompieri di Melide, aggiungendoli così a Maroggia, già sotto l’ala dei militi con sede nei pressi del Ponte Diga. Val Mara ha quindi inoltrato la richiesta al Consiglio di Stato, cui spetta sulla base di un preavviso (ossia di un rapporto tecnico) da parte della Federazione pompieri Ticino (FPT). La decisione di Val Mara, come avrete intuito, ha incontrato l’opposizione del Centro Cantonale Pompieri del Mendrisiotto. Esatto: il Corpo che attualmente opera a Melano e Rovio. Sullo sfondo vi è (anche) una questione di competenze: i pompieri di Mendrisio sono di categoria A (centri di portata cantonale, come anche Lugano, Locarno, Bellinzona e Biasca), quelli di Melide sono invece di categoria B (soccorso regionale).

Carta e penna

Da allora, poco o nulla si è mosso e la brace sotto la cenere potrebbe presto divampare in un incendio (politico) vero e proprio. Il 7 ottobre, il Consiglio comunale ha votato all’unanimità una risoluzione a favore del passaggio anche dei quartieri di Melano e Rovio sotto il servizio pompieristico di Melide, mentre proprio nelle scorse settimane, più precisamente il 16 ottobre, il Municipio di Val Mara ha inviato una lettera al Consiglio di Stato con una richiesta ben precisa, riassumibile con: se ne giunga a una, rispettando l’autonomia comunale e, va da sé, quanto già deciso da Esecutivo e Legislativo.

Il Municipio basa la propria richiesta su un parere legale favorevole all’uscita dal consorzio pompieri del Mendrisiotto. Come esempio vengono citati alcuni precedenti simili, come il caso di Tresa, che dopo l’aggregazione ha potuto affidare alcuni suoi quartieri al Corpo Pompieri di Monteggio, un corpo di categoria C (locale), sottraendoli a quello di Caslano (categoria B). «Chiediamo una parità di trattamento», afferma il sindaco Jgor Zocchetti. «L’aggregazione, che colloca Val Mara tra il Luganese e il Mendrisiotto (per questo diciamo Basso Ceresio), rientra nei piani del Cantone, e per questo riteniamo sia un nostro diritto riorganizzare i vari servizi secondo le nostre legittime esigenze e aspettative». Ossia «semplificare e razionalizzare le risorse, con l’obiettivo di migliorare i servizi e dare più voce al nostro Comune e dunque ai nostri cittadini».

Questione di competenze

E i Pompieri di Mendrisio? Beh, il Corpo – come detto – è contrario a «perdere» due quartieri. «Il Consorzio non ha mire espansionistiche, anche se dal profilo tecnico-operativo poteremmo farlo», afferma il presidente della Delegazione consortile del Centro soccorso cantonale pompieri Mendrisiotto, Samuel Maffi. «Da parte nostra rispettiamo l’autonomia decisionale di Val Mara, che per motivi politici ha deciso di far capo a un solo prestatore di servizi, ma sta di fatto che dal profilo tecnico gli addetti ai lavori ritengono che lo statu quo è la soluzione preferibile». Per il Consorzio, l’uscita di Val Mara «non sarebbe una notizia positiva: dal punto di vista finanziario andremmo a perdere il pro capite dei due quartieri e soprattutto verrebbero a mancare competenze e conoscenze del territorio. Basti pensare alla collaborazione in atto con gli altri enti di pronto intervento, polizia e ambulanza. Si andrebbe a perdere anche buona a parte boschiva del monte Generoso che attualmente copre il Centro cantonale di soccorso e in particolare la sezione dei pompieri di montagna».

Alla ricerca di un’intesa

La palla, o meglio, l’estintore, è in mano al Consiglio di Stato (competente in questo caso è il DFE) e in agenda vi è un incontro previsto per inizio 2025. Sarà risolutore?