Camorino

Quei pipistrelli sono da tutelare

Decreto di protezione cantonale per cinque rifugi di chirotteri nell’ex casa comunale e nelle chiese del paese
In Ticino sono conosciute 23 delle 30 specie di pipistrelli presenti in Svizzera. Nella foto una colonia che ha trovato alloggio nella Collegiata di Sant’Antonio a Locarno. (Foto Dipartimento del territorio)
Spartaco De Bernardi
23.01.2019 17:15

CAMORINO - Bruce Wayne, che indossato il costume dotato di innumerevoli diavolerie per diventare invincibile si trasforma nel supereroe Batman, si troverebbe a suo agio a Camorino. Nel quartiere della Città di Bellinzona vi sono infatti diversi anfratti in cui trovano alloggio i pipistrelli. Tanto che il Cantone ha deciso di istituire un decreto di protezione dei rifugi dei chirotteri. Rifugi, che secondo i rilevanti eseguiti ancora di recente, sono in totale sette: uno di importanza nazionale, cinque di importanza cantonale ed uno infine di importanza locale. Si trovano nell’ex casa comunale, nella chiesa dell’Annunziata, nella chiesa e nel campanile di San Martino, nell’Oratorio San Giulio, in una fessura della roccia sotto l’alpe Cremorasco e nel campanile della chiesa di San Bartolomeo. Quest’ultimo rifugio, essendo d’importanza locale, tuttavia, esula dalla tutela espletata dal decreto di protezione. La competenza per la sua tutela formale, si legge nella documentazione in pubblicazione sino al 21 febbraio e che si può consultare sul sito www.ti.ch/dstm-consultazioni, spetta al Comune attraverso il Piano regolatore. Specificato che la Legge cantonale sulla protezione della natura prevede che un rifugio di chirotteri venga assimilato ad un monumento naturale e considerato l’accorpamento dei due rifugi che si trovano nella chiesa e nel campanile di San Martino, i monumenti naturali che ospitano pipistrelli contemplati nel decreto di protezione sono cinque. Ma cosa prevede, in concreto, il decreto di protezione? Innanzitutto va detto che i suoi scopi sono quelli di garantire la funzione del rifugio quale spazio vitale e/o riproduttivo, di assicurare il mantenimento dei collegamenti ecologici da e per il rifugio, di adeguare le attività umane alle esigenze di protezione dei pipistrelli presenti, di promuovere la ricerca scientifica e di informare, nonché di sensibilizzare la popolazione. Ne consegue che le caratteristiche necessarie alla conservazione, compresa la loro funzionalità, dei siti che ospitano i rifugi dei pipistrelli sono integralmente protette e devono essere mantenute. Più in particolare, recita sempre il decreto, ogni intervento o utilizzazione deve considerare le esigenze di tutela dei rifugi segnatamente per quanto riguarda il rispetto dei periodi di quiete, il mantenimento delle strutture funzionali, la conservazione dei punti e dei corridoi di involo, la salvaguardia delle caratteristiche microclimatiche e l’impiego di prodotti per il trattamento del legno. Attorno ad ogni rifugio, inoltre, è istituita una fascia di sensibilità di venti metri all’interno della quale le immissioni luminose devono essere compatibili con la sua funzionalità. Va da sé, infine, che l’uccisione, la cattura e il disturbo dei pipistrelli è vietata. Non bisogna infatti dimenticare che i pipistrelli e i loro biotopi sono protetti sull’intero territorio nazionale in quanto gruppo faunistico particolarmente vulnerabile e minacciato a causa delle compromissioni dei suoi spazi vitali e dei luoghi di riproduzione. «In Ticino - recita il decreto di protezione posto in consultazione - sono conosciute 23 delle 30 specie di pipistrelli presenti in Svizzera, alcune delle quali a sud delle Alpi formano popolazioni particolarmente numerose. Il nostro Cantone gioca quindi un ruolo chiave nella politica di conservazione e tutela dei Chirotteri, che passa attraverso la conoscenza, l’adozione attiva di adeguati provvedimenti».