«Quanto affermato è stato documentato»

In merito alla notizia legata al caso degli Archivi di Amedeo Modigliani, pubblichiamo la replica inviataci da Dania Mondini e Claudio Loiodice, autori del libro-inchiesta «L’affare Modigliani»:
«Ci preme precisare quindi che:
- Le nostre affermazioni sono contenute anche nel libro «L’Affare Modigliani» che riporta numerosi documenti a prova di quanto sosteniamo.
- L’eventuale querela sporta da Parisot, della quale al momento non ci è giunta alcuna comunicazione, si baserebbe sui lanci ANSA che seguirono l’articolo on line de «Il Caffè», circa il sequestro che sarebbe stato operato dal Ministero Pubblico di Bellinzona presso il porto franco di Ginevra.
- Il vostro articolo fa riferimento a dichiarazioni rese dall’avvocato svizzero del sig. Parisot. Qualora fosse stato ravvisato un ipotetico quanto improbabile reato a noi addebitabile, esso rientrerebbe nella competenza territoriale italiana e non di quella svizzera. Peraltro l’ANSA riporta solo ed esclusivamente la ricostruzione dei fatti ampiamente documentata ne «L’Affare Modigliani», da oltre 10 mesi editato da Chiarelettere. In merito al virgolettato «accordo sospetto» per portare «indebitamente» i reperti in Svizzera, che sarebbe alla base delle dolenze del Sig. Parisot, ribadiamo in base alle stesse dichiarazioni di entrambi i contendenti (Marescalchi/Parisot) e della documentazione che loro stessi ci hanno fornito, non vi è dubbio che non siamo in presenza di un accordo trasparente. Spetterà alla Magistratura italiana, alla quale abbiamo fornito ogni elemento e che da 8 mesi indaga, stabilire se si tratti o meno di reato. Gli elementi che abbiamo posto al vaglio del Magistrato sono i seguenti:
1. Accordo economico (dichiarazione Marescalchi) avvenuto pare fuori dalle norme che disciplinano i tributi dovuti allo Stato, compresa l’IVA.
2. Il materiale documentale sarebbe stato esportato senza le dovute autorizzazioni ministeriali. In merito a ciò, rispondiamo attraverso voi anche al sig. Olaniszyn e al suo commento su Facebook. Il predetto svolge una ricostruzione parziale dei fatti, che così com’è appare finalizzata ad appoggiare la proprietà privata degli archivi. A sostegno invece delle nostre puntuali affermazioni, vi inviamo in esclusiva, la risposta alla Senatrice Corrado, della Commissione Parlamentare Cultura, che ha proposto diverse interrogazioni parlamentari sull’argomento, con la quale il MIBAC - Direzione Generale degli Archivi, certifica l’avvenuta cessione dei 6000 reperti avvenuta in data 8 maggio 2008 da parte di Laure Modigliani e di Parisot. I vari documenti in nostro possesso non lasciano dibbi che era stato lo stesso Parisot a richiedere più volte l’autorizzazione all’esportazione temporanea del «bene culturale». È evidente pertanto che sia Parisot, che lo stesso Ministero, concedendo l’autorizzazione temporanea, abbiano sempre considerato gli Archivi Modigliani un bene soggetto a vincoli».