«Questa illegalità non può essere ammissibile»

«Quanto successo è un peccato, perché sono nuovamente atti di forza che fanno venire sempre meno il consenso e il supporto per possibili soluzioni pragmatiche. Vedendo le immagini dei vandalismi fatti, è proprio difficile comprenderne la logica. Questa illegalità non può essere ammissibile». Così la capodicastero Sicurezza e Spazi urbani, Karin Valenzano Rossi, sull’occupazione da parte degli autogestiti dell’ex discoteca Le Cap, a Capo San Martino, avvenuta durante la sera di Natale. Occupazione terminata questa mattina poco prima delle 10 con lo sgombero da parte delle autorità. L’intervento, lo ricordiamo, è stato effettuato in virtù della denuncia sporta dai proprietari dell’immobile per violazione di domicilio e danneggiamento. «Questa mattina la maggior parte delle persone che ha preso parte alla festa organizzata nella notte se n’era andata (vi hanno partecipato circa in duecento, ndr) – prosegue Valenzano Rossi –, solo una trentina è rimasta (la cui posizione è al vaglio, fa sapere la Polizia cantonale, ndr) e all’arrivo della polizia sono usciti dallo stabile senza opporre resistenza».
Le trattative tra Città e autogestiti per trovare una nuova sede proseguono, in silenzio stampa, ormai da mesi. L’ennesima occupazione di uno spazio abbandonato, «il settimo ripreso e collettivizzato», come denunciato in un comunicato diramato dal SOA Il Molino, che effetto potrebbe avere su queste trattative? «Parte del comunicato sembra lasciare intendere che vogliano continuare semplicemente a occupare e rivendicare, in questo modo vedo difficili possibili soluzioni. Il canale di dialogo era aperto – precisa la capodicastero –. Ho pronta da tempo una bozza di possibile convenzione con condizioni minime da rispettare per l’ordine pubblico, che aspetta solo di essere discussa unitamente alla possibile location, ma sto ancora aspettando la parte legata agli immobili che impiega più del previsto. Non mi sento presa in giro, gli autogestiti si comportano come si sono sempre comportati, piuttosto mi sento frustrata e amareggiata dai tempi lentissimi della politica che, anche a fronte di una possibile soluzione pragmatica individuata, per decidere e concretizzare, impiega troppo tempo rischiando di bruciare così occasioni preziose per soluzioni condivise».