Archeologia

Quattro tumuli dell'età del Ferro rinvenuti a Giubiasco: una prima cantonale

Grande sorpresa per la scoperta delle famose tombe etrusche — Verranno aperte nei prossimi giorni per la presentazione alla stampa
Red. Online
24.11.2022 12:23

Giubiasco non finisce di sorprendere. In un terreno occupato da una serie di edifici a carattere industriale, demoliti per lasciare spazio alla costruzione di un palazzo residenziale, è stato riportato alla luce un numero considerevole di sepolture risalenti alla prima età del Ferro (VI-V a.C.). Da inizio Novecento alla fine degli anni ’60, nelle vicinanze dell’area attualmente in corso di scavo da parte dell’Ufficio beni culturali del Dipartimento del territorio, sono state messe in luce circa settecento sepolture (di epoca compresa fra età del Bronzo e Romanità), che formano la cosiddetta grande necropoli di Giubiasco. L’area interessata dall’indagine archeologica attuale è una grande parcella di terreno situata tra il Viale 1814 e Via Ferriere. Qui sono state trovate «sepolture a inumazione e cremazioni singole da riferire alla prima età del Ferro», rivela un comunicato del Dipartimento del territorio.

Ma ecco ciò che ha davvero sbalordito gli archeologi: «Se i corredi che accompagnano le più di trenta tombe finora scavate sono ricchi e interessanti – indice quindi di una popolazione, che le vie di transito hanno reso di ceto alto –, la grande sorpresa sta nei quattro grandi tumuli presenti – una prima assoluta per il Cantone Ticino. Il tumulo rimanda infatti alle famose tombe etrusche, dove una struttura costruita "a collina" racchiudeva sepolture di grande importanza».

I tumuli di Giubiasco – Sotto le Vigne verranno aperti in sequenza nei prossimi giorni. La tomba principale verrà aperta nel corso della presentazione alla stampa; le aspettative al proposito sono grandi e – se confermate – cambieranno la storia di questa grande area sepolcrale, studiata e pubblicata in tre volumi a inizio Duemila dall’Università di Zurigo e dal Museo nazionale svizzero, in collaborazione con l’Ufficio dei beni culturali. 

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