Mendrisiotto

«Quando si tratta di valori non scendiamo a compromessi»

Giovanni Poloni, presidente della sezione PLR di Mendrisio dal 2021, questa sera durante i lavori assembleari, lascerà la carica – Ne approfittiamo, dunque, per fare un bilancio.
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Stefano Lippmann
16.09.2025 06:00

Perché la scelta di passare il testimone?
«Perché dal 16 aprile ho assunto la carica di vicepresidente cantonale. Siamo una nuova squadra, l’agenda è ricca e credo fermamente che per svolgere bene il lavoro bisogna ricoprire una carica alla volta».

Il nome del successore non è ancora stato svelato. Effetto sorpresa?
«Ci sarà continuità nella filosofia, nella visione che abbiamo e nella missione che continueremo a portare avanti. Ma non mancherà l’innovazione. Un profilo giovane, diverso dal mio».

Lascia la carica dopo aver lanciato, insieme ad altri, l’iniziativa che mira a rivedere la rete autostradale.
«Un progetto nato in collaborazione con il distretto di Lugano. Un primo concreto risultato è stata la mozione che chiede al Consiglio di Stato di valutare tutti i progetti che toccheranno la rete autostradale. È firmata dai quattro presidenti di partito in Governo, lo ritengo importante. Vogliamo sensibilizzare le autorità politiche e USTRA sul fatto che sia necessario affrontare il tema con una visione diversa. Mendrisio e il Mendrisiotto hanno bisogno di maggiore tutela e attenzione».

Torniamo a suoi anni di presidenza, qual è la vittoria più importante?
«Abbiamo riportato un deputato PLR di Mendrisio in Gran Consiglio che mancava dal 2011. A livello comunale abbiamo confermato il primato del partito e la sindacatura. Con i numeri che abbiamo ottenuto avremmo potuto tenere anche il terzo seggio, ma poi sappiamo com’è andata. Detto ciò posso dire che il riconoscimento della popolazione è stato ottimo, oltretutto in un periodo non semplice, post pandemico e con una democrazia che non ha il raffreddore, ma ha un’influenza ormai cronica».

Quel terzo seggio che occupa Massimo Cerutti, passato all’UDC non senza polemiche. Con lui Orio Bianchi. Il PLR di Mendrisio, al suo interno, non ha passato giorni semplici.
«Abbiamo affrontato la questione sulla base degli argomenti e della ragione. Siamo chiamati a rispondere ai cittadini e il Legislativo è un organo di sorveglianza. Quest’ultimo non può accettare di ricevere risposte non complete, non adeguate e che non permettano di prendere decisioni serene. Non scendiamo a compromessi sui valori e sull’etica, indipendentemente dal colore politico. Nessuna questione personale ma se devo difendere i cittadini li difendo».

Dunque, come sta la politica a Mendrisio?
«Manifesta sempre una progettualità elevata. Sono stati sviluppati progetti importanti, condivisi e supportati. Come la creazione del Parco del Laveggio, sono state riscattate le reti AIL, i progetti nell’edilizia scolastica e la riqualifica territoriale. Senza dimenticare la ciliegina sulla torta per il mio mandato: la vittoria del referendum per lo skate park. Una vittoria soprattutto civica: siamo riusciti ad avvicinare un gruppo di giovani che si sono impegnati, hanno creduto in un progetto, l’hanno difeso con argomentazioni valide, senza fare disinformazione e lanciare provocazioni».

In politica a Mendrisio ci sono dinamiche tra partiti che da altre parti non si vedono. Come ad esempio la sinergia su molti temi tra PLR e sinistra.
«L’AlternativA di Mendrisio non è il PS cantonale, ha una filosofia orientata ai cittadini, non all’ideologia. Anche con la Lega, quando è stato necessario, come per lo skate park, si è fatto fronte comune».

E i temi più vicini all’economia?
«Ci siamo. Abbiamo difeso le aperture domenicali dei negozi per evitare che i posti di lavoro andassero al di la del confine. Abbiamo altresì fatto promozione economica cercando di attrarre nuovi contribuenti. Il tutto mantenendo una pressione fiscale tra le più attrattive nelle città polo del Cantone. Senza dimenticare l’importanza delle famiglie, delle persone che lavorano e producono per poter sostenere il gettito e offrire servizi di qualità a chi ne ha veramente bisogno».

Da aprile è nella squadra dei vicepresidenti cantonali. Come sta andando?
«Il lavoro è iniziato proprio costruendo la squadra. Abbiamo cercato, insieme, di creare uno spirito condiviso partendo dalle basi e ponendoci una domanda: cosa vuol dire essere liberali radicali oggi? Tra colleghi ci bilanciamo e cerchiamo di dare una lettura della società declinata a dei valori a noi chiari. Abbiamo toccato temi importanti quali il mercato del lavoro, gli asili nido, il lupo, l’agricoltura. Oggi non è facile gestire un partito con dei valori importanti in una situazione molto complicata a livello internazionale; in cui l’uomo forte e la volontà di prevaricare vincono. E alle nostri latitudini, chi cerca di importare questi modelli spesso porta anche la bandiera dei valori svizzeri cucita sul petto».