Riva san vitale

Quando una tesi di bachelor fa rinascere il battistero

Si è conclusa la prima fase dei lavori di conservazione e restauro dei dipinti murali presenti nell’edificio religioso cristiano interamente conservato più antico della Svizzera - Se ne stanno occupando degli studenti della SUPSI
© CdT/Chiara Zocchetti
Lidia Travaini
16.12.2020 16:51

È iniziato tutto con una tesi di bachelor. Almeno per quanto riguarda i lavori di restauro in corso. La storia del battistero di Riva San Vitale è iniziata molto tempo prima. Si tratta infatti del più antico edificio religioso cristiano ancora interamente conservato in Svizzera. È stato costruito attorno al 500 e custodisce pitture medievali e tardo medievali. Gli interventi iniziati quest’anno - la prima fase è da poco conclusa - si stanno concentrando proprio sui dipinti (ma sono stati eseguiti anche lavori di manutenzione straordinaria). Sono stati presentati oggi.

Ma torniamo alla tesi di bachelor che ha dato il la a questa operazione. «È stata consegnata nell’agosto del 2018 dagli studenti della SUPSI Nicole Celoria e Martino Manzoni, supervisionati dalla professoressa Paola Iazurlo», ha spiegato il sindaco Fausto Medici. «Il loro studio rilevava un accentuato stato di degrado dei dipinti murali, per questo sempre con la SUPSI, si è deciso di dare avvio a una fase operativa».

Cantiere didattico

A prendere il via è stato un cantiere didattico, nell’ambito di un corso di laurea. I suoi obiettivi primari sono la conservazione e il restauro dei dipinti murali dell’abside centrale raffiguranti la Crocifissione e figure dei Santi. «Ci siamo trovati confrontati con un’eredità importante e complessa - ha spiegato Giacinta Jean, responsabile del corso della SUPSI -. Abbiamo dovuto procedere con molta prudenza, iniziando da approfonditi lavori preparatori e proseguendo a tappe, in modo da acquisire informazioni durante il lavoro e affinare sempre di più le tecniche».

Nella prima fase dei lavori è stato concluso il restauro dei dipinti del sottarco e della scena della Crocifissione nell’abside. Si è ad esempio provveduto a interventi di pulitura, con bisturi e strumenti laser, e al ritocco con acquarelli.

I dipinti presenti nel battistero «sono stati coperti e nascosti per molti anni», ha spiegato Rossana Cardani Vergani dell’Ufficio dei beni culturali. Hanno iniziato ad emergere dopo i restauri degli anni Venti e Quaranta. Una considerazione che fa capire perché i restauratori siano confrontati anche con dei dilemmi. Il battistero è caratterizzato dalla presenza di più fasi pittoriche sovrapposte. Ma anche da lacune e stuccature nelle absidi, che fanno sembrare incompleti i dipinti. Cosa fare con queste aree? «Non è una scelta facile», ha ammesso Jean. Questa e altre decisioni saranno prese nelle prossime fasi dei lavori, che riprenderanno nel 2021.