Città

«Questa casa ha resistito mentre Lugano cambiava»

La villa di viale Cattaneo 3, costruita a inizio Novecento, è oggetto di una ristrutturazione conservativa - Un esempio positivo che svetta su diversi casi in cui la scelta è ricaduta sull’abbattimento
Cdt/Gabriele Putzu
Chiara Nacaroglu
13.05.2020 19:11

Antichi, carichi di storia e spesso un po’ malandati. Sono gli stabili di cui si torna a parlare (e polemizzare) quando ormai il loro destino sembra segnato da una domanda di demolizione. Ville e palazzi dei secoli scorsi che, vuoi perché troppo costosi da ristrutturare o da mantenere, vuoi perché al loro posto si intravede un investimento più redditizio, anziché essere tutelati vengono rasi al suolo.

Spesso (e a ragione) si dice che scelte del genere dipendano dal fatto che questi edifici siano esclusi dalla lista dei beni da tutelare del Cantone. Per molti è colpa del mancato aggiornamento del Piano regolatore e a questo proposito la Società ticinese arte e natura (STAN) aveva lanciato un’iniziativa popolare (tuttora pendente) a livello cantonale per tutelare maggiormente questi stabili e allungare la lista di quelli da proteggere. Guardando al passato recente, ricordiamo ad esempio il caso delle Ville Colombo in via San Gottardo a Lugano, oggetto di una domanda di demolizione che ha suscitato parecchie polemiche. Ma c’è anche chi va contro questo trend e decide di investire anziché abbattere per mantenere in vita un luogo carico di storia e ricordi. Stiamo parlando della villa accanto all’ex Asilo Ciani in viale Carlo Cattaneo 3 che, malgrado non sia un bene protetto dal Cantone, è stata protetta dai suoi proprietari. Dall’autunno dell’anno scorso infatti sono in corso importanti lavori di ristrutturazione per far rivivere la casa costruita nel 1908 dal noto architetto Otto Maraini che, insieme al fratello Emilio, a fine Ottocento acquistò il terreno dalla Città di Lugano per circa 59 mila franchi.

Una questione di famiglia

A raccontarci la storia della casa di famiglia è uno degli eredi, Luigi Censi. A vivere nella villa dopo Otto Maraini è stato infatti suo nipote Marco Antonini, nonno di Censi. «Io e la mia famiglia - spiega Luigi - ci siamo andati ad abitare alla fine degli Anni ‘50, l’ultimo anno di asilo l’ho frequentato proprio accanto a casa, all’asilo Ciani». La villa è sempre stata abitata e per una trentina d’anni al pian terreno ha ospitato lo studio legale di famiglia. Tra le particolarità dell’abitazione ci sono i soffitti alti oltre 3 metri decorati da stucchi e la pietra utilizzata per costruirla. «Si tratta di una casa d’altri tempi, monumentale, e abbiamo voluto mantenere le sue particolarità, - dice ancora - la pietra con la quale è stata costruita viene dalle cave vicino a Caprino, la portavano con le barche dall’altra parte del lago». Lo scopo dei lavori è mantenere la bellezza della casa antica modernizzando gli interni.

E una scelta ponderata

Questa ristrutturazione conservativa è una scelta anche costosa e impegnativa ed è stata ben ponderata dai proprietari. «L’ultimo membro della famiglia a vivere nella casa di viale Cattaneo 3 è stata mia madre, Licia Antonini, che ci è rimasta fino alla sua morte nel 2017. Abbiamo lasciato passare un po’ di tempo - continua Censi - e poi ci siamo seduti intorno a un tavolo per capire cosa farne: l’idea era vendere o ristrutturare. Il legame affettivo con la casa ha prevalso e abbiamo deciso per la seconda opzione». La villa ospita due appartamenti al primo piano e due uffici al piano terra, spazi che saranno pronti ad essere affittati all’inizio dell’autunno di quest’anno. Anche i lavori sono rimasti «in famiglia», ad occuparsene è l’architetta Giulia Agazzi, nipote di Luigi. Ma com’era vivere in quegli anni in una casa del genere? Risponde Censi: «Beh, la città era completamente differente. Di fronte non c’era il Palazzo dei Congressi ma le casermette dei pompieri. Ricordo poi che dal giardino principale si accedeva su uno spazio verde più grande con l’orto, dove noi bambini andavamo a giocare. Ricordo anche un piazzale con gli animali, una fontana di sasso e un albicocco, purtroppo quello era stato sacrificato per far spazio ai posteggi», conclude.

L'architetto è lo stesso delle Ville Colombo

A fine gennaio i proprietari delle Ville Colombo hanno presentato una domanda di abbattimento alla quale la STAN si è opposta. Tocchera al Municipio esprimersi. «Siamo al cospetto di un pregevole esempio di urbanistica signorile ispirata ai canoni inglesi che rende onore alla firma di Otto Maraini su una delle due ville» scrive la STAN. Proprio quell’Otto Maraini che costruì e visse nella casa al civico numero 3 di viale Carlo Cattaneo.