La novità

Quel laboratorio che unisce il nord e il sud

Sono stati tolti i veli al «San Bernardino Lab», frutto della collaborazione fra le scuole universitarie di Grigioni e Ticino nonché dei Comuni dell'Alta Mesolcina e del Rheinwald - Il consigliere di Stato Parolini: «Soluzioni innovative per le sfide attuali»
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
04.07.2023 18:26

Un laboratorio in grado di fungere da centro di competenze sui temi legati alla sostenibilità, ma non solo, e con l’obiettivo di mantenere vive le relazioni tra le regioni a nord e a sud dei Grigioni. È nato ufficialmente oggi «San Bernardino Lab» sotto l’impulso dell’Alta scuola pedagogica, la Scuola universitaria professionale retica, la SUPSI, l’associazione paradisea e i Comuni di Mesocco, Soazza, Rheinwald e Sufers. Enti pubblici e privati e le aziende riceveranno consulenza scientifica e supporto nella progettazione del loro sviluppo sostenibile. Verranno organizzati eventi e corsi di formazione e sarà fondamentale, soprattutto, lo scambio di idee con la popolazione. Il finanziamento è assicurato per i prossimi 3-5 anni e la struttura avrà fisicamente sede alle ex scuole.

Problemi simili

«I vari attori del Rheinwald e dell’Alta Mesolcina devono essere consigliati e accompagnati nella progettazione del loro sviluppo sostenibile. I problemi e le sfide comuni vanno affrontati insieme. Le persone e la natura devono essere poste al centro dell’azione economica. In questo modo le risorse naturali saranno preservate a lungo termine, si otterranno inoltre un’elevata qualità della vita e un’economia più efficiente». È con queste parole che la responsabile di «San Bernardino Lab» e docente all’Alta scuola pedagogica di Coira Barbara Beer, originaria della località turistica, ha tenuto a battesimo l’iniziativa. Accompagnamento dei progetti al di qua e al di là del Passo, aiutando a superare le problematiche che accomunano le due regioni e, in generale, le valli periferiche. La frazione di Mesocco, come è noto, nei prossimi anni cambierà volto grazie al rilancio affidato alla società anonima con alla testa l’imprenditore ticinese Stefano Artioli. È un cantiere che ha suscitato interesse e curiosità in tutta la Svizzera. Ma tante altre sono le idee sia a sud sia a nord del valico di montagna, aree ora più che mai vicine, come rilevato dalla granconsigliera Piera Furger.

Di qua e di là del Passo

L’intesa fra le tre scuole universitarie e i Comuni è un atout fondamentale per «San Bernardino Lab». «In questo importante momento di rilancio della nostra regione, la collaborazione tra l’Alta Mesolcina ed il Rheinwald, grazie al laboratorio vivente, genererà forti legami culturali e sinergie tra due realtà simili. La valorizzazione del nostro spazio passa attraverso la conoscenza del territorio e della storia», ha osservato il sindaco di Mesocco Mattia Ciocco. Gli ha fatto eco Christoph Zeitz, rappresentante di Sufers e Rheinwald: «Come regione montana e periferica ci troviamo di fronte a numerose sfide, siano esse economiche, turistiche o culturali. La cooperazione e la comprensione reciproca con il sud giocheranno un ruolo importante nello sviluppo della regione. Il laboratorio come fucina di idee arriva quindi in un momento coinvolgente e stimolante. Si spera che diventi un punto di snodo e di sostegno tra Comuni, uffici e altre organizzazioni, in modo da poter realizzare misure orientate al futuro».

Gli argomenti sul tavolo

Il rettore dell’Alta scuola pedagogica Gian-Paolo Curcio ha spiegato che «con il laboratorio come infrastruttura di ricerca specifica i Comuni e le scuole universitarie coinvolte danno un contributo attivo ed essenziale alle sfide della società. In tale ambito si tratta di affrontare temi come la sostenibilità, il plurilinguismo, la diversità, l’urbanizzazione o la trasformazione digitale. L’ampio sapere e le evidenti competenze degli attori coinvolti costituiscono un punto di partenza ideale per un approccio inter- e transdisciplinare». Nei progetti di ricerca che verranno avviati congiuntamente - anche grazie allo stimolo degli attori regionali - si cercheranno soluzioni a sfide concrete. Gli studenti, dal canto loro, potranno così vivere un’esperienza pratica, imparando a lavorare in modo interdisciplinare ed entrando in contatto con potenziali datori di lavoro della regione.

Parola al ministro

«L’intensificazione della cooperazione con istituti di ricerca universitari, università e facoltà tecnico-scientifiche non cantonali e la creazione di reti sono elementi essenziali della nostra strategia per l’innovazione. Queste cooperazioni rafforzano le capacità di ricerca, generano nuove conoscenze e sviluppano soluzioni innovative per le sfide attuali», ha puntualizzato il direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e della protezione dell’ambiente Jon Domenic Parolini. Iniziative simili a quella di San Bernardino (arricchita inoltre dal bilinguismo), ricordiamo, sono già in atto con successo in Surselva e in Bregaglia. «La collaborazione fra scuole universitarie professionali e Alta scuola pedagogica permetterà di affrontare molte tematiche legate allo sviluppo della regione del San Bernardino da più prospettive culturali e disciplinari, rafforzando le interazioni fra il mondo accademico e la società civile», ha sottolineato infine il direttore generale della SUPSI Franco Gervasoni.