Quando a processo c'è l'informatore della Polizia

Non è tanto il quantitativo di stupefacente trafficato e alienato – più di un chilo di eroina e oltre 30 grammi di cocaina – a balzare agli occhi, quanto la dinamica che ha portato all’arresto di uno dei due imputati. A comparire alla sbarra sono stati due cittadini svizzeri di 49 e 44 anni residenti Oltralpe, ex colleghi e con vissuti diametralmente opposti: uno, all’epoca dei fatti, aveva una grave tossicodipendenza, l’altro è incensurato, «ingenuo» e «incapace di dire di no». Ma possiede una licenza di condurre e una macchina, e i suoi guai iniziano proprio quando si rende disponibile ad aiutare il collega di lavoro (e amico) ad effettuare un «viaggio». Peccato che solo durante «il viaggio» viene informato che sta trasportando un panetto di 50 grammi di eroina da consegnare a Lugano o ad Agno a persone non meglio identificate. I viaggi, poi, diventano due, e sempre dietro istruzioni di un cittadino albanese e un compenso economico.
Avendo una situazione personale difficile e alcuni debiti, il 49.enne inizia a trafficare stupefacenti da solo, facendo la spola principalmente tra la Svizzera tedesca e il Luganese. Le cose, poi, cambiano. Già sotto i riflettori delle autorità per via dei suoi numerosi precedenti penali per la stessa fattispecie, il 44.enne viene avvicinato dalla polizia del Canton Lucerna che gli chiede informazioni nell’ambito di un’inchiesta. Sostanzialmente, l’uomo inizia a collaborare con le autorità per un breve periodo (agli atti risulta un rapporto della polizia lucernese che lo attesta). E organizzano a tavolino una consegna di stupefacenti, che in seguito porterà all’arresto del 49.enne. Due mesi più tardi finirà in manette anche il 44.enne.
Condanna per tutti e due
Entrambi sono stati condannati oggi pomeriggio dalla Corte delle Assise criminali: il 49.enne (difeso dall’avvocato Fabio Creazzo) a 36 mesi, di cui 12 da espiare e il resto sospeso (pena pattuita in precedenza tra il procuratore pubblico Pablo Fäh e la difesa). La Corte, presieduta dalla giudice Monica Sartori-Lombardi, ha tenuto conto del suo ruolo di «semplice trasportatore, quasi come se fosse l’ultima ruota del carro in questo traffico di droga». Al 44.enne (patrocinato dall’avvocato Andrea Marin), invece, gli è stata inflitta una pena di 12 mesi interamente da espiare. E le parole della Corte nei suoi confronti sono state un po’ più dure, nonostante abbia collaborato con le autorità. «Subdole», ad esempio, sono state definite «le modalità con cui è riuscito a coinvolgere il 49.enne nel traffico di stupefacenti, sfruttandone la fragilità e l’ingenuità. Tuttavia, l’imputato ha rivestito un ruolo di semplice corriere senza potere decisionale, ma ha agito per garantirsi il consumo di droga senza esitare a coinvolgere il collega nel mondo della droga».
