La ricorrenza

Quel tunnel lungo 40 anni che si regala la seconda canna

Il 5 settembre 1980 fu inaugurata la galleria autostradale del San Gottardo dopo due lustri di lavori e un investimento di 686 milioni di franchi - Il tunnel deve essere risanato ed allora ecco che entro il 2029 verrà costruito il tubo bis e si procederà alla riqualifica del fondovalle di Airolo
Il traforo, oggi. © CdT/Archivio
Alan Del Don
04.09.2020 06:47

L’attenzione del Ticino, e della Svizzera in generale, nelle ultime due settimane si è concentrata sull’inaugurazione del tunnel di base del Monte Ceneri che andrà in scena proprio oggi. Un giorno storico per la politica dei trasporti della Confederazione. Ma c’è un’altra galleria che è pronta a festeggiare. È quella autostradale del San Gottardo, inaugurata il 5 settembre 1980. Quarant’anni fa e milioni di automobili e mezzi pesanti transitati sotto l’opera il cui «padre» è il compianto ingegnere Giovanni Lombardi. Domani, sabato, dalle 11.15 al Centro di manutenzione di Airolo, è in programma una cerimonia (si veda il box) promossa dal gruppo Raduno ex maestranze, con alla testa l’ex sindaco Mauro Chinotti e Walter Scheidegger. Per noi è l’occasione di gettare uno sguardo al passato ma soprattutto al futuro, dato che sono iniziati i lavori preliminari per la realizzazione del secondo tubo che verrà messo in esercizio entro il 2029 dopo un investimento di circa 2 miliardi di franchi.

Un’impresa titanica

Chi scrive era nato da meno di quattro mesi. Un neonato di fronte a un gigante. Che ha cominciato a prendere forma negli anni Sessanta, quando l’opera fu inserita nella rete delle strade nazionali, dopo che inizialmente era stata esclusa dalle Camere federali. Fra le sedici varianti presentate ne vennero scelte due da approfondire. Alla fine prevalse, come detto, quella elaborata dall’ingegnere Giovanni Lombardi. Le ruspe e le perforatrici entrarono in funzione il 5 maggio 1970. Nei momenti di punta erano attivi 350 operai sul cantiere al lotto nord (impiegati da un consorzio che raggruppava sette imprese) e 380 su quello sud (in questo caso le ditte erano cinque). La maggior parte di loro era di nazionalità italiana. I lavori di scavo furono resi difficoltosi dalla particolarità della roccia. Ma l’«impresa titanica» doveva essere portata a termine. Così il 26 marzo 1976 cadde l’ultimo diaframma del cunicolo di sicurezza; passarono quasi nove mesi e a sbriciolarsi, il 16 dicembre, fu il diaframma del tunnel. Festa grande. Ma il meglio doveva ancora venire. Nei due anni seguenti terminarono i lavori di scavo e vennero completati quelli strutturali nonché si procedette al trasporto dei grandi ventilatori. Finalmente, il 5 settembre 1980, alle 17 in punto, la galleria del San Gottardo venne aperta alla circolazione. Il manufatto è costato 686 milioni di franchi e, purtroppo, la sua costruzione è stata segnata dalla morte di 19 lavoratori.

Il «padre» dell’opera

«La prima volta che mi sono chinato su quest’opera era il 1952, quando Nello Celio (che allora non era ancora diventato consigliere federale, ndr.) mi chiese di esaminare un collegamento Sud-Nord che non fosse meteodipendente. Sul tavolo misi una ventina di idee, di tracciati possibili, per arrivare alla conclusione che si doveva percorrere la via più diretta, ostacolata da una sola catena di montagne», ricordò l’ingegnere Giovanni Lombardi intervistato nel 2010 dal CdT. Il quale affermò inoltre di essere rammaricato per le scelte fatte dalla politica a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta, in primis in merito alla «mancata realizzazione della seconda canna, così come era concepito il mio progetto». Il traforo fu costruito monco, incompleto, e «io mi ero detto che era meglio una sola che niente».

Il secondo tubo verrà finalmente realizzato, come noto, e ciò permetterà di risanare tra il 2020 ed il 2025 (con misure transitorie al più tardi entro il 2035) quello attuale. L’Ufficio federale delle strade (USTRA) si sta concentrando su due fronti. Da un lato sull’allestimento del progetto di dettaglio, che verrà svelato entro la fine dell’anno. Dall’altro sulla preparazione degli appalti per i lavori principali, mentre quelli preparatori sono già iniziati. «Il progetto, oltre a fornire un notevole contributo alla sicurezza dell’utenza, porta con sé tutta una serie di benefici, a partire da quello della tutela ambientale», ha scritto il direttore dell’USTRA Jürg Röthlisberger in un’informazione trasmessa a tutti i fuochi di Airolo in luglio. Il cui fondovalle verrà riqualificato e il materiale di scavo della galleria verrà utilizzato per coprire un tratto dell’A2 lungo circa 1 chilometro. Ma non è tutto. Si procederà altresì allo sviluppo territoriale della valle dell’Alpe di Göschenen. Sono infine previste ricadute per l’economia locale, «in termini di gettito fiscale e di posti di lavoro». Ad esempio una parte del personale impegnato sul cantiere alloggerà all’hotel Alpina rilevato dal Comune di Airolo che lo affitterà all’USTRA per dieci anni.

Incidenti e transiti

Purtroppo non si può parlare del tunnel del San Gottardo senza accennare agli incidenti. Circa un migliaio quelli verificatisi finora, alcuni dei quali con esito letale. Il più grave è indubbiamente quello capitato il 24 ottobre 2001. Nella collisione fra due autocarri persero la vita 11 persone. La temperatura all’interno della galleria salì oltre i 1.200 gradi. Un inferno. Rispetto ai primi cinque lustri i sinistri, va detto, sono diminuiti negli ultimi anni. Pur essendo aumentati in modo esponenziale i veicoli che transitano annualmente nel traforo. Nel 1980 erano stati 2,9 milioni, nel 1990 7,5 milioni, nel 2000 9,1 milioni. Da allora il numero è rimasto stabile (media di 8,2 milioni), per crescere nuovamente dal 2015 quando si è tornati indietro al 2000 con poco più di 9 milioni di passaggi.

I festeggiamenti ridotti

I 40 anni dell’apertura al traffico della galleria verranno festeggiati domani, sabato 5 settembre. La cerimonia inizierà alle 11.15 al Centro di manutenzione di Airolo. Prenderanno la parola il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, il sindaco di Airolo Franco Pedrini, il direttore di Ticino Turismo Angelo Trotta ed il parroco del Comune altoleventinese don Elizaide Demdam nonché l’ex sindaco di Airolo Mauro Chinotti e Walter Scheidegger, entrambi del comitato gruppo Raduno ex maestranze che organizza l’evento, durante il quale verranno posati dei fiori al monumento dei caduti.