Losone

«Quel licenziamento è illegale»

Il sindacato UNIA denuncia il caso di un 58.enne allontanato dall’AGIE senza rispettare le direttive del nuovo contratto collettivo di lavoro – Aperta la prima procedura civile di questo tipo in Ticino
La sede dell’AGIE a Losone (Foto Archivio CdT)
Luca Pelloni
03.07.2019 14:46

LOSONE – È un caso destinato a fare giurisprudenza, o quanto meno a lasciare un segno tangibile, quello del 58.enne del Locarnese licenziato a maggio dalla ditta AGIE di Losone. Un licenziamento che i rappresentanti del sindacato UNIA – durante un incontro con la stampa – hanno definito «nullo» dal profilo della legge e «antisociale» da quello etico-morale. Così è stata intentata una causa civile, la prima di questo tipo in Ticino da quando nel luglio dell’anno scorso è entrato in vigore il contratto collettivo di lavoro (CCL) dell’industria metalmeccanica ed elettrica, che entro la fine di luglio sfocerà davanti al pretore di Locarno.

Sul fronte legale, Matteo Pronzini ha spiegato che l’articolo 25.5 del nuovo CCL impone una procedura di riguardo nel caso di prospettati licenziamenti dei cosiddetti lavoratori anziani. «In particolare, per le persone con più di 55 anni, è d’obbligo organizzare un incontro tra la direzione, il superiore e il dipendente interessato», ha sottolineato Pronzini. «Incontro durante il quale il dipendente verrà informato e ascoltato, cercando assieme eventuali soluzioni per salvaguardare il rapporto di lavoro». Una procedura che, appunto, non è stata seguita, come spiegato da Fabrizio Sirica: «Il 58.enne è stato convocato, gli è stata comunicata la decisione di licenziamento e consegnata la lettera di dimissioni, firmata tra l’altro due giorni prima dal direttore che non era presente all’incontro. Poi l’uomo è stato scortato al proprio armadietto e messo alla porta». Il tutto, così come per l’atra quindicina di dipendenti (una decina gli interinali) che hanno perso il posto di lavoro a Losone negli ultimi mesi, giustificato con una flessione del mercato e la conseguente necessità di ridurre le spese. «Nessun motivo, dunque, legato a problemi sul lavoro», ha rimarcato ancora Sirica. «Il 58.enne era attivo nell’ambito della logistica da 33 anni e aveva un curriculum praticamente illibato. Ma questi 33 anni di servizio sono stati cancellati in 10 minuti di colloquio. Un modo di comportarsi disumano». «Da un’azienda come l’AGIE ci dovremmo aspettare un atteggiamento ben diverso», ha aggiunto Vincenzo Cicero. «Il gruppo Georg Fischer, cui la ditta losonese appartiene, l’anno scorso ha ottenuto un risultato di 281 milioni di utile, distribuendo 103 milioni di dividendi. Ma alla prima flessione del mercato non esita a licenziare il personale, senza tanto badare agli anni di servizio e così via. Mentre quando il lavoro cresce, si chiede un’enorme flessibilità a dipendenti».

Partendo dal caso specifico, i rappresentanti di UNIA hanno poi allargato il discorso al grande tema del licenziamento di persone con più di 50 anni, i cosiddetti lavoratori anziani. «Un problema enorme nell’odierno contesto del mercato del lavoro», ha spiegato Cicero. «Più si è prossimi alla pensione, tanto più diventa difficile un reinserimento professionale. Se, inoltre, si è stato fedeli a una ditta per decenni, svolgendo una mansione particolare, le cose si complicano ulteriormente. E così v’è il forte rischio di terminare il diritto alla disoccupazione, finendo magari in assistenza. Facile capire, dunque, che il comportamento di certe aziende si ripercuote fortemente non solo sulla vita del dipendente e della sua famiglia, ma anche sulla collettività, generando un problema sociale che comporta inoltre dei costi. In questo senso la politica dovrebbe occuparsi maggiormente del tema. Da parte nostra denunceremo ogni caso a nostra conoscenza».