Losone

Quel supermercato nel nulla rivelatosi una vincente follia

Compie cinquant’anni (raccontati in un libro) il primo centro commerciale ticinese nato dall’inventiva di Riccardo Cattori – Il timone poi passato ai figli Giovanni e Claudio pionieri in vari settori, dalle campagne marketing all’introduzione dei codici a barre
Il Mercato Cattori nel 1970: la cifra d’affari annua del centro è passata da 16 a 100 milioni di franchi in vent’anni. ©Famiglia Cattori
Barbara Gianetti Lorenzetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
25.11.2020 06:00

«A quei tempi furono in molti a dargli del matto». Eppure, come raccontano le nipoti Bettina e Sara, Riccardo Cattori andò avanti convinto con la sua idea. Concepì e costruì un supermercato in mezzo al nulla, nella campagna losonese. Il primo del genere realizzato in Ticino. E, alla fine, il progetto si rivelò una vincente follia. Tanto che oggi, a cinquant’anni di distanza, il centro commerciale continua ad esistere e a essere uno dei punti di riferimento nel Locarnese. Regione di cui ha accompagnato la storia e alle cui vicende è strettamente legato, come si racconta in un libro edito per il giubileo da Armando Dadò e curato dalla giornalista Nathalie Ghiggi Imperatori.

Il latte di casa in casa

La storia commerciale della famiglia Cattori parte da lontano e sull’altra sponda della Maggia. Fu a Locarno, nel 1904, che si cominciò con la distribuzione del latte a domicilio. Risale poi al 1912 l’apertura della latteria di famiglia, sotto i portici di piazza Grande, dove – fino a qualche anno fa – si trovava ancora il celeberrimo negozio «Lucullus». Con coraggio e spirito pionieristico Riccardo Cattori vide lontano e decise poi, precorrendo i tempi, di realizzare, nel 1970 a Losone, il primo supermercato del cantone. «Allora la superficie di vendita si estendeva su circa 2.000 metri quadrati – raccontano ancora le nipoti –, oggi sono 10.000. Il nonno partì dall’idea di affidarne il 50 per cento ad alcuni concessionari, a condizione che garantissero qualità e prezzi concorrenziali nel proprio settore di competenza». Sotto il tetto del Cattori confluirono dunque alcune altre aziende commerciali storiche della regione, dalla Banfi frutta e verdura alla macelleria Fiori.

Un successo immediato

«Il successo fu immediato – proseguono le discendenti del fondatore – tanto che nei primi giorni le colonne di macchine arrivavano fino al ponte sulla Maggia e i clienti venivano fatti entrare nel parcheggio a scaglioni, perché tutti assieme non ci sarebbero stati». Un exploit confermato anche dalle cifre. «Come obiettivo per il primo anno di attività ci si era posti una cifra d’affari di dieci milioni di franchi. Dopo dodici mesi si arrivò a sedici». Una crescita costante che è poi proseguita sotto la guida dei fratelli Claudio e Giovanni (più conosciuto come Vanni), che raccolsero il testimone dal padre Riccardo. Anche la loro è stata una storia da pionieri. Sempre all’avanguardia nelle scelte, hanno spesso introdotto in Ticino (e non solo) forme di vendita, di promozione e di gestione del tutto nuove. Si pensi solo al sistema di pagamento con i codici a barre, che da Cattori si sperimentò su tutto l’assortimento per primi in Svizzera. Oppure ai famosi «bollini» da accumulare, oggi diventati cosa acquisita. «Fummo i primi a proporli – ricordano ancora Bettina e Sara – e con quell’operazione vendemmo 30 mila bambole, molte delle quali si trovano ancora nelle case di tanti locarnesi».

Pubblicità all’avanguardia

Grande l’impegno, poi, nella pubblicità, con innovative campagne marketing. Prima sui quotidiani, poi allargate ai media elettronici. Senza contare quelle sui bus e su originali manifesti che per decenni ci hanno accompagnati lungo le strade del Locarnese. «Era un settore al quale i nostri padri tenevano molto – proseguono le discendenti della famiglia Cattori –, tanto che, all’apice dell’attività, vi si investiva circa un milione di franchi all’anno, sponsorizzazioni comprese». Già, le sponsorizzazioni. Come non ricordare quella del FC Locarno (che con una maglia «griffata» Mercato Cattori nel 1986 festeggiò la promozione nell’allora Serie A) a quella dell’HC Ambrì Piotta. Oltre al sostegno a tutta una serie di altri eventi e associazioni locali.

È una storia densa, insomma, quella del supermercato losonese. Piena di aneddoti e dalla quale emerge in filigrana la presenza costante dei titolari. «Erano sempre in negozio, pronti a faticare accanto ai propri dipendenti (250 ai tempi d’oro, di cui 180 alle nostre dirette dipendenze) e per i quali la porta era sempre aperta». Un senso di famiglia che traspare dalle pagine del libro. Nel quale si ripercorrono anche gli ultimi passaggi di proprietà, prima a Carrefour e poi alla Coop. Quattro su cinque dei figli di Giovanni e Claudio, però, si occupano ancora della gestione della parte immobiliare e anche di alcuni di negozi attivi al suo interno.

Pagine di solidarietà

Il libro «La storia del Mercato Cattori. La più grande bottega della Svizzera» (così lo definì la rivista Bilanz) è corredato da molti aneddoti e fotografie sull’azienda e sulle persone. Lo si trova al chiosco del Mercato Cattori (o su www.editore.ch). Il ricavato andrà a favore della Società Vicenzo de’ Paoli e di Casa Martini a Locarno.