Quella spiaggetta contesa tra Comune e privati

Chiamarla la spiaggetta della discordia, forse, è un po’ eccessivo. Sta di fatto che sul futuro della striscia di ghiaia di fronte a Villa Maria a Melide, sul lungolago Mario Gallino, potrebbe essere necessaria una decisione del Cantone. La spiaggetta in questione, va premesso, è una delle tre al centro di un progetto di riqualifica – portato avanti dal Municipio e finanziato in buona parte da Bellinzona – insieme a quella di fianco al lido comunale (che ospiterà un campo di pétanque e una palestra all’aperto) e a quella adiacente all’albergo Riviera, per la quale è in cantiere una passerella di collegamento in legno oltre che lavori sotto la superficie dell’acqua per tutelare maggiormente flora e fauna. I cantieri procedono come previsto, ma c’è un ma.
Due su tre, per ora
Per completare anche il terzo tassello potrebbe volerci un po’ più di tempo. Il progetto prevede infatti di mettere mano anche al sottile lembo di terra e ghiaia adiacente al porto privato, che si ritrova però al centro di una «disputa legale»: da una parte c’è il Municipio, che vorrebbe appunto riqualificarla, e dall’altra ci sono alcuni proprietari di appartamenti nei tre condomini, i quali ritengono che quei sessanta metri quadrati siano proprietà privata. Come conferma il vicesindaco e capo Dicastero pianificazione del territorio, Emiliano Delmenico, per procedere con i lavori è necessario che tutti i proprietari degli appartamenti del complesso di Villa Maria sottoscrivano la relativa domanda di costruzione. «C’è stata una certa resistenza e qualcuno ha fatto fare una perizia giuridica». Ma come? Le rive dei laghi non dovrebbero essere pubbliche, ossia di proprietà del Demanio? Così dice la legge e in questa direzione, vent’anni fa, si era mosso il Gran Consiglio, approvando una mozione del compianto Bill Arrigoni che dava al Cantone la competenza in materia, invitandolo ad «allestire un piano per garantire ai cittadini l’accesso al bene pubblico». Il tema è particolarmente attuale proprio lungo la cantonale fra Melide e Muzzano, dove questi accessi alle rive del lago sono cosa rara… «La legge prevede che le rive del lago siano pubbliche», replica Delmenico. Il problema nasce una quarantina di anni fa. «Chi allora acquistò Villa Maria aveva dato la passeggiata in concessione al Municipio, a condizione di poter mantenere la proprietà della spiaggetta in questione». Nel corso degli anni, però, le cose sono cambiate. «Tuttavia, diversi proprietari sono convinti di possedere questo terreno ad uso esclusivo», prosegue il vicesindaco. E a meno di un accordo tra le parti, è possibile che qualcuno di loro possa decidere di opporsi alla domanda di costruzione. A quel punto spetterà come detto al Cantone esprimersi. «E non è escluso che si possa arrivare a un esproprio», conclude Delmenico.
Iniziativa nazionale in vista
In Svizzera, nella maggior parte dei Cantoni molti tratti di lago sono stati edificati e privatizzati, oppure sono stati dati in concessione. Tuttavia, secondo il Codice civile, le rive dei corsi d’acqua e dei laghi svizzeri sotto un certo livello di riferimento sono di proprietà pubblica. Il Canton Neuchâtel ha deciso di rendere pubblico l’accesso a tutte le rive del lago entro il 2026, ma per l’associazione Rives Publiques occorre fare di più. E per questo motivo, idealmente nella primavera 2023, inizierà a raccogliere le firme per un’iniziativa popolare federale volta a modificare la legislazione nazionale. «Non è una soluzione a breve termine, ci vorranno anni per implementarla», premette Daniele Polli, segretario dell’associazione Rive pubbliche della Svizzera italiana. E proprio a sud delle Alpi, prosegue il nostro interlocutore, «la nostra associazione ritiene ci siano molte situazioni non in regola, più che in altri Cantoni». Si tratta «di accordi e convenzioni comunali o cantonali che creano eccezioni. Eccezioni che secondo noi non dovrebbero esserci».
Che cosa dice il Piano direttore
In Ticino l’accesso pubblico ai laghi e alle rive fluviali «è garantito per circa il 40% delle rive, anche se in alcuni casi la loro fruizione è vincolata a regolamenti particolari (ad esempio i lidi a pagamento)». Lo indica la scheda «Laghi e rive lacustri» del Piano direttore cantonale. In generale, si legge, «le zone maggiormente fruibili si trovano in comparti edificati dotati di attrezzature turistiche (Tenero, Caslano, Ascona, Agno) oppure di passeggiate (Lugano, Locarno-Minusio, Ascona, Melide-Bissone, Morcote)». Fuori da questi comparti «l’accesso alle rive è molto ridotto e frammentario». E lo stesso Piano direttore prevede che la pubblica fruizione debba essere garantita e potenziata. In particolare è necessario: «Recuperare le aree demaniali secondo il nuovo criterio di limite demaniale (Verbano 194,5 metri sul livello del mare; Ceresio 271,2 metri sul livello del mare.); tutelare, consolidare e ampliare le aree da destinare allo svago e al tempo libero; predisporre passeggiate e sentieri; coordinare le attività di campeggi e lidi con la pubblica fruizione della riva».