Il caso

Quei tanti addii al «cadreghino»

Bellinzona, gli esponenti PLR Arno Ceschi e Matteo Mozzini si faranno presto da parte: dall’inizio della legislatura hanno fatto lo stesso un’altra collega liberale radicale, tre rappresentanti dell’Unità di sinistra e uno a testadi Lega-UDC, il Centro e Verdi-MPS – I motivi? In primis personali e professionali
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
05.09.2023 06:00

«Si dimette dalla carica di consigliere comunale adducendo a ragioni d’ordine professionale e personale». L’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, che in maggio ha spento 100 candeline in splendida forma, sostiene da sempre che «il potere è l’afrodisiaco supremo». Visto il suo curriculum dobbiamo almeno far finta di credergli. Senza esagerare, però. Perché la formula di rito - che abbiamo riportato all’inizio dell’articolo - è risuonata tante volte, dalla nascita della nuova Bellinzona, nella sala del Legislativo cittadino. In una legislatura e mezzo (la seconda andrà agli archivi il prossimo aprile) sono stati 10 i membri del plenum che si sono fatti da parte.

Altri due lo faranno nella seduta in agenda il 25 e 26 settembre. Mentre sei sono stati quelli che hanno rinunciato alla carica: nonostante l’elezione non sono entrati a far parte del CC. I motivi? Quelli riassunti nell’attacco; in particolare gli impegni lavorativi incidono in modo viepiù importante sulla scelta di lasciare il vetusto scranno al secondo piano di Palazzo Civico. Non va inoltre dimenticato, alcune volte, il cambiamento di domicilio.

Senza discussioni

I prossimi che saluteranno la compagnia sono entrambi esponenti del PLR: Arno Ceschi e Matteo Mozzini. Nel secondo caso la Commissione della legislazione (di cui, caso vuole, fa parte anche Ceschi) ha già preavvisato favorevolmente a fine agosto le dimissioni del collega, assurto agli onori della cronaca negli ultimi mesi per essere stato nominato presidente dei Bellinzona Rockets, la società di hockey di Swiss League che si è trasferita da Biasca alla Turrita. Nella corrente legislatura prima dei due rappresentanti liberali radicali avevano alzato bandiera bianca altri 6 membri del Legislativo: Danilo Forini (Unità di sinistra, settembre 2022), Lara Branda (Unità di sinistra, agosto), Paolo Locatelli (il Centro, luglio), Marco Noi (Verdi-FA-MPS-POP-Indipendenti, gennaio), Simone Orlandi (Lega-UDC, settembre 2021) e Sabina Calastri (PLR, agosto).

Tutte le dimissioni sono state accolte senza discussioni dal Consiglio comunale. Dando per scontato il sì pure agli addii di Ceschi e Mozzini e la rinuncia subitanea alla carica di Nadia Ghisletta (Unità di sinistra), fino a questo momento la composizione del plenum uscito dalle urne il 18 aprile 2021 è mutata per il 15% (9 su 60). Nella fattispecie il PLR ha cambiato 3 consiglieri su 20; l’Unità di sinistra 3 su 13; la destra ed il Centro (ex PPD) uno su 10; infine il gruppo Verdi-FA-MPS-POP-Indipendenti uno su 6.

Fra nuovo domicilio e impegni

Il Partito liberale radicale aveva dovuto far fronte a tre defezioni anche nella prima legislatura della Bellinzona aggregata. Tiziano Malandrini e Federico Rossini avevano lasciato, rispettivamente, nell’ottobre 2020 in quanto si è trasferito altrove (Matteo Veronelli aveva rinunciato a prendere il suo posto) e nel marzo 2020 per motivi professionali, visto che è capoprogetto generale delle future Officine FFS previste a Castione, opera come noto sostenuta dalla Città. Aveva per contro rinunciato alla carica l’ex vicesindaco Felice Zanetti, il quale era arrivato terzo sulla lista PLR con oltre 7.900 voti.

Lo stesso avevano fatto Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini (MPS-POP-Indipendenti), i quali sono poi stati eletti (di nuovo) nel 2021 e occupano tuttora uno scranno nel Legislativo della capitale. Nel quadriennio 2017-2021 avevano gettato la spugna, infine, Fabrizio Ferracini (Lega-UDC-Indipendenti-Il Noce) e Michela Delcò Petralli (I Verdi). A quest’ultima avrebbe dovuto subentrare Michel Venturelli, il quale aveva invece rinunciato.

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