Quel buio che affascina e spaventa

Per chi non ha mai fatto immersioni in una grotta e non le farebbe mai nemmeno in cambio del classico milione di franchi, quel cunicolo buio sembra condurre ad un’altra, misteriosa dimensione. Siamo di fronte al buco della Sovaglia, nei boschi sopra Rovio. Quella che a prima vista sembra solo una sorgente, pur abbondante, del fiume che sfocia nel Ceresio a Melano, è anche uno degli accessi al ventre del monte Generoso e alle tante storie geologiche che può raccontare. Chi varca quel confine entra in una grotta profonda una settantina di metri ed esplorata, finora, per oltre mezzo chilometro.
Gallerie sempre più strette
Superato l’ingresso, come racconta chi ci è stato, si trova subito un pozzo profondo una ventina di metri, da cui parte una galleria con le pareti bianche striate di nero e con una dimensione abbastanza agevole. Dopo alcuni metri il tunnel si divide. Uno dei percorsi porta ad uno spazio abbastanza ampio chiamato Lago primo, dal quale a sua volta, attraverso gallerie via via più strette ed impegnative, si può raggiungere o il cosiddetto Lago secondo, o una sorta di camino ascendente: percorsi che possiamo solo immaginare. Da fuori, a conferma della teoria secondo cui è quello che non vediamo, spesso, a incutere più timore, il buco della Sovaglia esercita un fascino arcano. Spaventa e attrae allo stesso tempo. Vale il viaggio.
Attenzione a non sbagliare strada: è pericoloso
La «perla nascosta» di oggi si può raggiungere in una mezzoretta di cammino dal nucleo di Rovio seguendo le indicazioni azzurre della «variante del Generoso». Anche se la nostra destinazione è relativamente vicina, quella al buco della Sovaglia va considerata come un’escursione di media montagna, quindi bisogna attrezzarsi di conseguenza: con l’abbigliamento e con la «testa». La cosa a cui occorre fare più attenzione, visto che la presenza della sorgente non è segnalata, è a non sbagliare strada nell’ultimo tratto. Bisogna rimanere sul sentiero principale finché non si vede una freccia rossa dipinta su un albero alla propria destra (salendo) e poi imboccare la traccia pianeggiante che si addentra nel bosco e porta fino all’entrata della grotta.
Troverete la deviazione pochi metri dopo aver superato un ponticello e una cascina. Il pendio erboso a destra della casa è da evitare: conduce a una zona del fiume piuttosto ripida e pericolosa. Occhio.
Scriveteci se avete curiosità o suggerimenti
Se camminando per il Luganese vi imbattete in delle «perle» potete scriverci all’indirizzo e-mail [email protected]. La redazione raccoglierà i vostri suggerimenti (come è stato il caso per il buco della Sovaglia) e sarà anche volentieri a disposizione per tentare di raccontarne la storia o, perlomeno, scoprire qualcosa in più su quei luoghi.